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domenica 23 Gennaio 2011, 19:56

A velocità normale

Trenitalia insiste: la bassa velocità non è possibile. Se, come me, dovete ritornare da Ferrara a Torino di giovedì pomeriggio, e chiedete al sito di Trenitalia le opzioni disponibili, ottenete soltanto soluzioni via treni alta velocità, e al massimo il passaggio sull’unico e solitario intercity rimasto dall’Adriatico per Torino. Ovviamente i prezzi sono sostanzialmente casuali ma comunque cari; la soluzione più veloce (3h 17′) costa 64 euro e parte alle 16:48, ma se volete partire due ore prima dovrete spendere 79 euro pur mettendoci venti minuti in più, per la teoria demenziale per cui Trenitalia vende spezzoni di treno e non un viaggio completo, per cui l’alta velocità costa carissima anche se poi gli orari vi costringono ad attendere a lungo in stazione il treno successivo. L’intercity ci mette quasi cinque ore e costa 35 euro; e se volete arrivare per le 17 dovete prendere una soluzione AV che costa 55 euro e ci mette praticamente quanto l’intercity.

Supponete però di essere, come me, in viaggio di piacere in una giornata senza impegni, e dunque che preferiate viaggiare più lentamente ma evitare di dover aprire un mutuo per pagare i treni AV. Si può; è solo che Trenitalia cerca di evitare in ogni modo che lo facciate, spingendovi sull’alta velocità. Cliccando su “tutte le soluzioni” cominciate a scoprire qualcosa; per esempio che esiste la possibilità di andare da Ferrara a Torino con tre treni regionali in catena, impiegandoci solo un quarto d’ora in più che con l’intercity, e spendendo 21,30 euro: un terzo o un quarto che con l’alta velocità, e in certi orari l’incremento di durata del viaggio rispetto alla soluzione AV è soltanto di mezz’ora.

I treni regionali hanno altri vantaggi: per esempio, se ne perdi uno ce n’è generalmente un altro un’ora dopo (anche se purtroppo questo non è vero sulla Piacenza-Torino). Puoi anche inserire delle pause: e infatti io ho scelto di partire da Ferrara un’ora prima e avere un’ora di pausa a Bologna, nella quale fare pranzo con calma, una passeggiata e un po’ di foto. Non c’è bisogno di prenotazione, sali e scendi quando vuoi, e anche se alle volte c’è l’assalto, alle volte hai tutta la carrozza per te o quasi. Non ci sono manager coi telefonini, turisti americani coi valigioni, annunci pubblicitari all’altoparlante sulla qualità dello spumante offerto in prima (sì, sui Frecciarotta li fanno). E la velocità ti permette – oltre che di connetterti con il telefonino senza che la connessione cada ogni minuto per via del cambio di cella – di vedere meglio il paesaggio.

Sono dunque arrivato alla stazione di Ferrara all’una e un quarto; ho cercato di fare il biglietto alla macchinetta (una di quelle nuovissimo stile), che però, a differenza del sito, non mi mostrava la soluzione via treni regionali nemmeno selezionando “tutte le soluzioni”, e insisteva a farmi prendere l’alta velocità. Non è un caso: è una nuova “scelta commerciale” di Trenitalia, per cui sui percorsi lunghi le emettitrici self service sono riservate ai percorsi via treno veloce o almeno via intercity. Tanto si sa che le ferrovie non sono un servizio, ma una società a scopo di lucro…

Comunque sono andato alla biglietteria, dove mi hanno fatto il mio biglietto regionale senza fiatare, chiedendomi solo conferma del percorso. Già, perché avessi avuto più voglia e più tempo avrei anche potuto esplorare, prendere qualche linea secondaria come la Ferrara-Suzzara e poi la Suzzara-Parma, anche se ci avrei messo un’ora in più.

Alle 13:32 ho preso a Ferrara il treno RV (“regionale veloce” – sono gli ex interregionali, che per un po’ sono stati rinominati “regionale” come gli altri, e ora hanno di nuovo un nome diverso, anche se la tariffa è la stessa dei locali) che arrivava da Venezia: assalto di studenti ma carrozza poco affollata. Alle 14:06, puntuali, siamo arrivati a Bologna e io ne ho approfittato per mangiare al solito self service di via Indipendenza e dare uno sguardo al devastante cantiere della stazione TAV.

Alle 15:26 si riparte per Piacenza; qui l’unico inconveniente, il treno arriva da Rimini e non solo si ferma a metà stazione, prima ancora del secondo sottopassaggio, ma ha le prime due carrozze sbarrate e fuori servizio. Davanti alle porte della terza carrozza si forma un grumo disumano di almeno cento persone a porta… io corro un po’ più in giù e riesco a salire e sedermi, ma questo treno viaggia effettivamente bello pieno per tutta l’Emilia; forse dovrebbero metterne uno ogni mezz’ora.

