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Archivio per la categoria 'StillLife'


venerdì 11 Dicembre 2009, 19:52

Un classico del venerdì pomeriggio

Per arrivarci è necessario un giro di chilometri, perché in Italia prima si fanno i cubi di cemento privato, poi li si collega alle strade che ci sono, poi si realizza che i cubi di cemento portano traffico e si comincia a progettare una strada più larga, poi il progetto si ferma per qualche anno tra uffici pubblici poco celeri e contestazioni di vario tipo, e infine, se va bene, dieci anni dopo arriva la strada, proprio quando il cubo di cemento ormai è vecchio e per qualche motivo non attrae nemmeno più tanto traffico.

Vedasi Malpensa, ma io sto parlando dell’Ikea di Collegno; che se per caso uno arriva da Collegno deve infilarsi giù per le rampe del vecchio ponte, e poi risalire in fila indiana verso la tangenziale, e poi immettersi in una nuova bellissima rotonda dove il traffico è strozzato perché cento metri dopo è rimasto il vecchio semaforo; e poi lo vede lì, il cubo di cemento, ma non può svoltare a sinistra perché l’immissione della nuova strada cozza con il vecchio svincolo e comunque ci vorrebbe una nuova rotonda che però manca, e allora deve andare avanti per tre minuti, poi svoltare a sinistra alla terza rotonda, e poi ancora immettersi in una quarta rotonda dove le uscite non sono segnalate e se sbagli ti ritrovi irrimediabilmente immesso sull’autostrada in direzione Milano, e poi scendere in un sottopasso sotto il passaggio delle mucche della vecchia cascina – come se in mezzo a tutti questi cubi di cemento ci fossero ancora mucche desiderose di vivere lì – e poi risalire, e prendere la quinta rotonda, aggirare il parcheggio, e poi infilarti nella coda, passando per tantissime piccole file di pochi posti disposte in maniera irregolare e imprevedibile.

E poi, se finalmente parcheggi e non è detto che ciò sempre avvenga, sei a chilometri dall’ingresso, e allora cammini, e cammini, e arrivi finalmente alle porte, e sali una prima scala (a piedi perché la scala mobile è già rotta) e poi una seconda scala ed eccoti lì, all’inizio dell’esposizione dei mobili; e se prima, a Grugliasco, la situazione era un po’ claustrofobica ma giravi tutto il negozio in tre minuti, ora il negozio è immenso, infinito, perso in un dedalo di passaggi disposti come il labirinto della Settimana Enigmistica, messi in direzioni contrastanti per costringerti a calpestare ogni singola mattonella, una per una, a non mancare nemmeno una occasione di comprare una presina Skøtta o sperimentare le infinite combinazioni dei salotti componibili SkÃ¥strÃ¥, talmente infinite che un giorno un commesso è riuscito a comporre un anello di Möbius e a ritrovarsi alternativamente dentro e fuori dall’armadio senza mai aprirne l’anta.

E così percorri tutto il piano, sfidando passeggini e bambini urlanti e signore indecise e coppiette sudamericane che, chissà perché, insistono nel fare il percorso al contrario (sarà che vengono dall’altro emisfero). E finire il piano non basta, devi scendere e percorrerne tutto un altro, perché è vero che ogni tanto ci sono delle scorciatoie ma sono scorciatoie misteriose, non si sa dove vanno e cosa ti perderai e se proprio lì, proprio nella sezione che hai tagliato, stava il tuo mobile tanto desiderato.

E infine arrivi, quando già disperi, proprio in fondo e lo trovi lì, all’inizio della zona self service, l’angolo del mobile Gorm, lo scaffale da cantina che devi comprare da due anni, dicesi due anni, e dopo mesi di triangolazioni e studi e modelli tridimensionali e lavori preparatori con tanto di smaltimento macerie ora sei pronto, giunto sull’altare del tuo matrimonio svedese, tu e il tuo mobile da cantina, un insieme di assi di pino che potrai montare in sole sei ore per risparmiare cinque euro di manovalanza.

