Sky
Vittorio vb Bertola
Affacciato sul Web dal 1995

Gio 25 - 1:36
Ciao, essere umano non identificato!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
chi sono
chi sono
guida al sito
guida al sito
novità nel sito
novità nel sito
licenza
licenza
contattami
contattami
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vecchi blog
vecchi blog
personale
documenti
documenti
foto
foto
video
video
musica
musica
attività
net governance
net governance
cons. comunale
cons. comunale
software
software
aiuto
howto
howto
guida a internet
guida a internet
usenet e faq
usenet e faq
il resto
il piemontese
il piemontese
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
software antico
software antico
lavoro
consulenze
consulenze
conferenze
conferenze
job placement
job placement
business angel
business angel
siti e software
siti e software
admin
login
login
your vb
your vb
registrazione
registrazione

Archivio per il giorno 20 Dicembre 2006


mercoledì 20 Dicembre 2006, 07:30

E-Ultras

La settimana scorsa, nella tifoseria del Toro, si è verificato un episodio che ha fatto scalpore: due ultras si sono recati nel negozio sociale in piazza Castello e, a suon di minacce e ceffoni, si sono fatti consegnare del materiale e se lo sono portato via. Rapina? E’ così per i giornali, ma non per gli ultras stessi, che, parlando di malintesi, hanno cominciato a diffidare più o meno gentilmente chiunque osasse porre la cosa in altro modo; in pratica, sul forum di Toronews i moderatori hanno dovuto cominciare a chiudere buona parte dei thread dove si parlasse dell’episodio, preoccupati di possibili ritorsioni fisiche su loro stessi in caso contrario.

Ora, direte voi, tutto normale: trattandosi di un ambiente dove, diciamo così, la cultura in generale e il rispetto della differenza in particolare non la fanno da padroni, è normale che vi sia una specie di reazione “da branco” tesa non ad affrontare il problema in sè, ma a difendere a forza chi fa parte del gruppo e a minacciare chi non ne fa parte.

Poi succede di leggere su Punto Informatico di oggi un reportage sulle attuali polemiche interne alla comunità Debian (la distribuzione Linux per “duri e puri”): un gruppo di persone ha messo in piedi una raccolta di fondi per stipendiare i due principali gestori del rilascio della distribuzione, e tutti gli altri contributori si son detti: saremo mica i figli della serva? E così, da buona tradizione progressista, hanno iniziato uno sciopero bianco per ottenere uno stipendio anche loro, o perlomeno ottenere che non lo diano agli altri.

La cosa più interessante, comunque, è la reazione a tale articolo: aprendo il forum dei commenti, già alle sette di mattina si trovavano circa duecento post, la maggior parte dei quali pro Debian più o meno con gli stessi slogan che si sentono allo stadio. Insomma, al solito il problema non è la sostanza della discussione, ma il fatto che qualcuno si permetta di menzionare il problema, il che secondo i debianisti, anche se non si stanno a guardare i post fatti solo di slogan, è meritevole di una negazione del problema (“Gobba? Quale gobba?”) seguita da velate minacce.

Che la comunità Debian (o meglio, molti suoi esponenti, senza generalizzare) approcci il mondo esterno con la stessa apertura, la stessa onestà intellettuale e lo stesso rispetto per la diversità che caratterizzano gli ultras dello stadio fa un po’ impressione, ma non è una sorpresa per chi ci ha avuto a che fare. Del resto, giusto ieri ho assistito a una discussione in cui uno dei maggiori esponenti della comunità Linux romana ha accusato un signore, che si era solo permesso di fare qualche obiezione alla proposta di legge Folena sull’open source, di essere un agente segreto delle “major che ammazzano la gente”, al soldo del capitalismo e di sporchi interessi personali.

Certo però che è triste notare come esistano pattern di comportamento umano per cui pensare con la propria testa risulta sempre difficile, ed è più facile nascondersi dietro un marchietto o un colore di qualsiasi genere, per poi aggredire chiunque non vi si riconosca; e ancor più triste che li adottino quelli che, come i sostenitori del software libero, spesso si richiamano a valori morali di alto livello. Purtroppo, di norma sono solo parole.

divider
 
Creative Commons License
Questo sito è (C) 1995-2024 di Vittorio Bertola - Informativa privacy e cookie
Alcuni diritti riservati secondo la licenza Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo
Attribution Noncommercial Sharealike