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Archivio per il mese di Agosto 2007


martedì 7 Agosto 2007, 14:58

Agosto a Torino

Oggi avrei potuto anche non uscire di casa: il tizio da cui dovevo ritirare gli abbonamenti del Toro per l’anno prossimo era già andato in ferie; la biglietteria del Comunale, senza preavviso, stamattina era chiusa e così non ho potuto fare il biglietto per la partita di stasera; e nessuno dei negozi delle Gru aveva Guitar Hero Rocks The 80’s (che invece l’altra settimana a Londra era già ovunque, e la data di uscita è la stessa).

In più, quando sono uscito dalle Gru si era messo a piovere: forse dovrei davvero scappare dal clima monsonico dell’estate italiana, e andare in luoghi dal clima più favorevole – tipo Londra, dove in tre giorni non s’è vista una nuvola, e c’erano venticinque gradi e brezza costante.

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domenica 5 Agosto 2007, 23:25

Atterraggio

Succede in anticipo, già quando scendi dal treno per Stansted e ti avvii verso la zona del check-in dei voli per Bergamo, che Ryanair ha appropriatamente collocato proprio in fondo all’aeroporto, separata da quelle degli altri. Lì avviene già la selezione, e ti ritrovi di colpo in mezzo agli italiani.

E così, è dura lasciare Londra, e ritrovarsi d’improvviso in Italia, tra gruppi di scout e scolaresche in viaggio studio che non hanno imparato una parola d’inglese, ma che chiacchierano di canne, di furti reciproci, di compiti in classe copiati di straforo, e di svariati libri di Federico Moccia; e poi applaudono all’atterraggio, come chi non ha mai visto un aereo in vita sua, per poi alzarsi in massa quando l’aereo è ancora sulla pista, fregandosene dei divieti, e accendere in blocco i telefonini. Poi scendi e vai in bagno all’aeroporto di Bergamo, dove i cessi sono sporchi in modo indescrivibile, e c’è pure uno che caga senza chiudere la porta; e poi ti infili su un’autostrada piena di cantieri infiniti, e di vasi di geranio schiantati sulla corsia di sinistra.

Non sono affatto esterofilo, ma tocca purtroppo dire, avendole viste entrambe, che l’Italia di oggi assomiglia molto di più all’Argentina che all’Inghilterra. Temo che sia un po’ come quella sensazione di cui ti parla chi è venuto a studiare o a lavorare a Torino dalla campagna o da un paese del Sud, e ti dice che gli fa sempre piacere tornare, rivedere i posti e gli amici, ma non riuscirebbe più a viverci per troppo tempo; perché tutto sembra così piccolo, chiuso di mentalità, e provinciale, e anche marcio e strafottente, e limitante, e destinato comunque a rimanere così, con piena soddisfazione di chi ci vive, che si lamenta spesso ma poi ci sguazza, perché altrimenti se ne sarebbe già andato.

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venerdì 3 Agosto 2007, 03:09

Le chiavi della macchina

Dunque, supponete di aver passato tutta la serata a preparare il nuovo viaggio, mettendo la roba nella borsa, stampando le mappe per arrivare nei vari luoghi, caricando tre o quattro strumenti elettronici di vario genere, e nel frattempo rispondendo pure alle mail arretrate.

Dopodiché, sono le undici (in confronto alle nove, ora a cui volevate andare a dormire) e avete finito tutto: ultima cosa, preparare il marsupio. E così, dopo aver tolto una manciata di chiavi e antifurto di casa che non val la pena di portarsi dietro, fate il controllo finale e scoprite che mancano le chiavi della macchina.

Ora, si sa che perdere le chiavi delle Alfa 147 è uno sport molto diffuso tra i blogger: del resto, io ho perso il primo mazzo tre giorni dopo che me l’hanno consegnata, e in un anno e passa non sono mai andato a farmelo rifare, girando con l’unico rimasto: quello che appunto è sparito.

