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martedì 13 Marzo 2007, 14:13

Pranzo al sole

Scusate se è un po’ che non bloggo, ma in questi giorni la vita reale mi ha piacevolmente sopraffatto; in fondo, avendo già anni fa ricordato il carattere fondamentalmente onanistico del bloggare – carattere che comunque io cerco di spezzare sollecitando la forumizzazione – prendo la riduzione della priorità delle bloggate come un segnale di maggiore apertura agli scambi interpersonali in carne ed ossa.

Oggi, poi, tornando dal mio appuntamento in bicicletta e vista la splendida giornata, mi sono concesso di tutto e di più: prima la pizza speck e patatine di Angelo – il pizzarolo al taglio di via Vigone quasi angolo via Monginevro, che sfama generazioni di studenti della nuova zona del Politecnico – e poi, per pura golosità, il mio primo mezzo chilo di gelato dalla gelateria Monginevro. Giusto ieri sera discutevamo di come fosse ancora chiusa, e siamo andati da Fiorio, dove per un euro e mezzo ci hanno dato una specie di Ferrero Rocher di gelato in cima a un cono microscopico; fa piacere invece andare là e trovarsi di fronte alla solita montagna di gelato cioccolatoso.

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domenica 11 Marzo 2007, 13:45

Non fidarsi è meglio

Tra un’ora si gioca la giornata di serie A: match clou, Torino-Catania.

In secondo piano, tra le altre partite della giornata, c’è un derby Inter-Milan in cui l’attrattiva principale è il ritorno di Ronaldo sull’altra sponda di Milano, con prevedibile bordata di critiche da parte delle ex balie nerazzurre del suddetto. Per dimostrare che siamo tutti in un clima di follia legalizzata, la polizia ha sequestrato i fischietti che i tifosi interisti si stavano portando, definendole “armi improprie”.

E così, per sdrammatizzare, le due società si sono accordate per far giocare prima della partita le squadre dei pulcini, in modo che la tenerezza e l’innocenza dei bambini di dieci anni intenerisca i cuori.

Però, non essendo scemi, hanno organizzato non una ma due partite separate: prima Pulcini Inter A contro Pulcini Inter B, e poi Pulcini Milan A contro Pulcini Milan B. Perchè se facevano giocare i bambini dell’Inter contro quelli del Milan, poi finiva a cazzotti!

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sabato 10 Marzo 2007, 12:40

E ti dirò chi sei

Dal blog di .mau., mi è arrivato uno di quei test su “chi sei” che ogni tanto si diffondono in rete come l’olio… ed ecco il risultato:

(per caricare l’oggetto embedded in WordPress è stato necessario metterci un frame e litigare all’infinito con l’editor… ah, il web 2.0!)

La cosa più interessante è la descrizione estesa delle mie abitudini e delle mie attitudini – quella che viene mostrata nelle varie pagine del libretto -, che ho trovato sorprendentemente calzante, e insieme piena di complimenti, anche se immagino che in questo genere di test tutto venga girato in positivo. (Più sottilmente, si potrebbe pensare che il fatto che a me sembri che tutto ciò che viene detto di me in un test psicoattitudinale sia positivo implichi che io sono soddisfatto di come sono.)

Allo stesso tempo, scrollando verso il basso della pagina, ho scoperto che tranne poche eccezioni le mie scelte sono regolarmente le meno frequenti di tutte, con percentuali di scelta attorno al 2-3%: insomma, sono un tipo molto diverso dalla media. Forse questo spiega perchè sia spesso difficile per me trovarmi bene con la maggior parte degli italiani contemporanei?

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venerdì 9 Marzo 2007, 11:33

Varie dalla rete

ICANN ha rilasciato un ottimo riassunto per il pubblico dei fatti di un mese fa, quando si è verificato il più pesante attacco “denial of service” contro i root server del DNS da quattro anni a questa parte. Se volete farvi una cultura in materia, lo trovate qui.