E allora guidi il tuo inguidabile carrello, dopo ore di percorsi di avvicinamento, e lo accosti nel posto giusto, fila tre posto sei, e ti prepari a caricare, e scopri che oggi, proprio oggi e non ieri, proprio oggi e non domani, hanno terminato i ripiani angolari 77 x 50, senza cui il tuo mobile non può nemmeno stare in piedi.

Ma vaaaaaaaaaaffanculo va, Ikea!

[tags]ikea, shopping, mobili, urbanistica, vita, traffico, parcheggi[/tags]

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sabato 5 Dicembre 2009, 11:04

No Berlusconi, no cellulari, no Torino

Questa mattina sto bestemmiando: infatti due giorni fa è morto il mio cellulare, un HTC P3600 non scelto da me ma dalla mia ex azienda, la quale oggettivamente mi voleva tantissimo male tanto che mi ha messo in mano una roba del genere. Con i bachi e gli errori di progetto di quell’oggetto potrei riempire un libro e prima o poi forse lo farò, ma nel frattempo sto passando la mattinata a migrare su un vecchio cellulare di emergenza, anche se l’unico backup della mia rubrica, sito sulla carta di memoria dell’HTC, può essere letto solo con un vecchio lettorino USB cinese che il Macbook non vede. Ciò mi ha spinto a riaccendere il vecchio Windows XP, constatando ancora una volta quanto sia terribile usare Windows: anche non avendo virus e simili, all’avvio si aprono almeno cinque o sei finestre di programmi che cercano di venderti qualcosa o di attirare la tua attenzione per farsi aggiornare o utilizzare. Tra aggiornamenti Flash, aggiornamenti antivirus, aggiornamenti Windows, televisioni digitali e simili, sembra più una televendita che un computer.

Io ho bisogno della rubrica perché tra poco si esce e si va a organizzare il No Berlusconi Day Torino, che poi consisterà in un paio di gazebo in piazza Castello nei quali dalle 14 si esibiranno artisti e saranno mostrati i video di Tony Troja, su un maxischermo costituito dal televisore di casa dell’organizer di Qui Torino Libera; poi dalle 17 sarà proiettata su un telo la diretta della manifestazione romana. Nel frattempo, alle 16:20 dovrebbe partire da Porta Nuova il treno con Berlusconi sopra, per inaugurare la linea alta velocità, per cui sin dall’ora di pranzo la stazione sarà presidiata da No Tav e pendolari – anche se all’interno dei pendolari c’è già stata una spaccatura con quelli che si sono subito arresi in cambio di quindici minuti di celebrità e un incontro-contentino con Moretti.

Venire in piazza oggi è una testimonianza, non aspettatevi altro che molta gente che passa e solidarizza. Comunque, pensate che se non venite potreste darla vinta all’altra Italia: quella che magari non vota nemmeno Berlusconi ma sguazza nel berlusconismo con piacere. Come ad esempio questi quattro ragazzi chiamati Mon-key’s (ma chiamatevi Pippo, dai) che il TGR presenta al mondo dicendo che “il loro video spopola su Youtube” (a oggi ha circa ventimila visualizzazioni; uno dei miei video di Livorno-Toro ne ha oltre quarantamila…). Il loro video è… è… tamarro, ecco. Ma tamarro parecchio; anche se il genere musicale è diverso, il video è concettualmente una versione sfigata dei Club Dogo senza la grafica elaborata, con vestiti firmati un po’ meno firmati e con fighe un po’ meno fighe, ma con più zoom sul culo. E solo un trust di cervelli poteva partorire lo slogan “a Torino si salta sulla Mole”, se non altro perché la Mole è molto appuntita e la cosa potrebbe finire davvero male.

Non vorrei essere troppo severo parlando di persone che non conosco, ma ecco, a me questo video ha dato molto fastidio: io sono ancora abituato all’idea romantica di una città austera e intellettuale, e probabilmente questo prova che essa non esiste più.

