Tutto il cielo è paese
Il Messico è un paese meraviglioso, davvero, e se non ci siete mai stati vi consiglio di andarci, e non solo sulle spiagge. Per noi latini d’Europa, per certi versi è familiare, anche se per altri è completamente alieno.
Una delle cose a noi familiari è l’invadenza della politica nell’economia, e in particolare nel trasporto aereo. Questa storia comincia dunque già negli anni 2000, quando l’aeroporto di Città del Messico, situato in mezzo alla città , comincia a essere insufficiente; si decide dunque di costruirne uno nuovo. Il Messico è uno stato presidenziale, e ogni nuovo presidente ha il suo progetto, portando a una pletora di piani alternativi. Quando infine viene eletto l’attuale, Lopez Obrador, lui organizza un referendum per abbandonare a metà la costruzione del nuovo aeroporto del presidente precedente e iniziare di nuovo in un posto diverso, con un progetto ancora più pantagruelico.
Il nuovo aeroporto, noto in breve come AIFA, viene costruito in fretta con l’aiuto dell’esercito, spianando ritrovamenti archeologici e i resti di almeno duecento mammut. Inaugurato l’anno scorso, ha un piccolo problema: è una cattedrale nel deserto, lontanissima dalla città e mal collegata, per cui le linee aeree non ci vogliono andare.
Cosa fa allora il presidente? Semplice: sempre con l’aiuto dell’esercito, mette in piedi una nuova linea aerea, 100% pubblica, che faccia base all’aeroporto e lo riempia di rotte. La chiama Mexicana, riprendendo il logo di una precedente storica compagnia fallita una decina di anni fa.
Qualche giorno fa, dopo vari rinvii, Mexicana è finalmente pronta per il suo primo volo ufficiale, da AIFA fino al nuovo aeroporto di Tulum, anch’esso costruito dall’esercito e appena inaugurato per servire la città turistica a un’ora a sud di Cancun, anche se l’aeroporto di Cancun era ampiamente sufficiente.
Così, molti in Messico seguono col fiato sospeso il volo, che parte, attraversa il paese, si mette sul percorso di discesa e… devia all’aeroporto di Merida, ufficialmente per problemi di maltempo, ma pare perché qualcosa non ha funzionato.
E insomma, la storia finisce qui, con l’aereo che poi riesce a ripartire e ad atterrare a Tulum, ma viene fotografato con un’inquietante bacinella sotto un’ala, posizionata sopra una macchia d’olio che si è formata sulla pista dopo che l’aereo è stato parcheggiato.
Però, noi possiamo divertirci con questa storia perché sappiamo come funziona, perché è la stessa storia di tante nostre infrastrutture da Malpensa a Alitalia, perché anche noi viviamo in un paese dove la politica fa disastri con i nostri soldi, fino a quando non arriveranno nuove elezioni e nuovi governanti, che faranno disastri simili, ma diversi.