Roberto, spizzala piano
Ci sono giocatori di calcio che non sono nè forti nè deboli, sono iconici. E degli anni della rinascita del Toro e dell’avvento di Cairo, dal 2005 al 2009, l’icona è lui: Roberto Stellone, l’attaccante di un solo modulo e una sola mossa, la spizza.
Simpaticamente preso per il culo in tutti i modi, fu trasformato in uno dei protagonisti di una leggendaria campagna di sbeffeggio in rete che a Cairo brucia ancora. Stellone e il Super Tele arancione che gli spioveva sulla capoccia lucida nei contesti più improbabili, insieme a Rosina con la camicia macchiata (non ricordiamo di cosa) e al pluriallenatore maestro di calcio Gianni De Biasi (inspiegabilmente lasciato al Toro dal Real Madrid e dal Manchester United, squadre più adatte al suo rango), restano la foto del Toro entusiasmante e deludente del primo Cairo, societariamente cazzaro come quello di oggi, ma nemmeno vincente sul campo.
Nel frattempo Roberto, passato dall’altro lato della panca, è riuscito in una impresa mica da ridere: portare in Serie A il Frosinone. Alla faccia di tutti, di Gianni Morandi e del suo Bologna dominato due giornate fa, del Catania che doveva ammazzare il campionato e ancora un po’ finisce in serie C, di Lotito e delle sue telefonate che minacciavano il tracollo del calcio se in A fossero arrivate Carpi, Latina e Frosinone (due su tre le ha beccate, quasi ai livelli di Fassino).
Alla faccia delle ironie sulla capoccia lucida che poteva spizzare qualsiasi cosa spiovesse in testa, pure i pianoforti dei cartoni animati, ma in una direzione generalmente a caso e totalmente inutile, Stellone c’è e speriamo che gli facciano godere un giro in serie A anche da allenatore. Lo voglio vedere allo stadio di Venaria, con una squadra di carneadi che tutta insieme non vale un’unghia di Pogba, a spizzare per interposta persona un improbabile gol. Perché il calcio, signori miei, non è bello per le solite partite delle solite quattro squadre che si contendono tutto, ma perché esistono ancora i piccoli miracoli come questo: vedere una città di provincia impazzita per una promozione pazzesca, e Roberto Stellone di nuovo in serie A.