Sky
Vittorio vb Bertola
Affacciato sul Web dal 1995

Ven 5 - 23:31
Ciao, essere umano non identificato!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
chi sono
chi sono
guida al sito
guida al sito
novità nel sito
novità nel sito
licenza
licenza
contattami
contattami
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vecchi blog
vecchi blog
personale
documenti
documenti
foto
foto
video
video
musica
musica
attività
net governance
net governance
cons. comunale
cons. comunale
software
software
aiuto
howto
howto
guida a internet
guida a internet
usenet e faq
usenet e faq
il resto
il piemontese
il piemontese
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
software antico
software antico
lavoro
consulenze
consulenze
conferenze
conferenze
job placement
job placement
business angel
business angel
siti e software
siti e software
admin
login
login
your vb
your vb
registrazione
registrazione

Archivio per la categoria 'StillLife'


domenica 25 Novembre 2007, 09:11

C’è post@ per me

Spesso, tramite il modulo di contatto che c’è su questo sito, mi arrivano richieste, commenti e proposte di vario genere. Ogni tanto me ne arriva anche qualcuna che merita di essere pubblicata.

Ad esempio, stanotte alle due e mezza, Antonello mi scrive:

Oggetto: Richiesta informazioni commerciali

Scusi,
lo prende in culo?
Grazie.

cordialmente,
Antonello.

Caro Antonello, io cerco in tutti i modi di preservare la mia onorabilità e la mia eterosessualità; devo però ammettere che ultimamente mi è capitato spesso, senza preavviso, di ritrovarmi il posteriore dolorante. Sai, sono un italiano come tutti gli altri, e quindi me lo buttano in culo un po’ tutti: il governo, l’opposizione e il parlamento tutto; le aziende più varie e disparate; una discreta dose di conoscenti e falsi amici; persino l’economia internazionale, alle volte. In questi giorni ci si mette anche il tempo, a farmi cancellare tutta una serie di attività pianificate.

Bisogna però dire che, si sa, l’italiano è maestro nell’arte di arrangiarsi, e, dopo tutti questi anni in cui ci hanno inculato a sangue, spesso non ce ne accorgiamo neanche più.

[tags]inculate[/tags]

divider
venerdì 23 Novembre 2007, 18:03

Roby

Al numero quarantadue di via Challant, nel mezzo di una landa dimenticata da Dio e dagli uomini in cui nessuno a parte .mau. potrebbe riuscire a sopravvivere, sta il carrozziere affiliato all’azienda che mi noleggia la macchina.

Proprio di fronte a lui, sta Roby.

Roby è un palazzo basso e largo, come fosse una grossa officina, di mattoncini giallini anni sessanta. A un certo punto, sulla facciata dell’unico piano (il terreno), si apre una doppia porta, protetta dalla pioggia e dal sole da un aggetto di tende.

Lì sopra, sul muro, è attaccata una insegna orizzontale di neon azzurri e rosa, che occhieggia la strada e dice: ROBY.

Sulle tende verdine che proteggono la porta, c’è scritto in un bel corsivo dorato: Roby Roby Roby.

E accanto alla porta, che è di legno ed elegante come quella di un albergo londinese, c’è una targa di ottone lucido con su scritto: Roby.

Davanti a Roby, c’è parcheggiato un furgone – un vecchio Fiat rosso – con le porte posteriori coperte da due grandi scritte ROBY. Ma sotto la prima c’è scritto anche “cena con”.

Non c’è assolutamente null’altro, sull’esterno di Roby. Nessuna indicazione di cosa sia e cosa ci si faccia, ad eccezione di una targa di plastica sbiaditissima, con sopra, a malapena leggibile, scritto “International Police Association – Delegazione Regionale Piemonte”.

Il che non aiuta a capire, anzi infittisce il mistero, su cosa diavolo sia veramente Roby.

[tags]roby[/tags]

divider
mercoledì 21 Novembre 2007, 08:43

Teoria e realtà

Per una volta, parlo di ciò che so, e vi segnalo l’articolo del professore Stefano Rodotà su Repubblica di ieri, che racconta per bene l’idea e le vicende della Carta dei Diritti di Internet.

