Stasera c’è la partita
Ok, stasera c’è la partita (non c’è bisogno di dire quale). Sapete tutti che io sono tifosissimo del Toro, il che non mi impedisce naturalmente di augurare buona fortuna alla parte bianconera della città . Quella che probabilmente non conoscete, e che oggi vorrei raccontare per la prima volta, è la storia di mio nonno che giocava nella Juventus.
Mio nonno Renato, nato nel 1901, a diciannove anni divenne la promettente mezzala della Juventus, in cui giocò per tre stagioni. Era ancora l’epoca dello sport puro, praticato da ragazzi di buona famiglia come hobby, nel tempo libero dal lavoro o dagli studi (mio nonno studiava giurisprudenza all’università ).
Nelle prime due stagioni fu riserva, ma mise comunque insieme cinque gol in nove presenze. Nel 1922-23 cominciò ad essere schierato con regolarità , e giocò diciannove partite segnando altri tre gol. Si prospettava dunque per lui una buona carriera da giocatore di livello nazionale, anche se all’epoca le cose erano ovviamente molto diverse da oggi.
Però, come gli storici del calcio sapranno, l’estate 1923 segna un evento fondamentale nella storia del pallone italiano: è il momento in cui la famiglia Agnelli assume il controllo della Juventus. Da lì, dicono gli storici, “nasce lo stile Juventus”: immediatamente gli Agnelli cominciarono, primi in Italia, a usare i loro soldi per sottrarre i giocatori alle altre squadre, pratica vietatissima. In particolare la pietra dello scandalo fu il terzino Virginio Rosetta, il cui ingaggio per soldi, una volta scoperto, costò alla Juventus sanzioni e sconfitte a tavolino.
Mio nonno fu schifato sin da subito da tutto questo, e così, a ventidue anni, mandò a stendere gli Agnelli e la Juventus e si rimise a studiare giurisprudenza, continuando a giocare qualche partita per passione in squadre rimaste fedeli allo spirito originario (in particolare il Novara).
Da lì in poi, per i bianconeri, furono ottant’anni abbondanti di vittorie in “stile Juventus”: per cui non posso che ribadire i miei auguri per stasera, e continuare a preferire il Toro.
4 Luglio 2015, 06:16
Non seguo il calcio. Tuttavia, se ti scandalizza lo stile Juventus, dovresti leggerti un bel libro su come Agnelli (bisnonno a questo punto) si impadronì della FIAT. Vicenda illuminante. Forse per questo siamo finiti all’estero per lavorare: perché quello stile è dilagato nella società e soprattutto in politica, impedendo che i talenti potessero emergere. Nel calcio, nel lavoro, in politica. Ma un paese che soffoca il talento – ed il merito – è un paese che si condanna all’estinzione.