Invece, qui potete firmare una lettera aperta a Steve Jobs, organizzata dalla Free Software Foundation e da altri gruppi per i diritti degli utenti della rete, per ottenere che la Apple faccia alcuni passi concreti riducendo l’adozione dei sistemi di protezione digitale forzata (DRM) sui brani e sui video di iTunes.
[tags]icann, root server, ddos, jobs, apple, drm, itunes[/tags]

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venerdì 9 Marzo 2007, 08:55

Annozero (3)

Ieri sera è ricominciato Annozero, con una scelta secondo me molto azzeccata: quella di parlare, nel giorno della festa della donna (categoria un tempo discriminata e ormai generalmente paritaria), dei diritti degli omosessuali. Santoro ha deciso di dedicare buona parte della puntata a far rivedere i filmati del Gay Pride romano del 2000, quello che scandalizzò i cattolici e scatenò oceanici cortei di protesta di Forza Nuova (erano quasi in duecento).

La cosa particolare, però, non è stata tanto la discussione, visto che tanto sappiamo tutti cosa pensare della contrapposizione tra il movimento degli omosessuali e la Chiesa Cattolica (“una lite tra froci”, come sarcasticamente ma a buon diritto la definiva uno degli intervistati). E’ stata invece la partecipazione dell’unico politico invitato, Clemente Mastella, che doveva rappresentare la posizione di compromesso del governo, ma che alla domanda di un giovane omosessuale, che gli chiedeva quale fosse il danno alla famiglia tradizionale causato dal riconoscimento di diritti alle coppie omosessuali, ha cominciato a dire che “non sono io o la legge a definire la famiglia come unione di un uomo e una donna, è il diritto naturale, che esiste a prescindere”. Alla terza o quarta volta che, invece di rispondere alle domande, ripeteva questa stronzata, Santoro è sbottato e gli ha detto con tono un po’ accalorato: “Ma scusi, in Germania, in Francia, in Inghilterra, in Spagna, dove hanno i Pacs, non conoscono questo diritto naturale?”. Mastella si è un po’ irritato, ma la cosa è finita lì, e si è andati in pubblicità.

Tornati dopo lo spot, viene il turno di Vauro; e Santoro, dandogli la parola, fa la battuta “Ci dicono che questa è una trasmissione di comunisti, da oggi ci diranno che è una trasmissione di froci comunisti”. A quel punto, mentre le telecamere inquadrano Vauro, Mastella blatera qualcosa, fa l’indignato, si alza e se ne va.

Ecco, è proprio in quel momento, dopo due ore in cui, di fronte a problemi veri, drammatici, profondi di persone reali, la politica ha saputo soltanto lavarsene le mani, fornire risposte vaghe ed ipocrite, e generare irritazione crescente in chiunque assistesse, che la finta piazza televisiva si è fatta di colpo vera, e si è trasformata in un luogo di potere permanentemente okkupato, e insieme un po’ spaesato di fronte alla ritirata del nemico, e all’insperata liberazione del centro della scena.

Santoro, che per queste cose ha fiuto, è esploso: “Scusate, siccome sta succedendo un fatto, questa sera… quello che sta succedendo alla politica, l’arroganza della politica in questo paese, è i-nac-cet-ta-bi-le!” (Applauso) “Poi fate quello che volete, cacciateci… non ce ne frega niente! Dovete abituarvi a discutere con la gente! … E’ insopportabile questa concezione della politica, fatta tra l’altro da persone che non sanno di cosa parlano…”

E’ vero che, subito dopo, Vauro ha ripreso e ha fatto una battuta tremenda su come i vescovi siano i primi a fare outing, “vestiti così, più appariscenti delle drag queen”. E non è nemmeno la prima volta che un politico se ne va a metà trasmissione (vedi Berlusconi dall’Annunziata). Ma la sensazione è che si sia passata una soglia; che l’incomunicabilità tra potere e popolo, tra potere e giovani, stia facendo, abbia fatto un passo avanti.

E’ proprio questo genere di episodi che mi fa pensare che viviamo in un periodo di erosione carsica delle basi della convivenza sociale; poco visibile forse, ma che comincia a manifestare crepe ben apparenti. In un milione di rivoli diversi, in un milione di ambiti disparati, l’insoddisfazione tende a trasformarsi in rabbia sempre più palpabile verso chi ci (s)governa con menefreghismo, incompetenza e malafede.