E’ un po’ straniante leggere su Repubblica di vicende che si è contribuito a realizzare in prima persona, e persino un po’ buffo, quando si parla della dichiarazione italo-brasiliana – che io e altri due o tre giovanotti abbiamo scritto di corsa in una stanzetta, scambiandocene millanta versioni grazie alla mia chiavetta USB – e persino dell’elenco di argomenti che sta nella dichiarazione stessa: aoh, m’hanno chiesto di produrre un elenco in cinque minuti, per la maggior parte ho fatto copia e incolla da una lista precedente e per il resto ho improvvisato; tanto è messo lì a titolo esemplificativo, non rappresenta certo un risultato scientifico.

Però il post mi permette anche di parlare, anche se sottovoce, di quella persona eccezionale che è Rodotà; uno che ha ricoperto le massime cariche istituzionali e che è amico personale di chiunque dal Presidente della Repubblica in giù, ma che, dopo un’ora e mezza di meeting con me e altri illustri sconosciuti, doveva andare ad un appuntamento con i parlamentari europei, eppure non accennava ad uscire perché io non avevo dichiarato chiusa la sessione, considerando maleducato andarsene prima; e che, quando ci siamo trovati in dodici in un pulmino da undici, dopo aver dato un passaggio a un aggregato, insisteva nell’essere lui quello che restava in piedi. Ho appreso da lui molte lezioni di buona educazione, prima ancora che scientifiche e politiche; mi sono un po’ vergognato, ma ne farò tesoro.

[tags]diritti, internet bill of rights, internet governance, rodotà, buona educazione[/tags]

divider
sabato 17 Novembre 2007, 10:17

Stranded

Lo sapevo che una coincidenza di un’ora scarsa in Portogallo era molto a rischio, e ovviamente siamo rimasti a terra; ora aspetteremo per mezza giornata il prossimo volo per Malpensa, e arriverò a Torino attorno alle undici di stasera, non so in che condizioni.

divider
giovedì 15 Novembre 2007, 23:11

In breve

L’IGF è finito da un paio d’ore, ed è stato un vero delirio: soltanto oggi ho dovuto alzarmi alle 7 per presenziare a un workshop alle 8,30, lasciandolo alle 10 per andare a fare il rapporto in sessione plenaria sul workshop della Carta dei Diritti, per poi seguire la sessione cruciale sui piani per il prossimo IGF, che finiva alle 13, ora in cui sono entrato nel meeting preparatorio per la plenaria del pomeriggio, nella quale ero sul palco – con, tra gli altri, Vint Cerf e Bob Kahn, nonché il tizio che ha scritto The Cult of The Amateur e che per esso è stato preso a pesci in faccia da chiunque da Lessig in giù – e in cui ho dovuto esprimermi più o meno su qualsiasi campo dello scibile internettiano; come intervento di partenza, ho segnalato il coinvolgimento di Cisco nel campo dell’intercettazione dei contenuti in rete, più nolente che volente ed essenzialmente per la mancanza di principi globalmente condivisi su come debbano comportarsi le aziende occidentali in presenza di richieste di intercettazione per motivi politici, e vista la reazione incacchiata dei megamanager Cisco presenti sul palco credo che sia meglio che non compri più alcun oggetto Cisco per le mie reti. Nel frattempo abbiamo dovuto premere per riuscire a fare un intervento a nome dell’Italia e per far sì che la Carta dei Diritti venisse menzionata nelle conclusioni del panel (missione compiuta); e poi, dopo la cerimonia di chiusura, abbiamo ancora dovuto fare un’oretta di meeting della coalizione, cercando di controllare i vari entusiasmi e accordarci su alcune mosse pratiche. Insomma, capite perché è un paio di giorni che non bloggo…

A margine di tutto ciò, qui sembra novembre – cioè, so che è novembre, ma da questa parte del mondo dovrebbe essere maggio, e invece è novembre: piove a dirotto da quattro giorni, con la sola eccezione del pomeriggio di ieri, in cui però ero talmente stanco che sono tornato in albergo in anticipo (attraverso soli 50 minuti di ingorgo) e sono crollato con la faccia sul letto per due ore prima di cena.

