Sky
Vittorio vb Bertola
Affacciato sul Web dal 1995

Ven 19 - 10:43
Ciao, essere umano non identificato!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
chi sono
chi sono
guida al sito
guida al sito
novità nel sito
novità nel sito
licenza
licenza
contattami
contattami
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vecchi blog
vecchi blog
personale
documenti
documenti
foto
foto
video
video
musica
musica
attività
net governance
net governance
cons. comunale
cons. comunale
software
software
aiuto
howto
howto
guida a internet
guida a internet
usenet e faq
usenet e faq
il resto
il piemontese
il piemontese
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
software antico
software antico
lavoro
consulenze
consulenze
conferenze
conferenze
job placement
job placement
business angel
business angel
siti e software
siti e software
admin
login
login
your vb
your vb
registrazione
registrazione
mercoledì 6 Ottobre 2010, 15:05

Il costo dei bit

Ieri pomeriggio vari giornali hanno pubblicato con evidenza la notizia di una riduzione dei costi bancari: prelievi dal bancomat e pagamenti Rid costeranno meno, e la cosa, in tempi di crisi, non può che fare piacere.

Certo, leggendo l’inizio dell’articolo viene subito qualche dubbio: “In arrivo tagli fino al 36% per le commissioni interbancarie”. Non siete buoni consumatori se non sapete che quando vi dicono “fino al” stanno cercando di allettarvi con vantaggi invariabilmente molto più consistenti rispetto a quelli che si applicheranno al vostro caso; certo, in teoria un giornale dovrebbe fare informazione e non marketing… in teoria.

E infatti, leggendo bene si scopre che il taglio del 36% riguarda solo la commissione tra banche per i Rid, ovvero l’addebito in bolletta nel caso in cui la vostra banca sia diversa da quella del vostro creditore. La commissione in questione scende a 16 centesimi di euro, una concessione già un po’ dubbia se si considera il fatto che l’Europa ne impone l’azzeramento a partire dal 2012; ma anche allora, specifica l’articolo, verrà comunque addebitato il prezzo del “servizio di allineamento elettronico archivi” pari a 7 centesimi. Beh, direte voi, se è un servizio a pagamento potrò disdirlo, no? Non lo so, ma sono pronto a scommettere che non troverete una banca disposta a farvi il Rid, gratuito per legge, senza che voi compriate l’allineamento elettronico degli archivi. Mica vorrete che i loro archivi restino disallineati, no? D’altra parte mi sfugge come si possa completare una transazione tra due parti senza aggiornare allo stesso modo i loro archivi: è un po’ come dire che il biglietto del pullman è gratis ma il servizio di apertura porte per farti scendere è a pagamento.

Peggio ancora se esploriamo le altre “riduzioni”: la commissione per il Pagobancomat scende di “oltre il 4%” (addirittura!), da 13 a 12 centesimi; quella per i prelievi Bancomat scende da 58 a 56 centesimi. Troppa grazia, vero? E poi, queste sono commissioni interbancarie (pagate da banca a banca) e voglio vedere quante banche trasferiranno gli sconti ai prezzi praticati ai clienti.

Vale la pena di fermarsi un attimo a pensare: per che cosa stiamo pagando queste cifre? Per quanto ci sia dietro un pochino di investimento (nel caso del Bancomat c’è da pagare il costo iniziale della macchinetta, oltre ai dieci minuti di lavoro di un dipendente della filiale per riempirlo regolarmente di denaro), si tratta di servizi sostanzialmente virtuali. Un addebito Rid è, sostanzialmente, un aggiornamento di due cifre in due database, togliendo tot soldi da un conto e aggiungendoli sull’altro – una operazione che un computer fa in una frazione di secondo. Il costo di queste operazioni non è proprio zero, ma non è molto di più.

Tutto questo mi ricorda uno dei grandi business del terzo millennio: gli SMS. Forse non tutti sanno che gli SMS sono messaggi di pochi byte che non usano nemmeno i canali di trasmissione della voce, ma vengono inviati sulla rete di segnalazione, ovvero su quei canali di comunicazione che l’operatore cellulare usa per gestire le varie celle della rete, tracciare gli utenti e aprire le chiamate (questo spiega perché spesso gli SMS funzionino anche quando non si riesce a chiamare). In altre parole, i messaggi viaggiano su una infrastruttura che già esiste, sfruttando il fatto che essa rimarrebbe vuota per gran parte del tempo. Il costo di un SMS per l’operatore può tranquillamente essere equiparato a zero; è vero che è necessario qualche server e un po’ di elaborazione, ma il relativo costo, spalmato sui miliardi di SMS che circolano, è trascurabile – tanto è vero che, nei primissimi anni della telefonia mobile, gli SMS erano gratis.