Probabilmente aveva ragione Caselli, al TGR di ieri a pranzo, che parlando dei terroristi recentemente arrestati a Torino diceva che non c’è la minima possibilità che, come fu negli anni di piombo, questo torni ad essere un fenomeno di massa. Aveva ragione, ma solo perchè non è più quella la modalità della lotta, e quasi nessuno dei blandi, paurosi, viziati e introversi giovani di questa generazione avrebbe mai le palle di vivere in clandestinità o di sparare per un ideale (non che sia un male, intendiamoci).

Eppure, la disperazione e la mancanza di alternative rende aggressivo qualsiasi animale: mi riesce difficile credere che si possa ancora per molto assistere passivamente allo scempio che questa classe dirigente fa del nostro paese, senza che una quantità significativa di italiani si metta a spaccare tutto.

P.S. A Fantastico 7 (1986), Grillo disse la famosa battuta sui socialisti, con Craxi e Martelli in missione in Cina, e Martelli che chiede a Craxi “Ma se qui sono un miliardo e sono tutti socialisti, a chi rubano?”. Dopodichè, concluse il pezzo dicendo “Va bene, e con questa, ci vediamo a Fantastico 18!” Col senno di poi, aveva sbagliato per difetto, visto che saremmo a Fantastico 28 e Grillo in Rai non s’è ancora rivisto. Vediamo se Santoro resta.

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giovedì 8 Marzo 2007, 19:14

Se non ci fossero

Se non ci fossero, bisognerebbe inventarle – e non solo per questioni meramente riproduttive.

Ci fanno soffrire, godere, divertire, piangere, incazzare, immaginare, sognare, annoiare, sperare, scappare e ridere. Ci fanno la spesa, la cena, il bucato, ma spesso anche le scarpe sul posto di lavoro, mentre noi ci facciamo la spesa, la cena e il bucato.

Sono delle ottime amiche, anche se raramente lo sono veramente; più spesso, vige un rapporto che è un mix tra un gioco di bambini, uno scontro armato, una caccia in cui sei preda e predatore insieme, una grande ed emozionante avventura, e poi talvolta anche una brutta telenovela, una sceneggiata napoletana o un vero e proprio dramma; e, più avanti nella vita, anche un club dagli interessi in comune, una piccola azienda in crescita, una assicurazione reciproca e una delle poche certezze che si hanno, naturalmente finchè non si smette di crederci e si lascia andar tutto in malora. Sono, insomma, la cosa più viva della nostra vita.

Continuano ad essere spesso incomprensibili e imprevedibili: abbiamo proprio il cervello fatto in modo diverso. Mi dissero che il grande dolore della vita è che per essere felici bisogna essere felici in due; più che un dolore, però, è una verità da prendere come guida. Per carità, è vero, da adulti si vive piuttosto bene anche da soli; però, che mondo sarebbe senza donne?

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giovedì 8 Marzo 2007, 08:56

Supportiamo anche Linux, eh!

Sempre per non parlare dello scandaloso italia.it, mi hanno segnalato un’altra chicca: il portalone ministeriale da 45 milioni di euro offre anche la possiblità di scaricare una toolbar da installare nel proprio browser, in modo da avere sempre a portata di mano le utilissime potenzialità di ricerca che il portale offre.

Nella pagina relativa, offerta da uno sponsor privato, si elencano i sistemi operativi supportati: ovviamente, c’è una sfilza di Windows, e poi c’è scritto “Linux solo con browser Firefox” (Mac OS X non l’hanno mai sentito nominare). Bene, dico, proviamolo su Linux: clicco su “scarica”…

…e viene giù un magnifico .exe!

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mercoledì 7 Marzo 2007, 12:03

Ancora informazione all’italiana

Oggi ho sentito la pubblicità della nuova puntata di Informaconsumatori, la trasmissione radiofonica di Radio Flash pagata dalla Regione Piemonte (cioè dalle mie tasse) che dovrebbe “informare” il popolo sulle nuove iniziative del governo, che naturalmente risultano sempre meravigliose (ne avevo già parlato). In questo spot, si sentono i soliti finti cittadini che dicono cose come “costava mille euro ma senza ricevuta ottocento, è uno scandalo!” o altre affermazioni qualunquiste su chiunque non faccia l’operaio (che, si sa, è l’unico mestiere che i leader della sinistra italiana trovano eticamente corretto, a patto ovviamente che lo facciano gli altri).