Ah, e non venite a Rio in vacanza, stare qui è uno stress unico… ne parleremo meglio in futuro.

divider
martedì 6 Novembre 2007, 16:29

Tributo (3)

Tra i grandi piaceri dell’avventura in ICANN c’è stato quello di conoscere di persona Joi Ito. Per chi non lo conosce, Joi è un guru di Internet a livello mondiale, membro del Board di quasi qualsiasi iniziativa collettiva in rete – da Creative Commons a Mozilla – e investitore in varie delle più brillanti startup del Web 2.0.

Oltre a tutto ciò, Joi è anche un eccellente fotografo; usava girare con una Leica, ma a Los Angeles aveva una Hasselblad. Ovviamente sono macchine dalle ottiche eccezionali – piacerebbe anche a me avere un obiettivo f1 con cui fare foto a 1/60 in un ristorante poco illuminato a notte fonda – ma, ciò nonostante, la bravura sta decisamente nel fotografo.

E quindi, sono lieto di avere anche io il mio ricordino made by Joi della cena di giovedì sera, l’ultima cena di Vint, ed è assolutamente bellissimo:

vb_joi.jpg

Va bene, ho le occhiaie e sembro vecchio, ma forse per questo mi ci ritrovo; e ammiro l’abilità di Joi di estrarre un ritratto da uno sguardo.

Io, invece, finisco per estrarne solo i dubbi, e ciò non solo per incapacità tecnica (e appoggio ballerino sul tavolo) ma anche per scelta: preferisco restituire delle persone una immagine a multiple sfaccettature. Per cui, questa è la foto che io ho fatto a Joi mentre lui faceva quella di sopra a me.

DSC00908s.JPG

[tags]joi ito, icann, fotografie[/tags]

divider
giovedì 1 Novembre 2007, 19:00

Taxi o scherzetto

In questo momento sono sul palco, in mezzo al webcast del Public Forum di ICANN. Spero però che non stiate guardando: ho una faccia…

Ieri, difatti, era la nostra unica serata libera, ossia priva di una cena di lavoro con questa o quella constituency; io e una manciata di altri membri del Board ci siamo aggregati alla cena organizzata dai gestori di ccTLD, per gozzovigliare, spettegolare e passare una buona serata.

Siamo finiti al ristorante Chart House di Marina del Rey, che per chi non è del posto è non solo la zona di L.A. dove si trova l’ufficio di ICANN (ma non il meeting, che è qualche chilometro più giù, vicino al LAX), ma una delle zone più “in” ed esclusive, essendo costruita attorno a un grande porto turistico pieno di yacht di lusso. Il ristorante si trova proprio su una delle propaggini che si spingono verso il mare, con le barche sui lati e una fila di esclusivissimi condomini di lusso nel mezzo, circondati da palme e altri alberi. Insomma, un bellissimo posto, ma completamente deserto, tanto è vero che pur essendo la sera di Halloween non si vedeva in giro nemmeno un cane: se gli angelini lo festeggiavano, lo festeggiavano altrove.

La cena ̬ stata interessante, e ho chiacchierato prima con Thomas Narten, il membro del Board che rappresenta la IETF, e poi con Paul Twomey, il gran capo in persona, che ha raccontato storie sulle piane australiane in cui ̬ nato. Poi, verso le undici e un quarto, ci siamo alzati e Рa parte Twomey, che era in macchina Рsiamo usciti per attendere i taxi: un certo numero, visto che eravamo una trentina abbondante.

Peccato che dopo mezz’ora fossimo ancora lì, e non si fosse visto niente. A quel punto sono partite multiple telefonate; tre diverse compagnie di taxi, interpellate, hanno promesso l’arrivo di taxi entro cinque minuti, ma ovviamente non è arrivato nulla, se non la rara BMW o Lexus che si infilava nei garage circostanti. Abbiamo mobilitato l’albergo del meeting, che ha promesso di reperire un pulmino. Uno dei partecipanti, alla fine, si è avviato a piedi verso il Marriott che dista un chilometro da lì, cercando di trovare dei taxi laggiù.

L’unico risultato è stato l’arrivo di una macchina della polizia, a fari spenti, per vedere cosa succedeva; noi inesperti ci stavamo affollando attorno al finestrino per chiedere aiuto, ma per fortuna nel gruppo c’era un americano che ha urlato di fermarsi, che i poliziotti che vedono avvicinarsi al loro finestrino, di notte, un gruppo di venti persone – anche se in giacca e cravatta – tendono all’azione preventiva, e non voglio sapere quale.

