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martedì 19 Maggio 2020, 22:41

Dororo

Dororo è un classico fumetto di Osamu Tezuka che segna un momento di svolta nella sua carriera, passando dalla produzione per ragazzi (Astro boy, la Principessa Zaffiro e Kimba il leone bianco, quello che assolutamente la Disney non ha scopiazzato, come evidente dal fatto che c’è ben una lettera diversa nel nome) a una produzione più matura, quella che oggi definiremmo “graphic novel”. A cinquant’anni dalla prima versione animata, ne è uscita l’anno scorso una moderna – ed è molto bella.

Intanto è visivamente notevole, dagli sfondi (la natura meravigliosa del Giappone medievale) alle animazioni (a parte l’episodio 15, l’episodio 15 sembra disegnato da un team di liceali a cui hanno dato mezza giornata per fare un cartone di venti minuti, ma dicono si tratti di una regia sperimentale analogica e quindi va bene così). Ma poi è bella la storia, una riflessione su cosa sia l’umanità, quanto sia data dal corpo e quanto dall’anima e come la si cerchi e la si trovi, cosa sia e cosa comporti il potere nel bene e nel male, e come si costruisca un futuro di pace in tempi difficili.

Naturalmente non è una serie per bambini, a meno che ai vostri bambini non piaccia vedere arti mozzati volanti che nemmeno nella Principessa Mononoke, schizzi di sangue ovunque e mostri di ogni genere; e naturalmente, essendo un fumetto giapponese degli anni ’60, entrambi i protagonisti sono orfani vagabondi senza famiglia e gli altri personaggi muoiono circa tutti a ogni puntata. Un LOL invece per il povero fratello-rivale che si chiama Tahōmaru, che vuol dire letteralmente “l’altro tizio”: schifato dalla mamma sin nel nome.

Comunque, Dororo è attualmente in visione (in originale sottotitolato) su Amazon Prime Video: vale la pena.

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Un commento a “Dororo”

  1. MailMaster C.:

    Grazie della segnalazione Vittorio, in effetti è una bella serie. Confermo che l’episodio 15 graficamente è pessimo (a me ha fatto venire in mente Lovecraft per il volto del personaggio), e anche il 16 non è proprio il massimo.
    Se proprio devo dire qualcosa, forse Hyakkimaru è un po’ troppo Goemon Hishikawa a volte, ma per il resto la storia, abbastannza prevedibile, è comunque godibile.

 
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