Il prezzo pagato per trasmettere un SMS è dunque da considerarsi stratosferico, e fissato da una sola cosa: dalla possibilità del cartello degli operatori di chiedere più o meno il prezzo che vogliono. Non si spiegherebbe se no come mai, per esempio, mandare un SMS dalla Lituania all’Italia costi 11 centesimi: per molti utenti, meno di quanto costa mandarlo dall’Italia. In realtà, costa 11 centesimi solo perché esiste una disposizione europea che fissa tale cifra come prezzo massimo per gli SMS in roaming intra-europeo – altrimenti, come una volta, ne costerebbe tranquillamente 20 o 50.

In una economia di prodotti immateriali, talvolta (non sempre, ovvio) producibili a costo sostanzialmente nullo, il ruolo dei governi e degli enti regolatori diventa fondamentale: sono gli unici che possono assicurarsi che la cornucopia magica della riproduzione digitale vada a vantaggio della società e non solo a vantaggio di poche grandi aziende. La realtà, purtroppo, è ben diversa. Per esempio, a livello nazionale, la competenza sul prezzo degli SMS è dell’AGCOM: possiamo augurarci buona fortuna.

[tags]economia, immateriale, banche, bancomat, prezzi, sms, cellulari, oligopolio, regolazione[/tags]

divider

9 commenti a “Il costo dei bit”

  1. Mike:

    Io le commissioni sul bancomat non le pago. Se faccio i bonifici via https non li pago in Italia.
    Invece il libretto degli assegni lo pago 1 euro, che ho chiesto a mio cugino tipografo e me lo fa a molto meno.

  2. LILITH:

    Vorrei ricordare che i costi INTERBANCARI rid e bancomat, non sono quelli che paga l’utente finale, ma quelli TRA LE BANCHE ( dicesi interbancario apposta )che vengono addebitati a chi incassa ( e non direttamente a chi paga) che a sua volta li ribalta al debitore finale. Sono costi MINIMI, che a seconda dell’importanza di chi incassa sono caricati di uno spread più o meno alto.
    Riassumendo, i pochi centesimi in meno alla fonte interbancaria, sicuramente dal consumatore non saranno quasi percepiti.
    Se tra banche gestire un rid costa 12 cent, difficilmente lo stesso prezzo atterrerà sul consumatore ( le banche mica sono enti di beneficienza che lavorano a prezzo di costo….)
    L’allineamento rid è un servizio tra banche e creditori, il comune cittadino non è interessato e non può fare a meno di contribuire al pagamento. Altrimenti va a pagare il bollettino alla posta, fa la coda e paga 1 euro e rotti di commissioni postali.
    Concludendo: trattasi della solita notizia data alla garibaldina, senza spiegazioni tecniche alle masse incolte che dormiranno felici in attesa di favolosi risparmi.
    Chieda a un bancario e si faccia spiegare meglio come funziona il giochino………

  3. Bruno:

    Io mi stampo direttamente i soldi; bisogna affrontare un alto costo iniziale per la stampante, che dev’essere di buona qualità, ma il rientro è garantito in pochissimo tempo.

  4. Gian:

    Gentile V.B. mi permetto di dissentire da quanto espresso circa gli sms (materia che credo di conoscere bene) .
    Non credo che tutto debba tendere al gratis ,esiste un costo legato all’infrastruttura della compagnia .
    tu hai scritto :>
    Non stiamo parlando di una piccola LAN di palazzo ma di una rete su territorio nazionale (con migliaia di specialisti che spaziano dalla progettazione alla realizzazione) .
    Allora potrei dire che anche l’elettricita’ potrebbe tendere al gratis …tanto ci sono un po’ di Pelton in montagna che girano e nient’altro .
    il problema e’ un altro !
    Il problema sono tutti quei “NULLI” messi da tutte le parti nelle grandi distribuzioni ,amici di altri “NULLI” che non fanno assolutamente “NULLA” (perche’ non prendono decisioni o se le prendono sono spesso sbagliate) e che fanno glievitare i costi perche’ vengono pagati milioni di euro .
    Questi parassiti sono ovunque …anche quando decidi di comprare un litro di latte c’e’ di mezzo un “NULLO” .
    perche’ devo pagare una sostituzione dell’olio della macchina 300eu ?
    perche’ c’e’ di mezzo un “NULLO” che guadagna facendo “NULLA” .
    Abbiamo creduto che l’organizzazione aziendale fosse strutturata su un modello piramidale …io posso affermare che oggi il vero modello e’ quello “conico” dove ci sono 1000 “NULLI” in cima (magari con la 3 media) e un poveretto che lavora alla base (magari laureato con 110 al poli di Torino) .
    Hai parlato nei tuoi post dei lavori in corso …fai caso a chi lavora e a chi guarda con la cravatta (sempre che tu lo veda perche’ stara’ in ufficio in una call conference) .
    Pensiamo a quanta burocrazia inutile abbiamo creato negli ultimi vent’anni …pensa a quante pratiche ,controlli ,statistiche si devono fare per una qualsiasi cosa .
    La parte sugli SMS spara a zero sulle compagnie senza fare distinzione tra chi lavora (e quindi va pagato con i ricavi dai servizi) e chi e’ un “NULLO”.
    Con sicerita Gian

  5. andrea c.:

    Il commento di Gian aprirebbe una bella discussione globale sul costo dei parassiti (sono più cattivo di lui, sarà la giornataccia).
    Parassiti (non)lavoratori, parassiti (mal)dirigenti, parassiti (finti)bisognosi, parassiti della politica.

