Eppur si muove
Probabilmente è una questione tecnica che interessa direttamente pochi di voi, ma da questa settimana è in vigore un cambiamento storico: con solo una quindicina d’anni di ritardo, l’ITU – l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di standardizzazione delle telecomunicazioni – ha deciso di rendere gratuitamente disponibili in PDF i propri standard attualmente in uso.
Nell’era di Internet, gli standard dell’ITU effettivamente fondamentali sono ormai pochi; comunque, che vogliate costruire un modem 56k (raccomandazione V.90), implementare un sistema di sicurezza per la posta elettronica (X.509) o imparare le reti a pacchetto dell’era pre-Internet (X.25) – o magari accedere a questi documenti per studiarli -, ora potete almeno leggere lo standard gratuitamente.
Il segno del cambiamento, difatti, è soprattutto simbolico. L’ITU, difatti, è stata sin dalla metà dell’Ottocento il luogo dove si realizzavano gli standard delle telecomunicazioni, mediante lunghe negoziazioni tra rappresentanti dei governi e delle telecom monopoliste nazionali. Tutto questo è andato improvvisamente in crisi negli anni Novanta, quando il modello di rete a pacchetto definito dall’ITU, l’OSI, fu sorprendentemente trascurato dal mondo a favore del TCP/IP di Internet. Ci sono vari motivi per cui ciò è avvenuto, ma uno dei maggiori è proprio che gli standard TCP/IP, memorizzati nelle cosiddette RFC, sono sempre stati sviluppati in modo aperto a tutti e resi disponibili elettronicamente senza costi, mentre per partecipare alla definizione degli standard dell’ITU bisogna esserne membri – non tutti lo possono essere, e costa parecchio – e anche solo per leggerli, fino a ieri, bisognava pagare botte di 15-20 euro l’uno.
L’ITU sta lottando da anni per non scomparire, ingoiata dalla decentralizzazione e dalla privatizzazione della governance delle telecomunicazioni; questa mossa è un segno che infine, pur con la lentezza delle grandi burocrazie, qualcosa sta cominciando a capire.