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Archivio per la categoria 'Itaaaalia'


martedì 23 Maggio 2006, 21:55

Ancora Massimo

A Ballarò, Casini ha appena perso completamente le staffe davanti a D’Alema, e gli ha urlato in faccia, davanti a tutta l’Italia, “sono fiero di averti impedito di andare al Quirinale, perchè sei un arrogante”. Con tanto di dito puntato. E io gongolo, visto che ancora una volta Massimo ha punto persino il più democristiano dei leader del centrodestra…

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martedì 23 Maggio 2006, 20:46

“Normale amministrazione”

Così, pare, l’autista di Moggi ha commentato la propria visita forzata alla procura di Napoli, per un interrogatorio di oltre tre ore. Sarà: vuol dire che per fare l’autista di Moggi bisogna mettere in conto un interrogatorio alla settimana?

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giovedì 18 Maggio 2006, 11:55

Basta chiedere

MINISTERO FUNZIONE PUBBLICA E INNOVAZIONE

Ministro: Luigi Nicolais (Ds)

Sottosegretari:
Beatrice Magnolfi
Giampiero Scanu

Già mandata la mail di congratulazioni (sincere).

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mercoledì 17 Maggio 2006, 20:18

Minimo rispetto, Massimo dispetto

Roma, Quirinale, oggi pomeriggio. I ministri del nuovo governo sfilano, emozionati, davanti al tavolino dove li attendono il capo dello Stato, Napolitano, e il nuovo premier, Prodi. Lì giunti, sorridono, firmano il decreto di nomina, stringono la mano a Napolitano e Prodi, posano per una veloce fotografia, e vanno via.

Tutti, tranne uno.

Massimo D’Alema, nuovo vicepremier e Ministro degli Esteri, si avvicina al tavolino con passo sicuro. Guarda Napolitano, e gli fa la battuta: fa finta di firmare nello spazio destinato al Presidente della Repubblica, anzichè in quello destinato al ministro. Poi alza lo sguardo, sorride, stringe la mano a Napolitano.

E se ne va.

Come se Prodi non esistesse.

Ed ecco, in questo gesto umanissimo, che sarà certamente amplificato dai giornali, dalle tivù, persino dai blog come questo, io mi ci ritrovo. Perchè D’Alema è l’unico politico di statura reale in un centrosinistra frequentato da molti arruffoni, improvvisatori, maneggioni e comparse. Una persona che potrà non piacere, ma le cui capacità sono indiscutibili.

Eppure, forse proprio per le sue capacità, gli arruffoni e i maneggioni suoi compari non gliene hanno fatta passare una. L’hanno regolarmente segato per tutte queste settimane, con cattiveria e insistenza, prima per la presidenza della Camera, poi per la presidenza della Repubblica, poi per il ruolo di vicepremier unico.

Certo, dove può lui non lascia gli episodi impuniti, come testimonia il fatto che Fassino, come peraltro da facile previsione, sia tuttora in castigo dietro la lavagna, altro che ministro di peso. Ma, per la maggior parte, Massimo ha dovuto ingoiare una umiliazione dopo l’altra.

E allora, quando D’Alema tra qualche tempo piazzerà ancora una volta il suo coltello tra le scapole di Romano Prodi, dirò che ci può stare: perchè mai come stavolta sarebbe una rivincita meritata.

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mercoledì 17 Maggio 2006, 14:41

Via Stanca, chi arriva?

Ok, è uscita la lista dei ministri.

E noi (intendendo gli aficionados di Internet e delle tecnologie) ci siamo scampati Linda Lanzillotta, già candidatissima alla poltrona di Ministro per l’Innovazione, che aveva esordito con alcune dichiarazioni un po’ sconcertanti a proposito di colazioni con Bill Gates, “la persona che ha inventato l’informatica”, e con un successivo flammone epico sul suo blog.