    Tutti da mantenere.
    Almeno gli SMS non sono obbligatori e si possono mandare con parsimonia.

  6. Alberto:

    Vb, dì la verità. Questo post te l’ha scritto un ghostwriter senza che tu avessi il tempo di rivederlo. Non ci credo che un ingegnere possa scrivere cose come quelle sulla presunta gratuità degli SMS. Leggendolo mi ha ricordato di quel tizio che cercò di convincermi che accendere il condizionatore in auto non costa nulla in termini di consumi perché il motore girerebbe anche se fosse spento…
    Premetto che lavoro in un operatore di telefonia mobile e quindi sono in aperto conflitto di interessi, ma mi sento comunque di fare un po’ di chiarezza in merito. Svelo intanto a te o al tuo ghostwriter alcune cose in merito a sms e a dimensionamento delle reti di telecomunicazioni. Partiamo dal’affermazione “i messaggi viaggiano su una infrastruttura che già esiste, sfruttando il fatto che essa rimarrebbe vuota per gran parte del tempo“. Il fatto che i messaggi viaggino su una infrastruttura che già esiste è vero in realtà solo per la rete di accesso su cui il canale di segnalazione è comune tra sms e fonia. La rete di trasporto degli SMS è, negli operatori di maggiori dimensioni, indipendente da quella che gestisce le chiamate voce e lo è sempre il sistema che raccoglie e distribuisce gli SMS (quello che nell’articolo viene definito un server) che è costituito in realtà da cluster di server dal costo paragonabile a quello delle centrali di commutazione. Sul fatto che gli sms poi utilizzino un’infrastruttura che rimarrebbe gran parte del tempo vuota hai ragione ma ti svelo un segreto: la maggioranza delle forme di trasmissione nell’ambito delle telecomunicazioni (fonia tradizionale, trasmissione a pacchetto e quant’altro) sfruttano infrastrutture per la maggior parte del tempo non utilizzate appieno. Per chiarire: ad un operatore di telefonia fissa non costa nulla la chiamata che fai alle tre di notte, anche se in realtà te la fa pagare, non costa nulla nel senso che i costi non si ridurrebbero se tu la chiamata non la facessi. Questo perché le reti tlc mettono a disposizione una capacità massima che viene sfruttata solo in situazione di congestione, quindi in casi molto particolari. Qua e là ci sono efficienze che si possono fare condividendo risorse tra tipologie di servizio che hanno picchi di congestione in orari diversi per cercare di distribuire l’utilizzo dei servizi tlc in modo uniforme nel tempo, ma si tratta comunque di tentativi marginali. Potrebbe allora l’operatore far chiamare gli utenti gratis alle tre di notte? In linea di principio sì, ma dovrebbe far pagare ancora di più le chiamate durante il giorno per riequilibrare i ricavi rispetto ai costi e rischierebbe di dover continuamente ridefinire le proprie tariffe per andare incontro al continuo modificarsi dell’utilizzo orario dei servizi a sua volta influenzato dalle tariffe vigenti.
    Non è vero inoltre che gli SMS non subiscano congestione: i canali di segnalazione sono risorse limitate, costose e che quindi subiscono un processo di dimensionamento onde essere commisurate all’utilizzo che se ne fa ed infatti spesso capita a Capodanno o a Natale di non riuscire a mandare gli SMS. I motivi per cui succede più frequentemente di avere congestione sulla voce e non sugli SMS e non il contrario sono almeno un paio: il primo motivo è che la chiamata presuppone di ottenere due risorse libere: la prima è lo slot del canale di segnalazione per mettere in piedi la chiamata, la seconda è il canale di fonìa per trasmettere la voce, quindi le probabilità di trovare entrambi liberi è più bassa, il secondo motivo è che la chiamata presuppone la disponibilità contemporanea di una risorsa per il chiamante e per il chiamato mentre l’sms può essere recapitato tranquillamente qualche minuto dopo il suo invio senza incidere sulla percezione di efficienza del servizio. Se poi ti è capitato di fare questa esperienza durante l’intervallo di un incontro di calcio la ragione è solo psicologica: durante l’incontro si può tranquillamente comunicare via sms, invece la chiamata si può fare, causa il frastuono, solo durante l’intervallo. Per questo alla fine del primo tempo si ha un picco di chiamate e i canali di fonia vanno in congestione.
    Detto in termini economici le reti di telecomunicazioni hanno la caratteristica di avere costi variabili, propriamente detti, quasi trascurabili e di avere prevalentemente costi fissi il cui ammontare varia però al variare della massima capacità richiesta alla rete. Detto brutalmente al costo degli sms che paghi tu contribuiscono in modo determinante quelli che vogliono mandare l’sms di auguri a mezzanotte e un minuto la notte di San Silvestro ma è un meccanismo che vale per tutti gli operatori e per tutte le forme di telecomunicazioni.
    Detto questo non escludo che esistano degli accordi di cartello che tengano alto il costo degli SMS, ma questo può valere per SMS, chiamate voce o DSL esattamente quanto per qualunque altro settore merceologico in cui gli attori siano in numero limitato quindi non c’è alcuna specificità del caso SMS. D’altra parte il fatto che, in determinate condizioni, le tariffe di un servizio possano distanziarsi rispetto al costo che quel servizio ha per chi lo eroga era ampiamente spiegato già nel mio testo di Economia dei tempi del Politecnico e ti assicuro che gli SMS a quell’epoca non erano ancora stati inventati (come passa il tempo!):-((