Dopodichè, una voce spiega il tema della trasmissione di questa settimana: “Con le liberalizzazioni del governo, i professionisti saranno obbligati a rilasciare ricevute e fatture. Cosa succederà davvero?”

La domanda è un capolavoro di propaganda in stile Ceausescu: difatti, una “liberalizzazione” (cioè qualcosa che dovrebbe rimuovere dei vincoli preesistenti) è l’esatto opposto di obbligare qualcuno a fare qualcosa, a meno che non si interpreti la libertà (come purtroppo è abitudine della parte deteriore della sinistra italiana) come “libertà di obbligare qualcun altro a fare quello che dico io”. In più, quella che in teoria è la questione interrogativa di cui il programma dovrebbe occuparsi è chiaramente priva di contenuto: chiedersi “cosa succederà davvero?” è un po’ come chiedersi “domani piove?” o “il Toro vincerà domenica?”. Sarebbe più utile chiedersi se i provvedimenti del governo in materia siano equi ed efficaci o siano soltanto di facciata, ma naturalmente non è questo il punto della trasmissione…

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mercoledì 7 Marzo 2007, 10:01

Parlando di stadi (2)

In risposta a un articolo di Gramellini che lo accusava di non voler investire, oggi Cairo pubblica su La Stampa una risposta che mi pare eloquente, giusto per sottolineare il regalo che Chiamparino, a danno delle casse pubbliche, sta facendo alla famiglia Agnelli. Perlomeno, se regalo dev’essere, che la città faccia regali equivalenti ad entrambi i suoi figli calcistici…

“IL PRESIDENTE GRANATA RISPONDE A GRAMELLINI

Caro Gramellini,

tramite la sua rubrica vorrei rassicurare tutti i tifosi del nostro Toro. Non è vero che io non voglio comprare lo stadio Olimpico perché non ho un progetto a lungo termine. Semmai il contrario: è proprio perché ho un progetto che non lo compro.

Sarei un matto a buttare via soldi per un bene che, purtroppo, a mio giudizio non li vale. Il costo innanzitutto: l’equivalente di circa 1500 euro per ogni spettatore, mentre alla Juventus il Delle Alpi mi risulta sia costato circa 400.

E poi vogliamo mettere la differenza fra i due impianti? Quello è uno stadio che la Juve potrà far lavorare 7 giorni su 7, allargando addirittura di oltre 20.000 metri quadrati la zona commerciale, mentre all’Olimpico manca lo spazio fisico per impiantare qualsiasi attività (ristoranti, cinema, negozi). Aggiungiamo che la capienza e la visibilità sono modeste e che, anche ampliandolo, parecchi spettatori continuerebbero a vedere male la partita. Hanno fatto uno stadio senza pensare né al calcio né al Toro e adesso vorrebbero farmi sentire in colpa se io non pago il prezzo dei loro sbagli?

La città di Torino è in debito con i tifosi granata da almeno vent’anni. Mi sarei aspettato che assumesse su di sé almeno l’onere della ricostruzione del Filadelfia. Invece il Comune finora si è detto disposto a investire solo 3 milioni e mezzo di euro. Di questo passo non si va da nessuna parte e i nostri tifosi hanno tutte le ragioni di lamentarsi della diversità del trattamento riservato ai due grandi club cittadini. Io sono disposto a sedermi anche domani a un tavolo con il Sindaco e gli assessori per riavviare un dialogo. Ma deve essere chiaro che non ho nessuna intenzione di portare il Toro sull’orlo di un altro fallimento per rimediare agli errori strategici che altri hanno commesso sulla questione stadi.”

[tags]torino, toro, juve, juventus, chiamparino, stadio, delle alpi, olimpico[/tags]

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martedì 6 Marzo 2007, 23:33

Mistero

Ma perchè uno come Enrico Ruggeri, con tutte le cose belle che ha fatto nella vita, deve finire a condurre un orrido programma fintogiovane di terza serata, brutta copia dell’insopportabile Lucignolo, su Italia Uno?

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