Dopo un’ora, finalmente, è arrivato un taxi, e ovviamente sono stati instradati prima donne e bambini. Il secondo taxi è stato quello delle scene pietose: tutti i distinti partecipanti erano distrutti dall’attesa e dalla prospettiva di non vedere altri taxi per un’altra ora, ma nessuno voleva farsi vedere nell’atto scortese di soffiare il passaggio agli altri. O meglio, quasi nessuno, visto che il membro neozelandese del Board, piuttosto provato, ha approfittato dell’attimo di esitazione per tuffarsi nel taxi, suscitando risate e “buu” del resto del gruppo, e anche varie foto a memoria dell’incidente.

Poi la situazione si è normalizzata, anche se il terzo taxi è andato, con uno scatto veramente imperioso e uno sguardo autoritario da dignitari del Regno Centrale, ai cinesi di CNNIC. E insomma, io e mister IETF ci siamo infilati insieme a un gruppo misto neozelandese-latinoamericano e siamo arrivati in camera all’una di notte.

Per cui, perdonate se stamattina ho lo sguardo spento. Però il tonno crudo, la bistecca extralarge e il mezzo chilo di gelato al caffè con panna erano eccellenti!

[tags]icann, halloween, taxi, bistecca[/tags]

divider
lunedì 29 Ottobre 2007, 07:07

Varie da ICANN

Beh, in effetti in questo meeting di casa – organizzato dallo staff di ICANN, a pochi chilometri dal suo quartier generale – ci trattano bene: nel cortile del ristorante di ieri sera stavano parcheggiate una Rolls Royce e una Ferrari, mentre in quello del ricevimento di stasera, proprio sulla spiaggia di Santa Monica, c’era una Lamborghini arancione. Il tutto nel solito ambiente di ragazzoni atletici e tipe in vestito superelegante, con la schiena nuda e le tette rifattissime a spingere sul davanti, mentre un pianista di mezz’età accenna del jazz o della musica lounge, e i camerieri rigorosamente messicani ti versano i cocktail.

Però, può succedere (a me) che l’Hilton pretenzioso ti schiaffi in una stanza all’ultimo piano che sta proprio sotto gli enormi motori del sistema di condizionamento, posizionati sul tetto; e così, per due notti ho fatto molta fatica a dormire, disturbato da un ronzio persistente e ben percettibile. Oggi, però, ne ho avuto abbastanza e nelle pause dei meeting sono andato a farmi valere presso la reception, ottenendo un’altra stanza due piani più sotto.

Nel frattempo, stamattina l’ALAC si è dedicato a una sessione di team building, con tanto di gioco di ruolo e gara di abbracci: good vibrations, peace and love, ma devo ammettere che sto cominciando a ripensare all’opportunità di spendere mezzo milione di dollari l’anno dei possessori di domini in un progetto del genere. Forse, se con un terzo di quei soldi ICANN assumesse un paio di persone sveglie da mandare nelle discussioni di policy a difendere l’interesse dell’utente medio, il risultato sarebbe migliore.

Insomma, dopo tutti questi anni questi meeting sono un po’ tutti uguali. Stasera una squallida cena nel sotterraneo dell’albergo, alla presenza di un sottosegretario americano: un quarantenne atletico e molto sveglio che ha prontamente cazziato Vint, segnalandogli che interporsi (come fa Google) tra la pagina di risultati della ricerca e i siti linkati, anche soltanto con lo scopo di visualizzare un avvertimento sulla possibile presenza di malware, è una violazione dell’antitrust e della neutralità della rete. Prima o poi anche noi avremo membri del governo in grado di formulare autonomamente un pensiero del genere.

divider
sabato 27 Ottobre 2007, 03:20

Santi angeli

Sono appena arrivato in albergo a Los Angeles, dopo un volo di undici ore dal quale peraltro resterò traumatizzato a vita, visto che non riuscirò più a togliermi dalla testa le immagini di Keira Knightley in Pirati dei Caraibi 3 – due ore con i vestiti sempre completamente fradici.

