Il cambiamento climatico è grave, ma non è serio
Il riscaldamento globale è un fenomeno epocale, per cui epocali sono anche le buffonate che lo accompagnano.
E’ una buffonata il mega incontro e manifestazione di giovani che discutono – capeggiati da una ragazzina autistica a cui però adesso hanno affiancato un’africana, perché donna e disabile sì ma se non sei nera non sei comunque abbastanza politicamente corretta – e dopo giorni di ponderazioni partoriscono come unico risultato “fate subito qualcosa, è colpa vostra”. Ed è ovviamente una buffonata anche maggiore la gara dei politici a farsi fotografare colorandosi di verde, ben sapendo che tanto poi la cosa finirà lì.
Infatti, il riscaldamento globale è un problema che l’umanità non può né affrontare né risolvere. Intanto, tre quarti dell’umanità – Cina in testa – ha altre priorità ben più urgenti, principalmente legate al mettere insieme il pranzo con la cena; le riduzioni che potremmo fare noi “ricchi” sarebbero contemporaneamente troppo limitate per cambiare il trend e troppo impattanti sulla nostra economia.
Alla fine, nessuno sa esattamente se e quando una eventuale catastrofe climatica spazzerà via gran parte dell’umanità , ma se così è, tale catastrofe è inevitabile perché l’umanità per definizione non è in grado di prendere decisioni coordinate, specialmente decisioni che siano molto penalizzanti ora per avere effetti nel lungo termine. E infatti, i mega summit mondiali si concludono per forza con dichiarazioni cosmetiche e qualche vago impegno a vent’anni, che tanto sarà disatteso fin che la tecnologia non lo renderà possibile senza sforzo, perché nessun politico vuole perdere consenso imponendo sacrifici.
Inoltre non sapremmo nemmeno che decisioni prendere: stiamo tutti chiusi in casa per non generare emissioni? Mangiamo solo erba? Dormiamo al freddo? In gran parte, le tecnologie alternative per mantenere uno stile di vita più o meno simile all’attuale costano di più e non sono ancora disponibili su una scala di massa; e comunque, a parte una minoranza di stoici votati al sacrificio, la maggior parte dell’umanità non è interessata a cambiare il proprio stile di vita, e al massimo può accettare la sostituzione di una tecnologia con un’altra più ecologica, purché non costi troppo.
L’unica vera speranza sta dunque nel naturale progresso tecnologico. Se esso sarà insufficiente e se dunque gli stili di vita cambieranno, sarà perché la popolazione vi sarà costretta con la forza – quella delle armi, quella dei soldi o quella della natura. In attesa di quel momento, e dell’inevitabile scontro violento che genererà , possiamo al massimo chiacchierare sui social.
(P.S. per chiarezza: io differenzio religiosamente l’immondizia da vent’anni, vado a piedi o in bici quando posso, ho migliorato energeticamente il mio appartamento eccetera; dovrebbero farlo tutti. Il problema è che queste ormai sono piccole cose che non fanno alcuna vera differenza sul trend climatico.)
10 Ottobre 2021, 03:44
Greta Thunberg a me è simpatica. Dev’essersi inferocita quando ha notato che anche in Svezia non nevica come una volta quando era tutta campagna, come accadde a me quando toccò al Piemonte – prima del 1975 o giù di lì ogni inverno veniva la neve, in pianura, regolarmente, e a terra durava settimane; dopo, solo frustranti, imperfette imitazioni man mano sempre più rade e scialbe. Con la differenza che allora non si parlava ancora di cambiamento climatico e, essendo il fenomeno ancora circoscritto alla pianura padana, incolpavo l’isola di calore generata dalle città , dalle industrie, dalle costruzioni che vi sono dilagate facendone uno dei cessi sovrappopolati del mondo moderno. Un’altra differenza è che la mia rabbia ambientalista non era funzionale ad alcun potere e dava fastidio un po’ a tutti, così non divenni famoso. Purtroppo l’attivismo di Greta si instrada invece nell’alveo della demente ideologia della sinistra postmoderna, che può far di te una celebrità se accetti di lasciarti usare ma trasforma in irrazionale escremento tutto ciò che ingurgita, comprese le sue stesse celebrità . Se incontrassi Greta le raccomanderei di non farsi strumentalizzare per non mandare a pu… ehm a monte la sua causa, perché il potere oggi si appropria delle ideologie che intende neutralizzare. Vedasi che rivoluzione avrebbe potuto essere Slow Food, o un certo movimento andato a monte con sorprendente rapidità .
Quanto al cambiamento climatico, i mutamenti del clima ci sono sempre stati e semplicemente oggi non possiamo più permetterceli, perché non possiamo lasciar allagare pianure costellate di città e dedicate all’agricoltura e dover spostare miliardi di persone perdendo al contempo le risorse per sfamarle. Perciò il clima planetario va stabilizzato, suggerirei a prima del 75, e i mutamenti in atto mostrano che un modo è regolare il tasso di anidride carbonica nell’atmosfera. Sappiamo come emetterla ma non come ritirarla rapidamente trasformandola in carbonato di calcio, carbone o altro composto stabile (le piante non vanno bene?).
Le fonti alternative, che dovrebbero intanto consentire di emetterne di meno, mi si palesano anch’esse dannose sotto altri punti di vista: non mi è chiaro il bilancio energetico e ambientale della costruzione di pannelli solari, che qualche ingegnere potrebbe chiarire in un post, né simpatizzo per l’idea di spargerli ovunque nei prati e sui tetti: li considero una soluzione temporanea, in attesa che future tecnologie ne producano di più efficienti, più duraturi e più piccoli. L’idroelettrico è brutale e devastante. Il grande invaso è un grande scempio, la mini centrale un piccolo scempio in un angolo di torrente. L’eolico appare la soluzione più pulita, a parte il gigantismo delle pale e le strade aperte nei boschi per costruirle, e non capisco come mai si parli di impianti in alto mare ma intanto li si fa sulle colline. A tutto quest’impatto visivo preferirei di gran lunga il nucleare sicuro, se non fosse un ossimoro (dunque non l’attuale tecnologia, ma starei a sentire se uno come Rubbia non proponga qualcosa di nuovo) e se nel costruire impianti, non si facesse sempre del proprio meglio per deturpare senza ritegno (Boucle de la Meuse https://cdn.futura-sciences.com/buildsv6/images/mediumoriginal/a/8/a/a8af8b9f9b_115930_chooza-vueaerienne.jpg, ITER https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/56/ITER_site_2018_aerial_view_%2841809720041%29.jpg). Come si sarà capito, mi preoccupa particolarmente non deturpare (e non espropriare): su di me non fa presa giustificare un danno estetico in nome dell’utile e del necessario, perché anche l’estetica concorre alla qualità della vita, per cui voglio _anche_ quella.
Bruttissimo segno, infine, questo governo tecnico senza ministero dell’ambiente, al cui posto c’è una non meglio precisata transizione ecologica che odora di rimediare ai guasti creati dallo sviluppo con altro sviluppo, e nella migliore delle ipotesi, di un inedito ecologismo non ambientalista.