Ma sì, facciamoci un parcheggio
Ormai siamo abituati ai progetti di cementificazione di Torino, ma questo è uno di quelli che farà più discutere: il bando dell’amministrazione Fassino per venti nuovi parcheggi sotterranei sparsi per la città sotto il suolo pubblico (strade e giardini).
Si tratta in particolare di parcheggi pertinenziali, ovvero di box auto destinati a chi vive nei palazzi adiacenti; non di parcheggi a rotazione disponibili al pubblico. Se da una parte questa tipologia di parcheggio crea meno problemi in termini di attrazione di traffico, dall’altra anche i vantaggi per il pubblico sono ridotti, visto che in superficie si libera spazio soprattutto di notte, quando le strade sono occupate dalle auto dei residenti.
L’operazione è dunque essenzialmente di una speculazione immobiliare in cui a guadagnarci sono in due: il costruttore innanzi tutto, che ha solitamente margini di guadagno superiori al 50 per cento, e il Comune, che incassa un diritto di concessione del suolo pubblico definito mediante un’asta al rialzo. Ovviamente è contento chi, potendo permetterselo, compra uno dei nuovi box; meno contenti sono tutti gli altri abitanti della zona e in particolare i commercianti, che devono subirsi un cantiere che spesso si allunga all’infinito (io vivo a pochi metri da piazza Chironi, che ormai da diversi anni è un buco recintato di cui non si vede la fine).
E poi, c’è il danno ambientale, che ovviamente dipende da dove si fa il parcheggio. Secondo l’amministrazione, questa operazione è una “riqualificazione” delle piazze e dei giardini; la realtà è che un conto è farlo sotto un piazzale asfaltato, un altro è demolire un giardino pieno di alberi per sostituirlo con delle aiuole stentate, visto che sopra una soletta di cemento non è che cresca granché. C’è poi un danno più sottile: chi ci dice che tra cinquanta o cento anni non avremo bisogno del sottosuolo? Quali sono veramente gli effetti di spargere per la città degli enormi cubi di cemento sotterranei, eterni, impermeabili e fissi?
Noi non abbiamo una preclusione di principio verso i parcheggi sotterranei, anche se preferiremmo opere per il trasporto pubblico; tuttavia, bisogna verificare se veramente ce n’è necessità (spesso nei palazzi vicini alle zone prescelte ci sono dei box in vendita…), se si può realizzare nel luogo in questione senza danneggiare il paesaggio e l’ambiente, e soprattutto se la cittadinanza lo vuole: dovrebbero essere gli abitanti più vicini a decidere se una proposta di parcheggio è utile oppure no.
Aggiungo dunque l’elenco delle zone proposte dall’amministrazione comunale, di modo che ognuno possa commentare la propria: difatti molti cittadini non scoprono il progetto se non quando arrivano le ruspe. In fondo ne commenterò qualcuna.
Circoscrizione 1
Piazza Lagrange e primo tratto di via Lagrange fino a corso Vittorio Emanuele II
Piazza Paleocapa
Corso Stati Uniti tra corso Re Umberto e corso Galileo Ferraris
Circoscrizione 2
Corso Allamano 64 sotto il prato fronte incrocio di via Grosso
Via Gorizia angolo via Filadelfia lato nordovest (area Saint-Gobain)
Via Barletta tra piazza Santa Rita e corso IV Novembre
Circoscrizione 3
Via Tofane sotto il giardino sul retro della biblioteca Carluccio
Via Rivalta angolo via Osasco sotto la pista di pattinaggio
Circoscrizione 4
Via Carrera e via Salbertrand int. 57 sotto il campo di calcio
Via Servais int. 92 sotto il parcheggio esistente
Circoscrizione 5
Largo Giachino lato nordest fronte via Stradella 104-112
Piazza Mattirolo all’interno delle alberate del giardinetto
Circoscrizione 6
Corso Giulio Cesare 194-196 sotto il piazzale tra via Pergolesi e via Porpora
Circoscrizione 7
Piazza Gozzano sotto il rettangolo a est (compresa la parte più a est del giardino)
Largo Boccaccio sotto l’ovale centrale
Circoscrizione 8
Corso Marconi tra via Madama Cristina e corso Massimo d’Azeglio
Piazza Nizza (metà ovest)
Circoscrizione 9
Corso Benedetto Croce 29-31 sotto la banchina
Piazzale Pasquale Paoli (metà sud, verso via Asuncion)
Piazzale San Gabriele da Gorizia sotto la carreggiata nord-est (davanti n. 175-175bis)
Tranne la decima circoscrizione, tutta la città ha qualche progetto in vista; questi venti sono già quelli che restano da una sessantina di idee iniziali, selezionate poi in base alla fattibilità e ai pareri delle circoscrizioni.
La selezione tuttavia lascia un po’ a desiderare, visto che in commissione, appena ho visto la lista, ho alzato il sopracciglio e chiesto: ma sotto corso Stati Uniti tra corso Re Umberto e corso Galileo Ferraris non dovrebbe passare prima o poi la seconda linea della metropolitana? Attimi di panico e risposte confuse: no forse passa di là , ma magari la spostiamo un po’, ma non andava in via Sacchi? in effetti non sappiamo… In sostanza pare nessuno si fosse accorto del problema, anzi mi hanno molto ringraziato per la segnalazione e adesso verificheranno dove sta attualmente la riga sulla cartina della metro 2!
Ma non è mica l’unico caso problematico: a voi sembra sensata l’idea di abbattere tutti gli alberi di corso Marconi nella metà verso il Valentino per farci sotto un parcheggio? E quelli di piazza Nizza? O piazza Mattirolo, dove teoricamente gli alberi sono fuori dal perimetro del parcheggio, cioé a mezzo metro dai muraglioni di cemento: quante chance avrebbero di sopravvivere davvero al cantiere?
In piazza Gozzano è già nato un agguerrito comitato per salvare il pezzo di giardino che sarebbe eliminato; altri comitati si segnalano in corso Benedetto Croce e in piazza San Gabriele da Gorizia. Ma che senso ha un parcheggio privato per gli abitanti delle case di fronte, se gli abitanti delle case di fronte si organizzano per combatterlo?
E poi ci sono le piazze auliche: piazza Paleocapa e piazza Lagrange. E’ vero che se il risultato fosse una pedonalizzazione potrebbe anche avere un senso, ma i box privati non sostituirebbero i parcheggi pubblici in superficie e dunque così non è; e poi, ma davvero è utile continuare a scavare sotto il centro? E in piazza Paleocapa non saprebbero nemmeno dove mettere le rampe, visto che nella piazza sarebbero oscene e in via XX Settembre passano i tram.
C’è una cosa che colpisce di questo piano: non c’è nessuna vera valutazione della necessità di posti auto nelle singole zone, e nemmeno degli impatti sulla viabilità . Un piano parcheggi avrebbe senso se il Comune prendesse una per una le microzone cittadine, studiasse se mancano parcheggi e di che tipo (diurno, serale o notturno; per residenti o per visitatori; eccetera), nonché i problemi di viabilità e di vivibilità , e in base a quello decidesse un piano complessivo che può anche prevedere un parcheggio sotterraneo, ma funzionale ad altri interventi come pedonalizzare una piazza o ridisegnare il trasporto pubblico o introdurre una ZTL o così via.
Invece, qui per prima cosa si apre un cantiere e si fa un buco perché il Comune deve incassare e qualcuno deve provare a vendere dei box, e poi dopo, ammesso che il cantiere vada a buon fine, si capirà che effetto avrà sul quartiere e si aggiusteranno le cose alla bell’e meglio: la classica approssimazione all’italiana.
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