Frattaglie di Internet governance
1) Il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, usa prendere e inviare appunti scrivendo sui fogli per storto.
2) O’ professore napolitano (minuscolo) in show sulla diversity (diversità culturale, uno dei temi trattati qui all’IGF Italia con un seminario dedicato alla parità tra i sessi in rete): “Io non sopporto quelli che a cinquant’anni costringono la moglie a rifarsi il culo le tette, piuttosto esco e mi faccio io la diversity una volta al mese, almeno così è più onesto!”
3) La conferenza si svolge alla Manifattura Tabacchi, un ex complesso industriale ristrutturato da poco. C’è il wi-fi solo al piano terreno, nella officina-reception, dove tutti stanno seduti ai tavoli digitando sui loro computeroni microsoftici. Solo io, avendo batteria, mi sono messo fuori, al sole e dentro un’amabile brezza, seduto su una panca cubica colorata di blu, con il mio iBook sulle gambe. Passa da dentro Anna Masera, mi vede là fuori seduto con l’unico Apple di tutta la congrega, e mi dice: “Certo che potremmo farti la foto per la pubblicità della Apple: think different!”.
4) O’ professore napolitano (sempre lui, un vero mito) sui vigili di Napoli: “Una volta ho visto due vigili in moto che giravano, poi uno di loro si fermava vicino a un semaforo pedonale dove non attraversa mai nessuno, e dalla moto premeva ripetutamente il pulsante di chiamata pedonale. E io non capivo, mi chiedevo che facesse, poi ho capito: a Napoli nessuno si ferma al rosso di un semaforo pedonale, per cui lui faceva continuamente scattare il semaforo in modo che il suo collega più avanti potesse fare più multe!”.
5) (Non-piemontese, non-falso e non-cortese): “Ma non è vero che qui la stampa non è venuta, prima a pranzo allo stesso tavolo c’era tutto il gotha del giornalismo specializzato italiano: c’era De Biase, c’era Formenti, c’era la Masera e c’ero io!”
P.S. Niente offesa per nessuno; domani scrivo qualche racconto serio…
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