Controllati i posti più ovvi – tasche dei pantaloni, altre borse e così via – l’ipotesi più sensata è che il mazzo sia stato dimenticato dentro la macchina, in garage. Peccato che, come ormai da due settimane, il mio ascensore sia rotto; e che al mio arrivo io mi sia già dovuto fare per due volte (causa quantità di materiale) otto piani a piedi in salita con valigie e borse di vario genere.

Eppure, non posso certo scendere domani mattina alle tre con il rischio che poi le chiavi non ci siano; e quindi, mi tocca rivestirmi alla bell’e meglio e affrontare per la terza volta gli otto piani di scale, per andare fino in garage a recuperarle. Scendo, apro il garage, e… non ci sono: la macchina è chiusa, e non c’è traccia delle chiavi. Comincio a preoccuparmi seriamente.

Mugugnando piani alternativi, rifaccio otto piani in salita cercando di pensare a dove possano essere finite le chiavi. Per farla breve… alla fine, quel coso nero nel mazzo di chiavi tolte dal marsupio, che sembrava proprio l’antifurto di casa di mia mamma, era in realtà il mazzo di chiavi della 147. Sembra proprio che stanotte non ci sia verso di dormire più di quattro ore scarse…

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giovedì 2 Agosto 2007, 22:01

Fine Veneto

Viaggiare, in questi giorni, è stressante; sono appena arrivato a casa, e già mi preparo per la sveglia alle tre di questa notte, per arrivare a Bergamo e prendere un volo Ryanair per Londra (che pur contando il viaggio si spende meno e ci sono orari molto migliori che da Caselle, ed è tutto dire) e andare a vedere la partita amichevole di sabato, Tottenham – Toro (saremo probabilmente circa un centinaio).

Nel frattempo, oltre a rinnovare le bestemmie perché mi è toccato il lavaggio del bagno – specie quando hai un compare che quando si pettina poi scrolla la spazzola sul pavimento: peli e capelli ovunque – vorrei cogliere l’occasione per mandare a cagare il tizio targato MInchione che, mentre io galleggiavo tra Bergamo e Milano in una fila di cinquanta chilometri di auto impilate sulla corsia di sinistra tra i cento e i centotrenta, mi ha sorpassato a destra per poi inchiodare e infilarsi davanti a me nello spazio destinato a distanza di sicurezza. C’è del marcio in Lombardia.

Bon, sarò offline fino a domenica notte, quindi vi lascio con le due foto della settimana: la prima da Marostica; vediamo chi ne capisce la (peraltro ovvia) origine. La seconda invece viene dai cessi del parcheggio pubblico di Bassano, sullo stile del perseveratore: ma come parlano in Veneto?

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mercoledì 1 Agosto 2007, 23:09

Cincinnatemi

Non ho mai visto tante tette e tanti culi come sulle televisioni private del Veneto. Praticamente l’intera programmazione è composta da televendite di stimolatori elettrici scioglipancia, panche per addominali e pillole dimagranti, con i conseguenti zoom su parti del corpo variamente assortite, come in macelleria. In alternativa, le televisioni private venete mandano anche televendite di scarpiere o di batterie di pentole, però anche queste concluse con ardite inquadrature da vicino sulla generosa scollatura delle presentatrici. L’effetto ipnotico che da ciò deriva ci ha portato spesso a passare le mattinate – specie la pausa tra i pancake delle 11 e il pranzo di mezzogiorno – come ipnotizzati su Telealto Veneto o Retechiara.

Tutto ciò, vi assicuro, rimette decisamente in prospettiva le notizie dei telegiornali dell’estate, da Gustavo Selva che, nella crisi interiore che lo ha portato a ritirare le proprie dimissioni su richiesta del popolo, scopre per conseguenza che la sua vera anima sta in Forza Italia, a Cesare Previti che si dimette da uomo innocente, visto che ormai quale onesto cittadino che si occupi di politica non ha una condanna penale sulle spalle?

Ma in fondo, finché ci saranno i culi vibranti delle televendite (e le figlie giovani dei ristoratori della zona) a fornirci argomenti di conversazione tra una bottiglia di vino e mezzo chilo di polenta, la vita potrà proseguire in modo ruspante, lontano dalla corruzione e dal degrado morale della grande città. Evviva la semplicità!

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