I giornali, l’antisemitismo e il disprezzo per gli ultimi
Premetto, giusto per chiarezza, che a me regolarmente danno del sionista antipalestinese e amico di Israele, quindi credo di poter parlare dello scandaloso post di Monica Amore senza poter essere accusato di antisemitismo più o meno coperto.
Naturalmente quella vignetta (che non ho visto: mi baso sui racconti) è una schifezza, e qualsiasi altra persona se ne sarebbe resa conto prima di condividerla. Ma Monica no, perché è fatta così, perché (e in questo non potremmo essere più diversi) la sua storia, la sua cultura, il suo approccio alla vita la portano a credere possibili cose che io definirei immediatamente complotti, bufale e propaganda, e perché anche dei tragici riferimenti culturali ovvi a chiunque altro possono volare alto sopra la sua testa.
Ma allora, vi chiederete, perché una persona così sta nel consiglio comunale di Torino? (E non per sbaglio: alle elezioni prese 565 preferenze, che per dire furono quasi il triplo di quelle di un attuale assessore.) Beh, è semplice: perché è una persona che si sbatte davvero e con impegno per gli altri, per quelli come lei. Per gente, ed è tanta, che non ha avuto la fortuna che ho avuto io, quella di partire da condizioni sociali che garantivano un minimo di solidità economica e un facile accesso all’istruzione superiore e alla conoscenza, e che fatica a capire le complessità del mondo, ma ha uguale bisogno, e soprattutto uguale diritto, di essere ascoltata dalle istituzioni. Per gente che proprio per il suo livello culturale finisce sempre presa in giro da tutti, e poi turlupinata, e poi fregata ancora, nel lavoro, nei contratti, nella burocrazia, nelle cose di tutti i giorni, da quelle élite che poi la guardano anche dall’alto in basso perché è “ignorante”.
Se avessi visto per tempo il post in questione, avrei fatto l’unica cosa che aveva un senso fare: spiegare a Monica cosa volevano dire davvero quelle figure, e magari farla parlare con qualche amico ebreo che potesse efficacemente farle capire cos’è davvero l’antisemitismo e cosa concretamente abbia voluto dire nelle vite di milioni di persone.
Di sicuro non mi sarei affrettato a scaricarla come hanno fatto i vertici del M5S: capisco che davanti alla pressione della stampa sia difficile fare altrimenti, ma i voti di Monica e delle persone che rappresenta hanno fatto tanto comodo per vincere le elezioni, e i voti ricevuti vanno sempre rispettati e onorati. Di sicuro non mi sarei precipitato a prendere in giro la sua cultura e il suo curriculum vuoto come hanno fatto oggi diversi esponenti del PD, dimostrando di non avere più alcuna idea di quale dovrebbe essere in teoria la fascia sociale rappresentata dal centrosinistra.
Men che meno, però, avrei reagito come hanno reagito i giornali in oggetto: perché è evidente a me, e credo pure a Monica, che il direttore de La Stampa che pubblica una reazione video intitolata “Il post di Monica Amore con le vignette antisemite è un gesto infame: cosa ne pensano i vertici di M5S?” non ha come obiettivo prioritario quello di combattere l’antisemitismo; sta più che altro montando il caso il più possibile per mettere in difficoltà il M5S ai massimi livelli.
Mi sembra pure questo un uso strumentale, e dannoso, della questione; di sicuro una reazione del genere non aiuta le persone che fanno girare quel tipo di vignetta a capire e superare i propri pregiudizi e tutti i tristi luoghi comuni sugli ebrei ricchi che controllano i media. Ma soprattutto, ironicamente, questa reazione prova a posteriori che, se si eliminano le caricature antisemite e ci si limita alla partigianeria dell’informazione italiana, il post di Monica aveva davvero molto senso.