La profonda provincia romana
Comunque, dirlo adesso è facile, ma io una volta nella vita a Colleferro ci sono stato: esattamente due settimane fa. Arrivavo dall’Abruzzo, andavo a Roma, volevo fare una pausa turistico-prandiale, quindi ovviamente Ariccia; e il navigatore mi ha fatto uscire dall’autostrada a Colleferro, e poi girare per Artena.
Ora, andando in giro capita di attraversare posti qualsiasi che entrano e scorrono via senza lasciare traccia, ma quello non è stato un posto qualsiasi, tanto che avevo in testa un post per il blog che poi purtroppo non ho avuto tempo di scrivere. Intanto, già uscire dall’autostrada ti lascia in un groviglio di rotonda ex incrocio in cui l’unica indicazione che sembra interessare a tutti, ma davvero l’unica, è quella per un qualche outlet di vestiti firmati. Poi giri, e vai verso Artena per una stradina su e giù che credo sarebbe una statale, e ti ritrovi improvvisamente a Beirut.
Voglio dire, io arrivavo dai monti dell’Abruzzo e vi garantisco che di strade piene di buche e abbandonate da decenni lì ne ho viste parecchie, ma la viabilità di Artena le ha battute tutte. In pratica, per aggirare Artena e andare verso i castelli si passava per una serie di strade periferiche spesso circondate da villini partiti dal pratino e andati fino in cielo, ma con sull’asfalto delle voragini di metri; e le voragini erano generalmente risolte con il classico cartello “strada dissestata, limite 20 orari”, quello che secondo i sindaci fa magicamente sparire le buche e le loro responsabilità civili e penali sugli incidenti.
Ma lì, le buche erano talmente aggressive e proterve che davvero ho avuto la sensazione di essere finito in una terra di nessuno e di ognuno per sé, dove lo Stato non esiste; e dire che i romani da millenni sanno che lo Stato è anche e innanzi tutto le strade.
C’entra? Non so, però ho avuto la sensazione che come esiste la profonda provincia padana, quella dell’imprenditore che va a puttane in Serbia e poi torna a infettare tutti, esista anche la profonda provincia romana, altrettanto lontana dalla civiltà ma in modi diversi, e probabilmente anche più pericolosa.