I criceti del debito
Come ormai dovreste sapere, la scorsa settimana la giunta Fassino, ignorando il referendum di giugno e col voto favorevole di tutti i partiti (PD, SEL, IDV, Moderati), ha dato il via alla privatizzazione di Amiat, TRM e GTT, ovvero dei rifiuti e dei trasporti torinesi… dico “dovreste sapere” perché la cosa è stata fatta passare il più possibile sotto silenzio, e ancora oggi mi arrivano messaggi di persone che dicono “ma è vero che…?”. Noi abbiamo fatto il possibile: presentando 400 emendamenti ostruzionistici (alcuni anche un po’ goliardici) abbiamo perlomeno ottenuto che si rinviasse il voto di due giorni e che i giornali dovessero dire che c’era anche qualcuno che non era d’accordo. Anche i cittadini hanno fatto la loro parte, inviando centinaia di mail… ma Fassino & c. se ne sono fregati.
Io e Chiara ci siamo divisi le cose: lei ha fatto un grande lavoro per settimane, andando a discutere la delibera nel merito tecnico, nei meccanismi di gestione delle aziende e nei metodi di valutazione dei valori; a me è toccato, in aula, fare l’intervento più generale spiegando perché siamo contrari a questa privatizzazione.
Ho smontato una per una le ragioni portate a sostegno della proposta, e poi ho cercato di dire la cosa più importante: che i politici si sono ridotti a criceti in una ruota, costretti a correre all’infinito vendendo il patrimonio pubblico, tagliando posti di lavoro, riducendo i servizi, senza in realtà arrivare un centimetro più vicino a ripagare il debito che hanno contratto in decenni di sprechi, regali e cattiva gestione. La politica dovrebbe avere il coraggio di dire basta, di ridiscutere le basi della moneta e della finanza, di ripensare il meccanismo con cui la collettività finanzia le spese necessarie a vantaggio di tutti; continuare a svendere vuol dire soltanto distruggere i beni comuni per incassare soldi che evaporeranno in pochissimo tempo nei pagamenti alle banche, arrivando lo stesso al fallimento.
Mi spiace che nessun giornale voglia riportare mai questi argomenti; la rete resta l’unico ambito dove si riesce a farli circolare. Spero che questi pochi minuti possano convincere anche qualche scettico!
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