[tags]cellulari, computer, windows, berlusconi, no berlusconi day, torino, video, mon-key’s, musica, tamarri, no tav, treni, ferrovie, manifestazioni[/tags]

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giovedì 19 Novembre 2009, 11:36

Shock

Stamattina, tornando dall’aeroporto di Caselle (tra l’altro sia la superstrada che la strada di Borgaro sono interessate da lavori in direzione Torino: aspettatevi code epiche su entrambe), sono andato a fare la spesa al solito Lidl di corso Potenza. La scena che mi si è presentata è stata raccapricciante.

Per tutto il supermercato, anziani, immigrati, coppiette e massaie si aggiravano smarriti, non sapendo più cosa fare, dove andare, come comportarsi. Ogni tanto lo smarrimento lasciava il posto all’ira, e uno dei clienti si avventava su un malcapitato commesso gridando “i pelati!! dove avete messo i pelati!!!”, mentre il commesso atterrito si aggrappava alle pareti cercando invano di resistere. Altri clienti, persa ogni speranza, scoppiavano improvvisamente in lacrime, cercando inutilmente di consolarsi a vicenda.

Non si trattava del normale caos da discount, con casse di prodotti abbandonate in giro e prezzi ballerini attaccati con lo scotch. No, il dramma è molto più radicale: per qualche imperscrutabile motivo, almeno in quel punto vendita, Lidl ha completamente rivoluzionato la disposizione dei prodotti.

All’inizio, dove c’erano crackers e patatine, ora ci sono i dolci e il cioccolato, che da sempre stava in fondo alla terza corsia. Al posto del cioccolato (e del tonno e scatolame, che stava sul retro dello stesso scaffale) ora c’è una serie di bassi espositori per vestiario. Là dove c’è sempre stata la verdura, ora c’è il frigo con gli hamburger, inopinatamente messo a inizio giro in modo che la carne vada a male prima. I pelati sono finiti al posto della schiuma da barba… insomma, un disastro, una blasfemìa, un’empia violazione di tutte le regole non scritte del mio shopping.

Non so se il cambiamento sia definitivo – imposto da qualche markettaro che ha concluso che si vende più cioccolato mettendolo all’inizio – oppure temporaneo, per via di qualche lavoro (stavano armeggiando coi frigo). So che nel negozio c’erano sconti mai visti persino su prodotti di punta (i Fior di Cioccolato a 1,39 euro!), il che mi fa pensare che lo sconvolgimento sia stato davvero profondo. Ma nessuno sconto di quaranta centesimi può valere il senso di vuoto e di perdita che ci ha colpiti tutti stamattina.

[tags]lidl, spesa, supermercato, marketing[/tags]

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domenica 8 Novembre 2009, 21:45

Se non vado io

Insomma, oggi avevo la febbre e dunque sono stato impossibilitato a compiere il mio giro alla fiera del tartufo di Montechiaro d’Asti; e siccome non potevo andare io, non sono andate neanche le altre persone che dovevano venire con me. Alla fine, tutti si son chiesti che senso avesse fare la festa se non c’ero io: per questo ha cercato di dare pacco pure la madrina Belen Rodriguez, nonostante la folla assiepata sotto la pioggia per ammirare le sue grazie e la sua abilità nel maneggiamento del tartufo. All’ora prevista per la cerimonia, ha chiamato da chissà dove millantando un incidente in autostrada – “tutto bloccato, un casino” – nonostante sui siti appositi non ve ne fosse traccia; è poi arrivata con due ore di ritardo.

Di fronte a tutte le autorità inferocite, era soltanto il minimo che scattasse la tipica azione che compiono i carabinieri quando vogliono fartela pagare: il controllo minuzioso dei documenti dell’auto. Infatti, si è scoperto che il Fabrizio Corona era sì alla guida della Lamborghini d’ordinanza, ma soltanto con la fotocopia di un foglio rosa, dopo che mesi fa gli avevano ritirato la patente. E così, giù multe e sequestri. In seguito, il sindaco ha comunicato ai giornali, con preghiera di massima diffusione, che non pagherà l’ingaggio alla coppia di VIP.

