Sky
Vittorio vb Bertola
Affacciato sul Web dal 1995

Sab 20 - 15:56
Ciao, essere umano non identificato!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
chi sono
chi sono
guida al sito
guida al sito
novità nel sito
novità nel sito
licenza
licenza
contattami
contattami
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vecchi blog
vecchi blog
personale
documenti
documenti
foto
foto
video
video
musica
musica
attività
net governance
net governance
cons. comunale
cons. comunale
software
software
aiuto
howto
howto
guida a internet
guida a internet
usenet e faq
usenet e faq
il resto
il piemontese
il piemontese
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
software antico
software antico
lavoro
consulenze
consulenze
conferenze
conferenze
job placement
job placement
business angel
business angel
siti e software
siti e software
admin
login
login
your vb
your vb
registrazione
registrazione
mercoledì 24 Febbraio 2010, 18:28

Altri aumenti che non esistono

Ne ha già parlato qualcuno in queste settimane (ad esempio .mau.), ma sui giornali la notizia è passata sotto silenzio: a partire dall’inizio del mese, chi come me viaggia spesso con il treno regionale da Torino Porta Susa a Milano e viceversa si è trovato di fronte alla bella sorpresa di un aumento nascosto del 19,4%.

Il meccanismo dell’aumento è tanto perverso quanto complesso. In passato, per i treni di categoria normale, vigeva un’unica tariffa chilometrica nazionale. Dopodiché, già da molti anni, per poter scaricare un po’ di costi dal proprio bilancio, lo Stato ha passato la competenza sul trasporto locale, compreso quello ferroviario, alle regioni; questo significa che i treni regionali, anche quando coprono più regioni, sono di competenza di una regione specifica, che ne negozia prezzi e orari con Trenitalia provvedendo allo stesso tempo a sovvenzionarli. Per esempio il Torino-Milano è di competenza della Regione Piemonte, mentre il treno suburbano Novara-Milano è di competenza della Regione Lombardia; sono così stati fatti sparire i treni “interregionali”.

Fino ad ora, però, sui treni “ex interregionali” vigeva ancora una tariffa nazionale; se il percorso del treno era interamente in una regione si applicava invece la tariffa regionale, concordata tra Trenitalia e regione di competenza del treno.

Siccome però molte regioni avevano provveduto ad aumentare per bene le tariffe, su varie tratte interregionali si verificava il paradosso per cui il biglietto per la prima città fuori regione, calcolato sulla tariffa nazionale, costava meno del biglietto per l’ultima città della regione, calcolato sulla tariffa regionale. Per fare un esempio, sul regionale costava meno il biglietto Genova – Massa che il biglietto Genova – La Spezia, con conseguenti trighi dei pendolari più accorti che prendevano il biglietto per la città fuori regione e poi scendevano prima.

E così, Trenitalia e le regioni “care” come Liguria e Piemonte si lamentavano del “mancato introito”, ovvero delle persone che cercavano di sfuggire ai loro aumenti di prezzo. Soluzione: dal primo febbraio, il biglietto sulle tratte interregionali viene calcolato sommando il prezzo dei chilometri percorsi nella prima regione alle tariffe di quella regione con il prezzo dei chilometri percorsi nella seconda regione alle tariffe di quella regione. E, per un gioco di fasce chilometriche, il risultato è che il biglietto da Porta Susa a Milano è rincarato del 20%, allineandosi a quello da Porta Nuova a Milano che invece non è aumentato (peccato che tre quarti dei viaggiatori per Milano salgano a Porta Susa).

Questa è la spiegazione tecnica, ma la sostanza non cambia: in un periodo di crisi, con la gente che fatica ad arrivare a fine mese e con gli uffici che continuano a spostarsi verso Milano, Trenitalia e la Regione Piemonte hanno pensato bene di lucrare con un bel 20% di aumento sulla tratta di medio raggio più gettonata dai torinesi.

