La cena dei cretini, con mascherina
Una ennesima prova del fatto che siamo governati da una banda di inetti è la vicenda delle mascherine, che vale davvero la pena di riassumere per bene.
Intanto, all’inizio hanno detto che le mascherine erano inutili, non servivano a niente, e voi stupidi cittadini smettetela con la psicosi da mascherine, per poi dopo due mesi ammettere che erano utili e anzi devono metterle tutti, però non lo potevano dire, e ancora non le rendono obbligatorie (a differenza di mezzo mondo fuori dall’Italia dove sono già obbligatorie e facilmente disponibili), perché non sanno come assicurarle a tutti.
Le mascherine non ci sono perché due mesi fa hanno fatto la prima genialata: hanno imposto per legge che le Dogane potessero sequestrare tutte le mascherine in corso di importazione e darle alla Protezione Civile, in cambio di un indennizzo minimo che sarà pagato forse tra mesi.
Il risultato è che tutte le ditte italiane specializzate nel settore, che stavano per immetterne milioni sul mercato, hanno bloccato gli ordini: che senso ha pagare un fornitore cinese e pure il trasporto se poi, appena le mascherine arrivano in Italia, lo Stato se le prende gratis? Sarebbe solo buttar via i propri soldi.
Nel frattempo, la Protezione Civile, che avrebbe dovuto mettere in piedi l’importazione per tutti, era in difficoltà : hanno provato a scrivere su Google “acquisto mascherine”, non è uscito niente, allora hanno scritto “buy mascherins”, ma dopo vari tentativi sono arrivati solo su siti in cinese, e nessuno ci capiva niente.
Risultato, dopo un lungo periodo di blocco in cui la gente moriva, hanno permesso a chi sapeva farlo di ricominciare a importarle, passando al meccanismo degli appalti pubblici urgenti. Questo ha permesso almeno alle farmacie e agli ospedali di riuscire pian piano a procurarsele, anche se a prezzi elevati.
Intanto, gli appalti pubblici sono “casualmente” finiti in buona parte a scatole vuote dai proprietari misteriosi, che nell’oggetto sociale avevano tutt’altro, ma magicamente si son viste arrivare soldi pubblici per decine di milioni di euro, per poi dire “eh purtroppo le mascherine non arrivano, sono bloccate in Cina, ci spiace” – e nel frattempo tenersi i soldi.
Tra questi “imprenditori” c’è l’ex presidente della Camera Irene Pivetti, che ha preso un appalto per 30 milioni di euro, ma non contenta però, invece di consegnare le mascherine alla Protezione Civile, ne ha fatte finire diverse nelle farmacie liguri a prezzi da strozzinaggio; ed erano pure prive della certificazione.
Dopo due mesi, mentre gli italiani si sono arrangiati come potevano, arriva la nuova genialata: diciamo che tutti sono obbligati a mettere le mascherine, ma per evitare le proteste, fissiamo noi il prezzo per legge: 90 centesimi, anzi no, 50 centesimi, perché siamo il governo del popolo! Risultato: stamattina le mascherine sono immediatamente sparite dai negozi, perché chi le ha pagate al fornitore due euro l’una come può venderle a cinquanta centesimi?
Al che oggi il governo ha precisato: no, scusate, pagheremo noi la differenza ai negozianti. Ma naturalmente a babbo morto! Non credo che vedremo riapparire le mascherine tanto presto, se non sottobanco; sono talmente inetti che son riusciti a riportare in Italia il mercato nero, una roba che non si vedeva dalla seconda guerra mondiale.
Ma in tutto questo tempo non hanno fatto l’unica cosa che andava fatta, cioé – due mesi fa, non adesso – convocare le associazioni di categoria e dire a tutte le industrie del tessile che chi poteva si riconvertisse a fare mascherine, e che lo Stato avrebbe pagato i costi di riconversione e garantito volumi di acquisto adeguati. Questo avrebbe reso l’Italia autonoma e avrebbe permesso di mettere sul mercato mascherine a prezzo naturalmente basso, creando anche posti di lavoro in Italia. Ma no, quello era comunismo!
Non si possono indirizzare le imprese, salvo poi trovarsi dopo due mesi con l’epidemia che non passa anche per mancanza dei dispositivi di protezione individuale, e tentare di fare una manovra che è molto più “comunista” di quella, ma che fallisce subito.
Che banda di incapaci…