In compenso, pare che l’Innovazione e Tecnologie sia finita in un “ministero misc”, senza portafoglio ovviamente, assegnato a tal Luigi Niccolais o Nicolais dei DS (“tal” perchè certamente è degnissima persona, ma nessuno l’aveva mai sentito nominare, tanto è vero che i giornali discordano sul suo stesso cognome); e accorpata insieme alla Funzione Pubblica.

E già questo è un po’ preoccupante: come se “innovazione e tecnologie” volesse dire essenzialmente cambiare i PC negli uffici pubblici, e nulla di più.

Comunque, penso che molto dipenderà dalla scelta del sottosegretario per le tecnologie e Internet, ammesso che ne facciano uno; sapendo che per la persona ideale, Fiorello Cortiana, le speranze sono circa nulle, così come per il sempre sveglio Marco Cappato, sarei contento di Beatrice Magnolfi dei DS. Ma poi, chiunque sia, l’importante è che ascolti bene e con le orecchie aperte, e non si limiti a leggere i comunicati stampa delle grandi multinazionali dell’informatica (con tutto il rispetto ad esse dovuto).

P.S. Detto che non si capisce la differenza o la divisione di ruoli tra il ministero del Lavoro e quello del Welfare, trovo una novità molto molto interessante l’affido di quest’ultimo ad un “giovane” quarantacinquenne, perdipiù di Pomaretto in val Germanasca. Anche se, venendo da Rifondazione e dai sindacati in Fiat, ho sempre il dubbio che sui temi dell’organizzazione e della valorizzazione del lavoro sia settantenne dentro.

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martedì 16 Maggio 2006, 20:59

Ti amo campionato

Per chi dice che è tutta colpa di Moggi e che la Juve ha cominciato a rubare solo dopo che è morto l’Avvocato, può essere istruttivo rivedere queste immagini di otto anni fa.

Certo, nel 1998 queste cose, come sempre nei regimi, si potevano dire soltanto tramite le buffonate. Ma se togliete le immagini e ci mettete sopra la voce di Mentana, vi sembrerà di vedere la puntata di Matrix di ieri sera, a dimostrazione che, presso una certa squadra bianconera non a caso adorata da moltissimi italiani, l’onestà è diventata un optional da molto molto tempo.

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lunedì 15 Maggio 2006, 20:55

Gioverà all’economia

Stasera, mentre come al solito tornavo a casa ascoltando Radio Flash, il notiziario di Popolare Network ha annunciato la riapertura delle relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e la Libia, indicando che tale decisione è sì dovuta a motivi ideali e al desiderio di pace, ma anche, sotto sotto e detto con disprezzo, “per motivi economici”.

E io mi chiedevo perchè, per radio e giornali di sinistra, fare qualcosa per motivi economici debba sempre essere intrinsecamente un male.

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venerdì 12 Maggio 2006, 22:21

La Juve nel mondo

Vabbe’, dai, so che non devo mettermi anch’io a sparare sulla Juve. Ha ragione chi dice che per noi granata questa settimana è come Natale, Capodanno, Pasqua e il Carnevale di Rio tutto insieme; più che altro, quando per anni dicevi che certe cose erano truccate, che la Juve rubava, ti guardavano sempre male e ti davano del paranoico, e adesso si scopre che non solo era tutto vero, ma c’era molto di peggio.

Tipo, Moggi che prima, di propria iniziativa, ordina agli arbitri di far perdere una serie di partite alla Fiorentina per spingerla sul fondo della classifica, e poi, quando Della Valle viene da lui in ginocchio sui ceci, ordina agli arbitri di aggiustarne altrettante per salvarla dalla B.

Oppure, Moggi che dopo una partita inopinatamente persa a Reggio Calabria entra negli spogliatoi di arbitro e guardalinee, li insulta a morte, e poi li chiude dentro e li lascia lì ad libitum (sequestro di persona, per intenderci), con il timido osservatore dell’Associazione Arbitri che, spaventato, scappa e si chiude nel bagno per non vedere e non sentire, ricevendo per questo, il giorno dopo, i complimenti dal presidente della suddetta associazione.

