Sky
Vittorio vb Bertola
Fasendse vëdde an sla Ragnà dal 1995

Vën 19 - 20:09
Cerea, përson-a sconòssua!
Italiano English Piemonteis
chi i son
chi i son
guida al sit
guida al sit
neuve ant ël sit
neuve ant ël sit
licensa
licensa
contatame
contatame
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vej blog
vej blog
përsonal
papé
papé
fotografie
fotografie
video
video
musica
musica
atività
net governance
net governance
consej comunal
consej comunal
software
software
agiut
howto
howto
internet faq
internet faq
usenet e faq
usenet e faq
autre ròbe
ël piemonteis
ël piemonteis
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
vej programa
vej programa
travaj
consulense
consulense
conferense
conferense
treuvo travaj
treuvo travaj
angel dj'afé
angel dj'afé
sit e software
sit e software
menagé
login
login
tò vb
tò vb
registrassion
registrassion
domenica 22 Marzo 2020, 09:59

Una rapida analisi dei dati (2)

Per mantenere un po’ di ordine mentale in ciò che sta succedendo, ecco una nuova analisi dei dati matematici.

L’Italia è stata messa in “lockdown”, quello in vigore fino a ieri, tra domenica 8 e mercoledì 11 marzo. Come vi scrissi in un post di allora, qualsiasi misura ha un effetto sui contagi che nella realtà è immediato, ma nei numeri rilevati e comunicati alle sei di sera si vede con un ritardo legato al tempo di incubazione e di crescita dei sintomi fino al momento del tampone, che a Wuhan risultava essere mediamente di 12 giorni. Trattandosi di una media sulla somma di casi singoli, questo vuol dire che i primi effetti dovrebbero vedersi 9-10 giorni dopo, e poi aumentare ed essere pienamente efficaci dopo un paio di settimane.

L’obiettivo del “lockdown” è quello di far scendere il fattore R0 dell’epidemia, cioé il numero medio di persone contagiate da ogni infetto, sotto 1. Infatti, se R0<1 ogni nuovo infetto contagia meno di un’altra persona e quindi il numero dei nuovi casi tende a diminuire, fino ad azzerarsi; se R0>1 invece il numero tende ad aumentare e si ha una crescita di tipo esponenziale, in cui a essere costante non è il numero di nuovi casi, ma la percentuale dei nuovi casi rispetto al valore precedente.

Quindi, l’andamento dei nuovi casi ci dice se siamo riusciti a bloccare la diffusione esponenziale del virus oppure no; nel momento in cui R0 scende sotto 1, i nuovi casi dovrebbero stabilizzarsi in valore assoluto per qualche giorno e poi iniziare a scendere.

L’andamento nazionale è la somma degli andamenti dei vari focolai, ma vista anche la concentrazione dell’epidemia nelle zone chiuse per prima, ci aspettavamo che intorno al 18 marzo la crescita percentuale cominciasse a scendere, e che intorno a oggi il numero di casi iniziasse a stabilizzarsi. Questo era importante perché, come scrissi alla fine del post precedente, “sappiamo che un blocco stile Wuhan (cioé compresi uffici, fabbriche e tutti i negozi non strettamente vitali) funziona. Non sappiamo se funzioni un blocco come l’attuale”.

I dati, nella realtà, hanno fatto qualcosa di piuttosto imprevisto. La crescita percentuale fissa dell’esponenziale dei nuovi casi, che prima delle misure era del 20-25%, ha iniziato a scendere già attorno al 13 marzo, ma dal 16 si è assestata con impressionante regolarità attorno al 14% e non è più scesa. In pratica, da una settimana siamo ancora in fase di crescita esponenziale, soltanto più lenta, con un tempo di raddoppio di 5-6 giorni invece che di 2-3. In compenso, il cambio di trend che ci aspettavamo negli ultimi 3-4 giorni non è minimamente apparso.

Come interpretare questi dati? Ci sono diverse possibilità.

Una è che i nostri tempi di ritardo siano più lunghi del previsto, magari per problemi del nostro sistema di rilevamento dei casi, o perché ci vogliono diversi giorni perché la maggior parte della gente inizi davvero a rispettare le prescrizioni. Questo vorrebbe dire che gli effetti visti una settimana fa sono quelli delle misure prese l’ultima settimana di febbraio, e che vedremo quelli dell’8 marzo tra qualche giorno. Potrebbe dunque darsi che già il “lockdown” delle scorse settimane fosse sufficiente, e serva solo avere pazienza.

L’altra è invece che il “lockdown” applicato fino a ieri sia insufficiente a far scendere R0 sotto 1, e che questo calo sia già l’effetto delle misure dell’8 marzo, e che sia finito così, dimostrandosi largamente insufficiente. In questo secondo caso, vedremo continuare la crescita al 14% ancora per 10-12 giorni; magari un po’ meno, visto che i primi effetti in questa ipotesi si sarebbero visti cinque giorni dopo le prime misure. Poi, scopriremo gli effetti del nuovo lockdown più stretto deciso stanotte.

Il problema è che, se siamo nel secondo scenario, al punto attuale dell’epidemia ogni giorno di ritardo nell’introdurre misure più stringenti significa migliaia di morti in più. Applicando il 14% di crescita per dieci giorni a partire da oggi, si ottengono 145.000 nuovi casi e quasi 17.000 nuovi morti. Applicandolo invece a partire da ieri, con un solo giorno di anticipo si sarebbero potuti evitare (o fortemente ridurre) 25.000 casi e quasi 4.000 morti. E tutto questo senza considerare che in realtà l’effetto delle misure sul numero dei morti è ritardato rispetto a quello sui nuovi casi, e infatti i morti stanno tuttora salendo al 18-19%.

Capite dunque perché, nel dubbio, il governo si sia finalmente deciso a introdurre nuove restrizioni. A dire il vero, credo che il governo le abbia introdotte adesso per calcoli politici, perché le stavano già introducendo le Regioni con loro ordinanze e Conte non voleva perdere il ruolo di leader agli occhi degli italiani. Ad ogni modo, hanno un senso: se si vedrà un netto calo già nei prossimi giorni le si potrebbe parzialmente riconsiderare, altrimenti ce le terremo senz’altro per settimane.

Nel frattempo, ecco, se – a parte chi lavora nelle attività essenziali, e ha tutta la mia gratitudine – poteste cortesemente stare a casa quando non è strettamente necessario a sopravvivere, fareste un favore a tutti.

divider

2 commenti a “Una rapida analisi dei dati (2)”

  1. MailMaster C.:

    Ciao Vittorio, scusa se uso questo commento ma il form per contattarti dal sito non funziona.
    Ho visto questo articolo su Repubblica (https://www.repubblica.it/tecnologia/sicurezza/2020/04/02/news/sito_dell_inps_in_tilt_per_gli_esperti_informatici_l_istituto_non_ha_scusanti-252951922/?ref=RHPPLF-BH-I252749928-C8-P4-S2.4-T1) in cui sei citato ma con il cognome sbagliato.
    Vedi te cosa fare. :)

    Un saluto.

  2. vb:

    Già segnalato, sono troppo impegnati per correggere…

 
Creative Commons License
Cost sit a l'è (C) 1995-2024 ëd Vittorio Bertola - Informassion sla privacy e sij cookies
Certidun drit riservà për la licensa Creative Commons Atribussion - Nen comersial - Condivide parej
Attribution Noncommercial Sharealike