Il treno arriva però puntuale alle 17:02 a Piacenza, dove io ho il tempo addirittura di andare in bagno, proprio davanti al mio treno successivo fermo sul binario 1. Alle 17:17 si riparte, e stavolta in tutta la carrozza siamo in due: capisco perché la Piacenza-Torino RV ha pochi treni (6:38, 11:17, 17:17 e 19:17). Esistono comunque soluzioni che Trenitalia non vi dirà mai – ad esempio alle 14:17 parte un RV per Genova, da cui a Voghera si può prendere una coincidenza per Asti e poi un altro regionale locale fino a Torino. Il viaggio è tranquillissimo e posso godermi un magnifico tramonto sull’Oltrepò Pavese. Anche qui, arrivo in perfetto orario.

Sarò anche stato fortunato, ma continuo a pensare come potrebbero essere utili le ferrovie se si prestasse attenzione anche a un servizio capillare a velocità normale, invece di concentrare tutti gli sforzi su un servizio ad alta velocità costosissimo che poi, a meno che tu non ti stia spostando direttamente tra due delle sei città coperte dal servizio, a forza di coincidenze nel nulla ci mette quasi lo stesso tempo di prima.

Spesso è la mancanza di servizio che elimina l’utenza: se io so che ogni due ore posso prendere un treno economico e diretto da Voghera per Torino o da Asti per Piacenza ci faccio un pensiero, mentre se devo stare dietro a orari imprevedibili, prenotazioni obbligatorie e prezzi sempre diversi mi rompo e prendo l’auto. Gli ex interregionali sono stati volutamente ammazzati da Trenitalia per spingere le persone a prendere i treni più costosi, col risultato di spingerli invece sempre più spesso sull’auto.

[tags]treni, trenitalia, ferrovie, orari, viaggio, ferrara, bologna, piacenza, torino, velocità[/tags]

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7 commenti a “A velocità normale”

  1. rccs:

    Sono perfettamente d’accordo. Peccato che la cricca attualmente al governo preferisca spalleggiare gli anacronistici monopoli di fatto che continuano a spadroneggiare in Italia.
    Fortuna che in piemonte c’è Cota e i grillini che lo aiutano a incoraggiare la concorrenza e l’efficienza…

  2. vb:

    Perché la Bresso in cinque anni, a parte tante promesse, aveva fatto qualcosa?

  3. Mike:

    http://reiseauskunft.bahn.de/bin/query.exe/in&country=ITA

    Ho notato che comunque l’algoritmo di ricerca aggiunge abbondante tolleranza nei cambi, almeno per le tratte italiane , per cui tende a preferire tratte con pochi cambi, e quindi soluzioni R+IC.

    Io lo trovo assia più usabile rispetto alla versione di trenitalia. Se il viaggio è al 100% in Germania inizia anche a consigliarti dopo quanti viaggi ti conviene fare la bahncard o l’abbonamento

  4. scrofalo:

    Io vado spesso a Milano per lavoro e prima dell’avvento dell’alta velocità usavo esclusivamente il treno (per comodità, per risparmio economico, per spirito ecologista :-) ). Da quando ci sono i frecciarossa è diventao, almeno per me, molto più difficile andare a Milano in treno, al di là del costo economico (che finchè paga il cliente o l’azienda mi tocca molto poco), è diventato impossibile arrivare a Milano prima delle 10, a meno di levatacce assurde: è vero che orail viaggio dura meno di un’ora ma se mi costa il doppio di prima e mi devo alzare un’ora prima per arrivare molto prima di quanto mi serve…. Comunque il massimo è stato sabato scorso: dovevo andare con mia moglie a Milano : stesso problema di orari con in più l’aggravante che il viaggio andata/ritorno per entrambi con il frecciarossa mi sarebbe costato 124 euro (31 euro * 4). Alla fine ho optato per viaggio in macchina fino al parcheggio di Molino Dorino e di lì Metro fino in centro; fra autostrada, metro e benzina avrò speso circa 50 euro e ho deciso io quando partire. Fino a 2 anni fa avrei considerato questa opzione assurda.

  5. vb:

    @scrofalo: Io infatti pendolo coi regionali: costa 9,55 euro (fino al prossimo aumento…), è sempre pienotto ma se vai nelle prime carrozze ti siedi, ce n’è uno ogni ora, giri col biglietto in tasca e prendi il primo utile, e per lo stesso prezzo puoi scendere a Rho Fiera e in dieci minuti passa un treno del passante (S5 o S6) che ti porta direttamente a Porta Garibaldi, Repubblica o Porta Venezia senza bisogno di prendere poi anche la metro. E’ vero che ci mette un’ora e 45 minuti, ma alla fine lo preferisco comunque.

  6. no_pain:

    meglio gli “anacronistici” monopoli di fatto che le solite cricche di “salvatori” del libero mercato di nostra conoscenza….
    A proposito, non capisco perchè in Italia ci sono tutti questi “liberisti” nemici delle “diaboliche” aziende di stato, quando ad esempio in francia (a due passi dal sabaudo piemonte..) nessuno sognerebbe minimamente di attaccare i loro “campioni nazionali” con tanto di enormi monopoli che di fatto azzerano la concorrenza non francese in tutti i settori economici dell’esagono…
    scemi loro? oppure boccaloni noi?
    saluti

  7. simonecaldana:

    no_pain: e’ che oltralpe hanno capito la globalizzazione dal lato conveniente: colonizzazione commerciale. Noi invece siamo dall’altro lato.

 
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