Comunque, effettivamente qui in città si vede poco o nulla: alla classica coltre rossa dell’inquinamento si aggiunge uno spesso strato grigio di fumo, che anche dai piani alti rende difficile vedere oltre la prima ventina di isolati. E così, mi sono accontentato di questo malinconico tramonto dal diciassettesimo piano dell’Hilton dell’aeroporto:

DSC00825s.JPG

Per completezza, aggiungo che il Westin che si vede sulla destra (l’ultimo palazzone bianco) è dove ero stato sette anni fa per un meeting di SDMI, spedito da Vitaminic: insomma un ritorno alle origini. Se stasera mi gira sfido il filo spinato elettrizzato (ubiquo nel circondario) e vado a vedere se esiste ancora il Taco Bell di fronte; se no, mi accontento degli hamburger del Carl’s Jr qui sotto. Oppure mi trascineranno in qualche cena, anche se per me (e per voi) sono quasi le quattro del mattino…

[tags]los angeles, incendi, tramonto, pirati dei caraibi, keira knightley sorca spaziale[/tags]

divider
giovedì 18 Ottobre 2007, 16:26

World of Papercraft

La scorsa settimana ho avuto un affascinante incontro con la burocrazia di Torino, nientepopodimenoche nel famoso “palazzaccio” di piazza San Giovanni, di fronte al Duomo (e devo dire che dentro è più bello che fuori, pur nel medio degrado di un ufficio pubblico costruito cinquant’anni fa; fuori peraltro l’hanno appena restaurato).

Lo scopo era concludere le pratiche edilizie per la mia mansarda, che si trascinano ormai da otto anni e che nel tempo mi sono costate svariate migliaia di euro. Stavolta dovevo andare a ritirare la bolla papale conclusiva del tutto; avevo un nome a cui rivolgermi e un numero di stanza.

Entrando, sulla destra, c’è un gabbiotto sopra il quale campeggia la scritta “informazioni” e un simbolo che se non è un punto interrogativo poco ci manca. Il simbolo è grigio ma è come se fosse giallo: interrogo il personaggio non giocante sito all’interno, che quasi con cortesia mi indirizza al primo piano, lato destro. Faccio le scale, trovo la stanza col numero giusto – cosa non ovvia, visto che la numerazione è divisa in pari e dispari a seconda del lato del corridoio, ma l’edificio è a forma di H – busso, entro, e chiedo della signora taldeitali.

Ping! Sulla testa di una delle due presenti compare un punto esclamativo giallo; mi avvicino, spiego la situazione, e lei fruga tra vari quintali di carta per recuperare la mia pratica. La apre, la legge, fa per darmela, ma poi esclama: “C’è un problema! Deve versare ancora una integrazione di bolli!”.

Pare difatti che, nel tempo in cui io salivo le scale, lo Stato italiano abbia aumentato l’importo del bollo sul tipo di pratica in questione. Mi preparo alla mazzata, e – dopo che il punto esclamativo è diventato interrogativo – ricevo da lei un foglietto con l’indicazione della cifra: ben tre euro e sessantadue centesimi.

La nuova missione è quindi quella di trovare la cassa dove pagare il dovuto, mentre medito su come l’incasso della suddetta cifra costi all’amministrazione pubblica ben più della cifra stessa. Individuo il distributore di foglietti, premo il pulsante giusto – ossia “H – Cassa edilizia, solo pagamento” -, attendo il mio turno, e quando scatta il mio numerino sul tabellone mi butto nel corridoio.

Già, perchè non ci sono gli sportelli: hanno numerato le varie porte del corridoio come se lo fossero, ma per arrivare al mio sportello in realtà devo percorrere una cinquantina di metri, evitando le persone ferme in attesa nel corridoio e le pile di carte, e cercando di individuare la porta giusta e di imbroccarla prima che l’impiegato, non vedendo nessuno, chiami il numero successivo.

Comunque, completo la missione: porgo il fogliettino e tre euro e sessantadue, ottengo la ricevuta, mi riavvio per le scale e torno dalla signora di prima.