Già che ci sono, colgo l’occasione per un suggerimento: anche visto che si tratta di soldi pubblici, la prossima volta potrebbe essere il caso di evitare di buttarli per la scosciatona di turno e investirli in qualcosa di più utile per la comunità. A inaugurare la festa può venire, che so, un professore universitario o un volontario della Croce Rossa: sono sicuro che, oltre a non volere una lira, sapranno portare un contributo migliore di quello dei signori Corona.
[tags]tartufo, montechiaro, belen, corona, ma che genere di gente invitano i comuni italiani[/tags]

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sabato 7 Novembre 2009, 17:08

Sforzi

Oggi niente post: dopo aver passato la notte a tossire e la mattinata a trasportare e scaricare le macerie del muretto interno della mia cantina, mi sono ritrovato con la febbre a 38,5.

Sarà la quinta o sesta volta che mi viene la febbre negli ultimi 18 mesi – l’ultima meno di tre mesi fa – e generalmente la cosa si trascina per giorni, con picchi di temperatura tra il 40 e il 41. Vedremo stavolta; certo che sto cominciando a farmi delle domande sulla mia resistenza fisica. Forse dovrei essere un po’ più selettivo negli impegni che mi prendo; vengo da un giovedì sera con prima riunione politica in pizzeria più seconda post-cena, poi venerdì riunione politica in pizzeria a Chivasso via bus + auto + treno + metro, poi stamattina skype call (per fortuna cancellata); poi, oggi pomeriggio avevamo una riunione con i collegnesi alle 16, seguita dall’incontro con Sonia Alfano alle 17, seguita dalla terza pizza di fila e poi manifestazione No Tav a Bussoleno in serata, per poi chiudere domani con riunione regionale tutto il giorno a Vercelli (a cui comunque non sarei andato prima del primo pomeriggio, per ritagliarmi almeno una domenica mattina privata).

I risultati di tutto questo sbattimento – a cui va aggiunto tutto il resto: lavoro, nuovi progetti, viaggi per conferenze, partite del Toro e vita privata – sono ancora tutti da verificare; ho scoperto che in politica, persino al di fuori delle mafie dei grandi partiti, la maggior parte dello sforzo va a gestire piccole beghe di grandi persone o grandi beghe di piccole persone, e comunque capacità e impegno non necessariamente pagano, anzi alle volte hai la sensazione che disturbino o che alcuni (non tutti per fortuna) siano intenzionati per prima cosa a neutralizzare loro e te. In fondo, a partire da me, siamo tutti italiani e come tali ragioniamo; sarebbe stato ingenuo aspettarsi che le cose potessero essere diverse.

[tags]sforzi, influenza, febbre, scelte di vita, politica, 5 stelle, sonia alfano[/tags]

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lunedì 2 Novembre 2009, 23:54

Low cost

È vero che siamo riusciti a risparmiare circa cinquanta euro a testa scegliendo di tornare con il volo Girona-Bergamo di Ryanair invece che con un Barcellona-Malpensa di Easyjet o di Lufthansa Italia.

Ma non sono sicuro che il risparmio valga lo sbattimento di viaggiare per ore in vecchi e frusti pullman per passare da aeroporti secondari, scassati e male organizzati…

Oltretutto Ryanair ora ti obbliga a fare il check-in via web (per poi stare lo stesso in coda per consegnare il bagaglio) e ha ridotto il peso consentito a quindici chili per bagaglio imbarcato (ovviamente a pagamento) con una sovrattassa di venti euro per ogni chilo in più: a Girona era una litania di italiani con borse infinite che pietivano lo sconto…

[tags]ryanair, trasporti, low cost, girona, bergamo[/tags]

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martedì 20 Ottobre 2009, 21:40

S’inkazza

Stasera sono incazzato, ma tanto.