Del resto, il pendolarismo tra Torino e Milano è un business enorme, e solo al primo gennaio si era completato un aumento del 34% in otto mesi del pedaggio autostradale: come poteva la ferrovia essere da meno? Fa un po’ specie se si pensa che l’autostrada è gestita dai privati mentre la ferrovia è pubblica, ma poi ci si pensa bene e si capisce come sia proprio vero che tra pubblico e privato non c’è più differenza: comunque sia, la risorsa (spesso costruita generazioni fa con fondi pubblici) viene adibita a impresa di lucro privato senza alcun tipo di rischio, con tariffe imposte in regime di monopolio, e benefici che vanno non nelle tasche dell’ente pubblico, ma nelle tasche di chi lo governa (da quelle dell’ente usciranno poi in pubblicità, consulenze, appalti…) e dei suoi amici.

Tutto questo, naturalmente, nel silenzio generale dei media collusi, che alla questione non hanno dedicato nemmeno un trafiletto: essendoci le elezioni regionali alle porte non si vuol certo mettere in difficoltà la giunta attuale, che anzi andrà sicuramente a vantarsi di avere “messo alla porta Trenitalia” per migliorare i treni regionali…
[tags]ferrovia, pendolari, trasporti, torino, milano, aumenti, regione piemonte, trenitalia, pubblico, privato[/tags]

divider

7 commenti a “Altri aumenti che non esistono”

  1. .mau.:

    A dire il vero il calcolo delle tariffe dei treni che passano da più regioni facendo il pro-quota delle tariffe regionali c’è già da anni. Ribadisco che stavolta hanno semplicemente deciso che per tutte le destinazioni per Torino si calcola Porta Nuova. Se vuoi ti trovo anche la data in cui è cambiata la logica interregionale-regionale con conseguente aumento.

  2. MailMaster C.:

    Le ferrovie non sono “pubbliche”, ma formalmente una SPA. Poi, ovviamente, essendo controllate al 100% dal Ministero del Tesoro, possono pure passare per “pubbliche”, ma in teoria si stanno sempre più configurando come “non pubbliche”. Il che non vuol dire obbligatoriamente “private”, ovviamente… siamo pur sempre in Italia… :)

    Mandi

  3. vb:

    .mau.: Però se dal sito delle ferrovie provi a chiedere un biglietto, che so, Chieri-Torino Lingotto e Chieri-Torino Stura (due tratte senza cambi e che si fanno con un treno diretto), costano diversi… dunque vuol dire che non hanno accorpato tutto a Porta Nuova.

  4. .mau.:

    nell’ordine:
    – mi scuso per il doc, ma qui si vede che la tariffa sovraregionale come somma delle tariffe era presente già a fine 2007.
    – sicuro che la tratta Chieri-Torino Stura non sia in codesharing con GTT, e quindi di tariffe completamente diverse? (No, anche Chivasso-Torino [Stura|Porta Nuova] è così).

    Cerco ancora.

  5. .mau.:

    Se fai la prova con Novara-Torino PS e Novara-Torino PN, puoi notare come i prezzi siano diversi. Quindi non è un problema di regionalizzazione, devono avere unificato solo per la Torino-Milano.

  6. vb:

    Insomma, la morale è: non si capisce una mazza (tra l’altro l’unica spiegazione pubblicata è quella che io ho attinto dal Corriere, mentre da fonti ufficiali non ho visto arrivare nulla), l’unica cosa sicura è l’aumento del 20% guarda caso sulla tratta più gettonata…

  7. .mau.:

    sai dirmi che tariffa e che chilometraggio segnano adesso? un vecchio biglietto che ho qua con la vecchia tariffa indica TARIFFA INTERA TAR.39/AS/01 .

 
Creative Commons License
Questo sito è (C) 1995-2024 di Vittorio Bertola - Informativa privacy e cookie
Alcuni diritti riservati secondo la licenza Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo
Attribution Noncommercial Sharealike