E qui pensavo di avere concluso, e invece no: con mia sorpresa, quando le passo la ricevuta, il punto esclamativo diventa di nuovo interrogativo. Clicco sulla sua faccia con la mano destra e mi dice: “Bene, adesso che ha pagato questi, le posso dire che abbiamo rifatto i conti e ci siamo resi conto che ci siamo sbagliati: lei ha pagato quattromiladuecento (4200) euro in più del dovuto, che adesso può farsi restituire!”.

Io sbianco e non so se essere più contento per la pioggia d’oro che il NPC mi sta prospettando, o incazzato perché me l’hanno fatta abusivamente pagare per anni un tanto a semestre. La mia faccia deve essere perplessa perché la signora dice: “Scusi, non le tornano i conti?”.

Io mi rendo conto di aver violato la prima regola delle transazioni monetarie – “se qualcuno ti vuol dare dei soldi, non fare domande, ma incassali e allontanati il più in fretta possibile” – e dico “No no, non ho fatto i conti, ma avete sicuramente ragione!”.

Farsi rimborsare, però, non è così semplice: difatti la nuova missione richiede che io mi rechi al piano di sotto dall’altra signora taldeitali, che sta più o meno da quella parte là, e la placchi interrompendo il flusso dei numerini, per sapere come fare ad avere il rimborso. E così, fermo una terza signora, che mi dà il numero di stanza corretto, poi entro, aspetto che sia finito il numerino corrente, blocco la signora prima che prema il pulsante “e mo’ mandami il prossimo”, e apprendo le cose seguenti:

  • Il mio credito è con lo Stato, non con il Comune.
  • Per avere il rimborso dallo Stato, devo presentare all’Agenzia delle Entrate un certificato del Comune che dimostra che ne ho diritto.
  • Il Comune, per emettere il certificato, mi richiede un obolo di quarantasette virgola quattordici euro.
  • Per pagare l’obolo devo presentare una domanda in carta bollata da quattordici virgola sessantadue euro.
  • Per presentare la domanda in carta bollata mi servono il modulo (che lei mi dà) e la marca da bollo, ma soprattutto un numerino della fila “A – Presentazione di documenti al protocollo”.
  • Per evitare il vago rischio che qualcuno debba saltare il pranzo, i numerini della fila A vengono distribuiti soltanto fino alle ore 11:00, e ora sono le 11:12.

Pertanto, mi tocca disconnettermi e riloggarmi qualche giorno dopo alle dieci del mattino, quando prendo il numerino e dopo mezz’oretta di attesa vado allo sportello. Finita la presentazione della domanda – “Eccole la domanda” “Eccole l’util foglio per il pagamento” – ammiro la perfezione della tecnica burocratica quando, premendo un bottone, l’impiegata dello sportello inserisce il mio bigliettino della serie A in mezzo alla coda dei bigliettini della serie H, permettendomi così di pagare i quarantasette virgola quattordici euro senza attendere più di un paio di minuti; e avrebbero persino il bancomat.

Ora, devo soltanto attendere un tempo indeterminato perché il Comune mi chiami – anzi mi scriva, visto che sul modulo avevano addirittura lo spazio per l’email, anzi ad essere precisi una misteriosa “@mail” – e mi consegni il certificato, in modo che io possa portarlo in corso Bolzano, e iniziare nuove fantastiche quest.

Chiudo comunque con i complimenti al Comune: a differenza di altri settori (ad esempio quello delle autorizzazioni per il commercio, che avevo dovuto testare mesi fa) questo dell’edilizia mi è sembrato molto ben organizzato, almeno per essere un settore pubblico potenzialmente in stile Le dodici fatiche di Asterix.

Segnalo inoltre di aver con soddisfazione sperimentato il nuovo parcheggio pubblico sotterraneo Santo Stefano, sito esattamente dietro il palazzo; ve lo consiglio non solo per ammirare come siano riusciti a far stare due rampe circolari una dentro l’altra in un cortiletto quattrocentesco grande come un fazzoletto – un capolavoro di ingegneria sabauda – ma perché nello spazio pubblico (piani -3 e -4) la sosta costa ancora 1,30 euro l’ora, contro gli 1,50-2,00 delle strisce blu circostanti.

divider
 
Creative Commons License
Questo sito è (C) 1995-2024 di Vittorio Bertola - Informativa privacy e cookie
Alcuni diritti riservati secondo la licenza Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo
Attribution Noncommercial Sharealike