Il software libero mi fa arrabbiare
Come molti di voi sanno, da molto prima di interessarmi alla politica sono un attivista per le libertà digitali; dalle conferenze delle Nazioni Unite fino agli hackmeeting nei centri sociali, sin dagli anni ’90 ho discusso di software libero, diritto d’autore, censura in rete, net neutrality e via via tutti i temi che si sono negli anni sviluppati.
Sono insomma temi che conosco bene e che ho piuttosto a cuore, e per questo sono stato contento quando la maggioranza che sostiene Fassino ha presentato due mozioni che intendevano portarli avanti, una per diffondere il software libero e una per promuovere l’accessibilità dei dati comunali tramite formati e licenze aperte.
L’altro giorno le mozioni sono arrivate in aula e ho preso la parola per annunciare il nostro sostegno, ma anche per far notare che di parole se ne sono già fatte troppe, e che l’attenzione della maggioranza per questi temi rischia facilmente di rivelarsi ipocrita; una bella dichiarazione di principi che non costa nulla e che da dieci anni viene periodicamente ripetuta (qui la mozione praticamente identica del 2003) ad uso puramente elettorale, continuando poi ad amministrare esattamente nel senso contrario.
Man mano che parlavo mi sono venuti in mente i tanti esempi che ho visto anche solo in questo anno da consigliere, e mi sono arrabbiato. Sentirete nel video com’è la realtà dell’informatica comunale torinese; io spero solo che stavolta l’esito di questi atti sia diverso dal passato, e che non si rivelino un’altra volta una presa in giro.
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