  7. .mau.:

    comunque ieri mattina alle 9:51 ho spedito un SMS da Tim a Vodafone. È arrivato alle 9:52. Di oggi. (la qual cosa ha prodotto alcuni problemini, fortunatamente risoltisi con una chiamata a voce)

  8. vb:

    @Alberto: Conosco abbastanza le dinamiche che racconti, dato che quando oltre dieci anni fa lavoravo in Omnitel mi occupavo esattamente di questo: del dimensionamento delle dorsali di rete in funzione dei picchi, con tanto di monitoraggio dei picchi suddetti e capacity planning anticipato delle nuove connessioni (all’epoca non c’era fibra spenta ovunque, per certe espansioni dovevi ordinare uno scavo a Telecom e ci volevano sei mesi…).

    Non ho detto che il costo degli SMS è zero, ho detto che il costo può essere equiparato a zero; ovviamente il costo in termini ASSOLUTI di server, capacità extra ecc. per trattare i milioni di SMS che vengono spediti ogni giorno può anche essere significativo, ma ripartito su tali milioni di messaggi fa quasi zero. Dunque non è che pretendo gli SMS gratis, però pretendo di pagarli una cifra ragionevole.

    Ti faccio anche un altro conto a supporto della mia affermazione che gli SMS sono esosamente sovraprezzati grazie alla situazione di cartello.

    Le telefonate ti vengono fatte pagare tipicamente 15 cent al minuto. Supponiamo che la voce sia codificata a 13 kbps: vuol dire che per un minuto di telefonata trasmetti (almeno) 99840 byte. Dunque il prezzo che ti viene applicato è di 0,00015 cent/byte. Con offerte e piani vari, puoi pagare anche di meno.

    Le connessioni Internet, sempre salvo offerte e forfait, vengono fatte pagare tipicamente 6 euro a megabyte. Persino con tale prezzo esoso, vuol dire che il prezzo che ti viene applicato ̬ di 0,00057 cent/byte Рil quadruplo rispetto alla voce, ma comunque comparabile.

    Il tuo SMS, invece, è un messaggio di (fino a) 160 byte (generalmente è anche più corto), che viene fatto pagare 12 centesimi. Anche ammesso che tu lo riempia fino all’ultimo carattere, il prezzo che ti viene applicato è di 0,075 cent/byte: circa 100 volte più che il massimo prezzo per la connessione Internet, e circa 500 volte più che il massimo prezzo per la telefonata voce.

    Eppure alla fine sono sempre byte che circolano, anzi, il trasporto degli SMS è comunque più semplice che quello delle telefonate…

  9. Mike:

    Per i costi dell’invio degli SMS credo che il problema sia il billing.

    Prendiamo la 3Power 10, che è senza scatto alla risposta per cui i conti si fanno semplicemente. Hai 0.0001 c/byte per la fonia, 0,00625 c/byte, mentre per i dati sono 20c/10 MB , ovvero 0.000002 c/byte, meno della fonia.

    Se però guardi i costi per evento sono comparabili: il motivo può essere determinato dalla domanda, oppure esserci un mark-up, od entrambe le cose. Se per ogni sms ed ogni telefonata bisogna memorizzare data, durata, chiamante e chiamato, magari per qualche anno, gestire il credito e quant’altro, i costi lievitano.

 
Creative Commons License
Questo sito è (C) 1995-2024 di Vittorio Bertola - Informativa privacy e cookie
Alcuni diritti riservati secondo la licenza Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo
Attribution Noncommercial Sharealike