Sembrerebbe fantascienza, se non ci fossero tanto di telefonate registrate che lo provano in abbondanza. (Del resto, sembrerebbe fantascienza anche l’idea che Romano Prodi proponga Gianni Letta, dipendente Milanmediasconi, come commissario per ripulire il calcio; e invece è vero.)

Ma siccome in Italia su queste cose c’è sempre la tendenza a minimizzare e a lasciar stare, forse è bene che vi dia un’idea di come questa vicenda abbia raggiunto i titoli di molti giornali internazionali. E quindi, potete leggere cosa scrivono a proposito della Juve e dell’Italia in Inghilterra, Francia, Belgio, Spagna, Stati Uniti e Cina, solo per dare qualche esempio. Giusto in caso a qualcuno (compreso un Presidente del Consiglio in cerca di inciuci) venga in mente di sostenere che sono solo chiacchiere e non c’è poi bisogno di questi grandi interventi.

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giovedì 11 Maggio 2006, 15:27

Microprezzi

Oggi, per non mangiare le fajitas fredde, ho deciso che l’azienda poteva donare alla collettività lavorativa dell’ufficio un forno a microonde.

Ci siamo così recati al supermercato GS (gruppo Carrefour) di fronte al palazzo, dove campeggiava la seguente offerta: forno a microonde Whirlpool con grill e cazzi e mazzi, prezzo originale 159 euro, scontato dal produttore a 99 euro, scontato dal supermercato a 39,90 euro.

E io non posso che pensare: sono stati generosi con me oggi, oppure mi inculano a sangue tutto il resto dell’anno?

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lunedì 8 Maggio 2006, 22:21

Ubi Maximus…

L’elezione del Presidente della Repubblica è, da sempre, il momento più imprevedibile ed elaborato della politica italiana; quello dove i grandi politici tirano fuori le strategie e le tattiche per arrivare al risultato desiderato. Per quei pochi che si appassionano della materia, è anche piuttosto divertente; allo stesso tempo, esattamente come il conclave che elegge il Papa, la grande assemblea che fa i Presidenti è sempre fonte di grandi sorprese.

Dunque, riassumiamo la situazione: nel gioco delle cariche dello Stato, il presidente del Consiglio è un cattolico indipendente, mentre le presidenze delle Camere sono andate alla Margherita e a Rifondazione. E’ quindi del tutto chiaro che lo scenario istituzionale è debole, perchè il maggior partito della coalizione, i DS, non ha raccolto uno straccio di niente; perdipiù, proprio il partito della coalizione più “professionista” e attento a questo genere di cose, e retto da un tipino come Massimo d’Alema, che non è certo persona da chinare la testa e rinunciare alle proprie ambizioni personali tanto facilmente.

Dunque, se il presidente della Repubblica non sarà un DS, è probabile che succederanno un paio di cosucce: prima Fassino sarà fatto a pezzi dai suoi, e poi Prodi andrà a casa alla prima occasione, per permettere un bel rimpastone che rimetta le cose a posto. In particolare, è chiaro che l’unico DS al Quirinale che può garantire stabilità è il suddetto D’Alema; un altro DS lascerebbe Massimino comunque scontento e in attesa della sua vendetta.

C’è però un piccolo particolare: D’Alema, presso l’italiano medio, è popolare quanto una zecca nel culo. E allora come si fa? Per prima cosa, si monta una bella querelle in pubblico tra D’Alema e Bertinotti, in cui il primo può fare il bel gesto, far la figura dello statista che si sacrifica per il bene di tutti, e acquisire crediti pubblicamente esigibili. E poi, stante che la Casa delle Libertà non può certo dire ai propri elettori che voterà D’Alema, bisogna trovare il modo di poterlo eleggere a maggioranza senza che sembri uno strappo troppo evidente con l’altra metà degli italiani.