Mi sono incazzato per tutto il pomeriggio e poi sono rimasto incazzato per tutto il viaggio in treno verso Milano, di una di quelle incazzature pervasive e profonde che attraversano mente e corpo per delle ore. Ero talmente incazzato che sul treno del passante ho messo su un po’ degli ultimi dischi dell’esimio M° F. Battiato, e le aquile non volano a stormi e tutto quanto; nonostante l’aura illuminata e metafisica della musica ciò non è servito a niente e anzi a un certo punto mi son rotto, ho stoppato e ho messo su El Diablo dei Litfiba, e sono uscito dalla stazione di Dateo sotto la pioggia senza manco sentirla, senza tirar fuori l’ombrello, attraversando la notte a passo di carica sul ritmo di Pro-pro-proibito e sui memorabili assoli di Ghigo Renzulli. Probabilmente mi fumavano tanto le orecchie che la pioggia vaporizzava prima di toccare la mia testa!

Ma in questi casi, cosa si fa per farsi passare l’incazzatura?

[tags]incazzatura, treno, battiato, litfiba, pioggia[/tags]

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giovedì 15 Ottobre 2009, 11:59

Abba vive

Stamattina, a Vercelli, è salito sul treno un signore anziano e distinto, sui settant’anni, in giacca e cravatta. Si è distintamente accomodato sulla poltrona davanti a me e ha distintamente estratto una copia de Il Giornale (ormai sui treni Torino-Milano è almeno altrettanto letto di Repubblica).

Io ero lì che ascoltavo i classici degli anni ’90 (tipo, Your Woman di White Town) e non ho potuto fare a meno di ridacchiare amaramente leggendo l’inizio dell’editoriale di Feltri, che sotto il titoletto “Il clima d’odio” sparava a tutta pagina “VOGLIONO UCCIDERE BERLUSCONI” e iniziava parlando di “questa Italia in cui i fanatici e i buzzurri hanno avuto il sopravvento sui cittadini impegnati a produrre e a superare la crisi” (cacchio, sembrano proprio i miei post). Feltri che si lamenta del clima d’odio è un po’ come la Juve che si lamenta degli errori arbitrali, dunque sono passato appropriatamente all’ascolto di Shpalman, e la cosa sarebbe potuta finire lì.

Tuttavia, due minuti dopo è arrivato il controllore, e il signore anziano ha distintamente estratto un biglietto non obliterato. Il controllore non ha detto una parola, nemmeno “non si fa”: ha preso una penna, ha scritto la data sul biglietto e gliel’ha restituito come se fosse la cosa più normale del mondo.

E avendo visto sì torme di controllori ignorare bellamente i gruppi di neri sul treno senza biglietto, ma anche torme di controllori aggrapparsi a qualsiasi stupidaggine se si trovano in maggioranza numerica davanti a una persona in fallo non italiana, ho pensato che in quel momento – su di treno diurno, pieno di italiani, in cui il personale non avrebbe subito alcun pericolo di ritorsioni – se il controllore avesse avuto davanti un immigrato sarebbe finita molto diversamente.

In realtà, quel signore mi sembrava un anziano fragile, di quelli che cercano in Vittorio Feltri le certezze di un tempo che fu, quando i treni arrivavano in orario e non li si doveva condividere con tutte le puttane della Nigeria.

Ma magari era solo uno stronzo.

[tags]vercelli, giornale, feltri, berlusconi, shpalman, treni, controllori, biglietti, razzismo, immigrazione[/tags]

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giovedì 15 Ottobre 2009, 11:50

Abba stanza

Cari centrosocialisti milanesi, ho capito che “Abba vive” e “Fornace resiste”, ma dovete proprio scriverlo su ogni centimetro quadrato dei finestrini del mio treno?

[tags]milano, treni, passante, razzismo, vandalismo, abba, fornace, rispetto per il bene pubblico[/tags]

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mercoledì 14 Ottobre 2009, 17:51

Città di un certo livello

Quelle in cui chiedete alle segretarie di far portare dal bar sotto l’ufficio “un panino qualsiasi”, uno semplice semplice, e il suddetto panino qualsiasi è “bresaola e caprino”.

[tags]milano, panini, livello, bresaola[/tags]

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