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Archivio per il giorno 2 Gennaio 2007


martedì 2 Gennaio 2007, 16:10

Tanto tuonò che nevve

Lo sapevo che c’era una congiura contro di me, segretamente in atto da tempo e tesa a concretizzarsi nelle vicinanze di questo Capodanno.

Non è un caso che, quando a marzo di questdell’anno scorso ho cambiato macchina e ne ho preso una con le ruote troppo grosse per poterci montare le catene, mi sia preoccupato di far inserire nel contratto la possibilità di farmi montare gratuitamente le gomme da neve all’inizio dell’inverno. Io ci ho provato, a farlo; solo che ho passato l’intero mese di dicembre in giro qua e là – iniziando col Brasile per finire in Germania – e la procedura si è rivelata più complessa del previsto: al ventitrè di dicembre ero finalmente riuscito a scoprire dove dovevo andare e che documenti dovevo portare, ma era troppo tardi.

Peraltro, questo era l’inverno più secco del secolo, e quindi, quando mi hanno invitato per il Capodanno a Courmayeur e mi hanno detto di portare le catene, io ho risposto incoscientemente: “Catene? Non le ho, ma a che servono? Non c’è un fiocco di neve neanche in cima ai monti…”. Ecco, probabilmente questo ha segnato la mia condanna; perchè ieri sera in val d’Aosta ha cominciato a nevicare, e mentre gli albergatori ringraziavano chi di dovere, io stamattina mi sono trovato la mia macchina ex parcheggiata in un prato in salita e ora parcheggiata in mezzo a venti centimetri di neve fresca in salita.

E in più, ieri avevo anche pensato di spostare l’auto in un posto più comodo, ma i locali mi hanno rassicurato sul fatto che le strade vengono pulite e non c’è poi tanto da preoccuparsi… insomma, me la sono voluta. Ci ho messo un’ora e mezza da quando ho cominciato a pulire i vetri a quando sono arrivato all’autostrada, con alcune scene piuttosto da film.

Per cominciare, passata la fase iniziale di rimozione (quella in cui il mio amico sfotteva dalla finestra dicendo “non mi muovo ad aiutarti finchè non sei slittato almeno per mezzo minuto”, al che io sono slittato fino a mezzo metro dalla fiancata della macchina più vicina e lì abbiamo capito che era una cosa seria), ci siamo messi con la pala a scavare percorsi ideali di uscita in retromarcia dal prato nevoso. Peccato però che il suggerimento “ACCELERA AL MASSIMO E NON TI FERMARE” cozzi con una serie di meccanismi automatici di difesa che stanno nel mio cervello, per cui mi sono fermato almeno tre volte durante la manovra.

Ma il bello doveva ancora venire: appena la macchina ha terminato la curva in retromarcia e si è trovata col muso in direzione di massima pendenza, ecco… ha cominciato a scendere. Da sola, con me sopra, perso come un astronauta dell’Apollo 13. Al che io mi sono buttato sul freno, e la macchina ha cominciato a scivolare più forte, beccheggiando verso destra in direzione di 1) un palo 2) un muro. Mi sono così trovato in mezzo a quella scena di Austin Powers in cui lui sta per essere investito da uno schiacciasassi che però si muove pianissimo, e quindi sta fermo per trenta secondi gridando, mentre il disastro gli si avvicina a velocità ridicola!

Insomma, ho capito che appoggiarmi sul freno non serviva a nulla, e quindi, sempre scivolando verso il palo, ho preso adeguati rimedi: ho tirato giù il finestrino elettrico premendo sull’apposito pulsante, e ho cominciato a gridare: “AIIIUUUUUUTTOOOOOO!!!!”. Questo però non ha deviato la macchina, al che, quando il palo era già incombente, mi sono deciso a tentare il tutto per tutto: ho veramente lasciato la frizione e accelerato, e le ruote hanno veramente cominciato ad andare nella direzione impartita loro dal volante, infilando la mia auto nello stretto passaggio con un balzo felino. E ho persino fatto una curva a destra che era larga come una macchina più dieci centimetri!

Lo step successivo è stata una discesa ripida e diritta: ecco, lì ho cambiato la procedura, perchè, dopo essermi buttato sul freno ancora senza risultati, invece di gridare aiuto ho avuto un’altra ottima idea: mi sono istintivamente aggrappato al freno a mano! Scoprendo con orrore che neanche quello aveva alcun effetto, e mentre il mio amico gridava di non frenare, un passante ha gridato il più utile consiglio “METTI LA PRIMA E VAI”, che in effetti ha funzionato e mi ha permesso persino di fare un’altra curva a fine discesa.

Quando poi sono arrivato al tornante in palesi condizioni di instabilità mentale e fisica, e ci ho trovato in mezzo una gentile mammina che aveva deciso di fermarsi col passeggino esattamente nel punto dove sarei andato a sbattere io se avessi perso aderenza, ho pensato che l’istinto materno può rendere gli esseri umani infinitamente stupidi.

(Lasciamo perdere il maledetto autobus delle Ferrovie Nord Milano che, in un tratto di autostrada gelato e con il limite dei 100, andando a 112 all’ora contro i miei 110, ha deciso che doveva assolutamente superarmi, e poi, realizzato che non sarebbe mai riuscito a terminare la manovra prima di giungere a Milano, ha semplicemente cominciato a chiudermi costringendomi a inchiodare. Doveva essere davvero la mia giornata fortunata.)

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