Per questo motivo, bisogna evitare accuratamente che si crei consenso su un candidato super partes, votabile anche dagli altri. E quindi, bisogna fare in modo che gli altri non presentino un candidato accettabile. Il centrodestra ci prova, presentando una rosa in cui c’è anche Amato, uno dei pochi del centrosinistra ad avere il profilo adatto; ma il centrosinistra ovviamente lo snobba e rilancia con Napolitano, un DS ex Presidente della Camera ed ex Ministro dell’Interno. Rilancia, lo sostiene ufficialmente in lungo e in largo… ma non lo vota.

Non lo vota neanche il centrodestra, beninteso; ma il centrosinistra si guarda bene dal deporre il nome di Napolitano nell’urna. Ufficialmente, come segnale di disponibilità verso il centrodestra, e per non bruciarlo troppo; di fatto, perchè altrimenti agli altri basterebbe istruire un po’ di propria gente a scrivere “Napolitano” sulla scheda a sorpresa, e Massimino sarebbe panato.

Ora, cosa può succedere? La speranza di D’Alema è che non succeda nulla, in modo che alla quarta votazione, quando basterebbero i voti del centrosinistra, loro possano dire “noi abbiamo offerto un accordo, gli altri non l’hanno accettato, a questo punto non possiamo che sentirci liberi di eleggere un candidato di parte”, cioè D’Alema. Naturalmente, non è nemmeno detto che ciò accada, e che il centrosinistra non elegga a maggioranza Napolitano, Amato o qualcun altro, o che non decida di cercare a tutti i costi l’accordo; ma siccome gli altri alleati non sono scemi e sanno di non poter tirare ulteriormente la corda con Massimo, questo pare improbabile.

L’unica cosa che può sparigliare le carte, quindi, è che domani il centrodestra voti Napolitano, scegliendo il meno peggio. Glielo dice pure il Vaticano! E difatti, stasera il TG5 apre con una notizia bomba: “Domani il centrodestra voterà Napolitano”. E però, D’Alema non è scemo; sa che deve evitare a tutti i costi che domani il centrodestra voti il suo candidato-scaldasedia. E allora, si deve pur essere premunito, accordandosi con qualche amichetto dall’altra parte.

Già, ma chi? Beh, mezz’ora dopo l’annuncio del TG5, è saltata su la Lega: “Qui non c’è accordo, noi non voteremo Napolitano e se lo fanno gli altri la Casa delle Libertà è morta”. Ah, ecco, mi pareva.

Ma naturalmente, siccome la Lega è da tempo l’avanguardia di Berlusconi, non è affatto improbabile che ci sia di mezzo anche lui. In fondo, per Silvio, Massimo sarebbe un’ottimo Presidente; è vero che la sua elezione stabilizzerebbe Prodi, ma D’Alema è sempre stato rosso fuori e bianco dentro, un grande fautore degli accordi trasversali sin dai tempi della Bicamerale, e un politico cinico e realista, che non si fa certo scrupoli e non bada affatto alle questioni di principio. Ed essendo così impopolare sarebbe un Presidente debole, certo non in grado di contrastarlo, in caso di suo ritorno a Palazzo Chigi, con l’autorevolezza e l’adorazione generale che poteva avere Ciampi. E infine, Berlusconi ha bisogno di garanzie, e D’Alema – che non a caso da Presidente del Consiglio disse che “Mediaset è una risorsa per il Paese” – è la persona giusta con cui concludere un do ut des dietro le quinte.

Ovviamente tutto può succedere; un accordo su Napolitano domani pomeriggio non è affatto impossibile, specie se nel centrodestra dovessero prevalere Ruini, Casini e Fini, che non avendo televisioni da difendere hanno tutto l’interesse a far esplodere il centrosinistra invece che a negoziare un quieto vivere. E ovviamente Napolitano non sarebbe comunque così male per i DS. Ma insomma, mi sbaglierò, ma io punterei i miei soldi sul baffuto al Quirinale.

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