Sky
Vittorio vb Bertola
Affacciato sul Web dal 1995

Mar 24 - 20:04
Ciao, essere umano non identificato!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
chi sono
chi sono
guida al sito
guida al sito
novità nel sito
novità nel sito
licenza
licenza
contattami
contattami
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vecchi blog
vecchi blog
personale
documenti
documenti
foto
foto
video
video
musica
musica
attività
net governance
net governance
cons. comunale
cons. comunale
software
software
aiuto
howto
howto
guida a internet
guida a internet
usenet e faq
usenet e faq
il resto
il piemontese
il piemontese
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
software antico
software antico
lavoro
consulenze
consulenze
conferenze
conferenze
job placement
job placement
business angel
business angel
siti e software
siti e software
admin
login
login
your vb
your vb
registrazione
registrazione

Archivio per il giorno 4 Giugno 2019


martedì 4 Giugno 2019, 13:31

La sinistra baciapile

Ci fu un tempo, tra gli anni ’60 e ’70, in cui la sinistra italiana prese forza rispondendo a una richiesta di progresso sociale. Una parte dei temi erano economici: i diritti sul lavoro, la redistribuzione delle ricchezza tra le classi sociali, le opportunità di educazione e crescita per tutti. Una parte, però, erano sociali; l’Italia era allora una società chiusa e fortemente cattolica, e questo si rifletteva in termini oppressivi sulle donne, sugli omosessuali, sui diversi di ogni genere, a partire dai divieti sul divorzio e sull’aborto.

In quell’epoca fu soprattutto la sinistra ad abbracciare questa battaglia, concentrandola su un principio fondamentale: la laicità dello Stato. Non era un principio nuovo, perché la battaglia per l’affrancamento dalla religione di Stato inizia nell’Ottocento, dopo l’era napoleonica, con la carboneria e con i grandi liberali alla Cavour. Nell’Italia repubblicana, però, l’area laica e liberale è sempre stata molto ridotta; e fu quindi la sinistra a essere determinante.

Fino a vent’anni fa, dunque, ricondurre la religione a un affare privato, garantendo piena libertà di culto a tutti purché nessuno pretendesse di usare lo Stato per imporre il proprio credo agli altri, era una bandiera delle forze di sinistra; e questo ha indubbiamente portato un grande progresso sociale, che si è tradotto in una vita migliore, più indipendente e più libera per tutti. In quell’epoca, un politico di sinistra, pur accettandole, non avrebbe mai esaltato la classica processione della statua della Madonna per le strade, o una pubblica piazza piena di persone in preghiera; perché la religione deve rimanere un affare privato, confinata nelle case e nei luoghi di culto.

Questo, però, è velocemente cambiato negli ultimi vent’anni; e ora siamo ai politici di sinistra che postano citazioni di papa Francesco ogni tre per due, e si esaltano di fronte alle foto della fine del Ramadan, cerimonia religiosa che diventa talmente pubblica da occupare un intero parco e da bloccare il traffico in tutta Torino nord. E sono proprio quelli della sinistra più radicale – e, a Torino, della sinistra del M5S – ad esaltarsi di più; ne sono testimoni le deliranti dichiarazioni dell’assessore Giusta su quanto sia bello e giusto festeggiare la Repubblica in moschea.

Alla fine, questo è un altro effetto del sostegno acritico all’immigrazione senza limiti, per cui l’idea di porre un qualsiasi limite alla pratica pubblica dell’Islam – che è cosa ben diversa dal discriminare gli immigrati – viene equiparata al razzismo; e siccome limitare l’invadenza dell’Islam sarebbe razzismo, ma non si può privilegiare una religione sulle altre, non si può nemmeno limitare l’invadenza della Chiesa Cattolica.

E però, questa demolizione del principo di laicità proprio da parte di chi l’ha sempre sostenuto non è senza conseguenze. E’ un altro tassello della trasformazione della sinistra in una forza conservatrice e reazionaria, non solo sul piano economico, ma anche sul piano sociale; perché la conseguenza dell’accettare la religione nella sfera pubblica è il continuo arretramento sulla libertà e sui diritti di chi religioso non è, un film già visto peraltro negli ultimi decenni in tutto il mondo islamico, da Iran e Afghanistan al Nord Africa, e in tutto l’Est Europa cattolico, a partire dalla Polonia; è l’imposizione culturale, prima ancora che legale, di vestiti sempre più lunghi, di aborti sempre più difficili, di mogli e di figlie sempre più oppresse.

Se la sinistra fa la destra, il risultato è che le elezioni vanno alla destra vera; e se oggi abbiamo Salvini che bacia il crocefisso e prende una marea di voti, è anche per questi vent’anni di progressivo divorzio tra la sinistra e la laicità. Sotto la doppia pressione degli imam e dei vescovi, la società italiana avrebbe davvero bisogno di difendere il principio costituzionale della separazione tra Chiesa e Stato; peccato che non si veda alcuna forza politica intenzionata ad abbracciarlo.

divider
 
Creative Commons License
Questo sito è (C) 1995-2024 di Vittorio Bertola - Informativa privacy e cookie
Alcuni diritti riservati secondo la licenza Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo
Attribution Noncommercial Sharealike