Guitar Hero s’ammoscia con gli 80’s
Come già vi dissi, lo aspettavo da quando è uscito, a inizio agosto; ora finalmente il pacco da Jersey è arrivato, nonostante in ufficio non ci fosse nessuno ad accoglierlo, e io ieri sia andato a pranzo nelle vicinanze in modo da darmi la scusa per andare a ravanare nella buca delle lettere. E così, posso recensire Guitar Hero Rocks The 80’s, primo del circondario ad averlo.
Ecco, come sapete io sono drogato da questo videogioco (più precisamente, sono drogato dalla musica rock), per cui l’avrei comprato comunque, e me lo godo comunque. Però è piuttosto chiaro che questo gioco è per Guitar Hero ciò che E.T. fu per l’Atari nel 1983: un disgustoso rip-off messo insieme in fretta, per soldi, prima che scada la licenza, e che farà inorridire e scappare tutti gli appassionati, costituendo una pessima pubblicità sia per Guitar Hero III (in uscita a fine ottobre) che per Rock Band, oltretutto entrambi solo per PS3 e equivalenti (quindi dovrei comprare anche la console).
Il punto è che il gioco è totalmente identico al secondo episodio, a parte un paio di texture nei locali; con solo trenta canzoni e nessun extra; con le canzoni spesso incise male e missate peggio; e soprattutto, con una tracklist che fa pietà , probabilmente guidata dal solo criterio di pagare i diritti il meno possibile.
Ok, c’è 18 And Life che da sola vale il prezzo, anche se per far sentire la chitarra acustica che suoni hanno inciso tutto il resto talmente basso che dovrebbero darti un cornetto dell’Amplifon. C’è Holy Diver che voi non conoscerete, ma che ha un riff solido come un camion e pesante come un chiodo dell’epoca, completo di accessori metallici. C’è Synchronicity II dei Police, che è sempre un bel pezzo, anche se io preferisco la versione uno. Ci sono Wrathchild degli Iron Maiden e No One Like You degli Scorpions, piacevoli ma certo non i loro pezzi migliori, anzi nemmeno uno dei loro dieci pezzi migliori. C’è Electric Eye dei Judas Priest, che mi veniva da piangere perchè nell’intro (che incidentalmente, cara Red Octane, si chiama The Hellion e sarebbe un pezzo separato) non hanno raddoppiato le chitarre dopo le prime due ripetizioni, insomma ne manca metà . Ci sono pezzi di gruppi che all’epoca non ascoltavo, ma che comunque erano di livello decente, tipo i Quiet Riot, i Poison o i Ratt.
Però, come si fa a fare una raccolta dei maggiori successi del rock degli anni ’80 senza includere, per dire, un pezzo di Bon Jovi? The Final Countdown? Owner of a Lonely Heart? Uno dei classici dei Metallica? O, per andare sul mainstream, un qualsiasi prezzo di A Kind Of Magic? Qualcosa dei Dire Straits, dove la chitarra non manca? Una hit dei Duran Duran? Non ditemi che le licenze dei Duran Duran costano ancora care…
In compenso, ci sono un pacco di pezzi di gente mai sentita prima, come tali The Go-Go’s che vincono a mani basse, signori, il premio per il pezzo rock più brutto della storia dell’umanità . Dopo averlo suonato, ho dovuto tirar fuori l’amuchina e disinfettare le casse.
Insomma, forse è solo che mi piacerebbe suonare un sacco di musica degli anni ’80, e avrei sperato di trovare qualcosa di meglio; suonandoli un po’, penso che anche molti di questi pezzi mi piaceranno di più, come già successo con gli episodi precedenti. Però più ci penso e più concludo che è ora che si cracchi sto aggeggio e si faccia seriamente una versione open source utilizzabile con i controller invece che con i tasti del PC… andrò a documentarmi su Frets On Fire!