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giovedì 21 Febbraio 2008, 10:19

Oggetti

Caro diario,

anche ieri, come spesso in questi giorni, ho impiegato la pausa pranzo per tornare indietro fino alla mia vecchia casa. Ormai vivo in quella nuova da quasi un mese, ma ovviamente il trasloco non è ancora finito, e anzi diventa sempre più lungo.

Il problema è che, spostate velocemente le cose essenziali, restano tuttavia quelle superflue; che proprio per questo richiedono molto più tempo.

Per esempio, io per anni sono andato in viaggio riportando indietro, con efficienza svizzera, tutti i campioni di sapone e di shampoo che trovavo negli alberghi: sai mai che così si riesca a risparmiare sull’igiene! Aprendo armadi e cassetti, sono saltate fuori una, due, tre, quattro scatole da scarpe piene zeppe di saponcini, flaconcini, pettinini, spazzolini, batuffolini, persino i cottonfioc. E tu che ne fai? Vorrai mica buttar via tutto questo patrimonio costruito negli anni? In più, ogni sapone è un ricordo: ah come mi ero lavato bene in Uruguay, ah che bella doccia che aveva quell’albergo a Palo Alto, e così via.

E le salviettine umidificate, ognuna racchiusa nella sua brava confezione di alluminio? A botte di un fazzolettino per volo, ne ho un cassetto pieno, anche di linee aeree che non esistono più. Anzi, mentre ci siamo, mi faccio una pausa con queste caramelle della Swissair, che la compagnia è fallita da sei anni, ma le caramelle sono ancora qui.

Sì, è vero, potrei cominciare a buttar via. Ma solo un bruto potrebbe gettar via la confezione di pennarelli che usava per colorare i disegni all’asilo: e infatti io l’ho gelosamente conservata. Davvero potrei buttare via le vecchie audiocassette? E allora dovrei forse buttare anche il walkman? Ma figurati, chissà quanto vale un walkman originale Sony, con dentro ancora la cassetta di El diablo dei Litfiba.

Potrei forse gettar via la collezione di fogli bianchi, centinaia e centinaia di pagine vuote e adornate solo del logo di questo o quello sponsor, raccolte con tenacia negli anni, come quella volta a Beverly Hills, al Webnoize del 2000, dove alla fine del discorso contro la pirateria del fu Jack Valenti tutta la sala si alzò ad applaudire, ma mezz’ora dopo, quando tutti ormai erano andati via, nella stessa sala c’erano solo più due messicani che smontavano e io che raccoglievo manciate di bloc notes marchiati IBM abbandonati sulle sedie.

Caro diario, la nostra vita è piena di oggetti, che nascono vergini ma poi presto si sporcano di noi, entrando in una relazione fedele e sottintesa che soltanto noi, per un motivo qualsiasi, possiamo a un certo punto tradire. E’ da questo blocco regalatomi anni fa dal GARR che io ne esorcizzo il mistero, mentre mi appresto ad impacchettarli tutti e a spostarli dal fondo di un vecchio armadio al fondo di un nuovo armadio; fino a che, tra cinquant’anni, qualcuno entrerà in casa mia, troverà i miei pennarelli, e si chiederà che cosa mai potesse rappresentare, per un vecchio, un pezzetto di plastica colorata.

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15 commenti a “Oggetti”

  1. simonecaldana:

    Se quel qualcuno lo saprà forse la vita non sarà vissuta nel vano tentativo di sopravvivere.

  2. BlindWolf:

    vb, capisco benissimo come ti senti.

    (In questo momento ad una spanna da me c’è il volantino di un servizio mai finito scritto per una ditta che non mi ha ancora pagato…)

  3. Alberto:

    Spesso mi chiedo quanto mi costi conservare gelosamente biglietti aerei, scontrini di ristoranti, ricevute di hotel, tessere ferroviarie. Eppure la dolcezza del ricordo, il calore che ti infondono le immagini che a quegli oggetti associ molte volte è impagabile. Alla fine è l’eterna lotta di ognuno di noi contro l’oblìo, contro l’annullarsi del nostro passato nella centrifuga del presente.

  4. bruno:

    VB, se ci pensi bene, è solo ciarpame. Approfitta del trasloco per buttare via tutto. Senza rimpianti.

  5. Lollo:

    Non dare retta a Bruno per nessun motivo!!!

    Sono contento di non essere il solo a fare così… poi lascio anche che mi prendano in giro per le vagonate di cazzate che mi tiro dietro (anche io ho traslocato il mese scorso), ma leggendoti mi stavo quasi commovendo.

    W il ciarpame!!!

  6. for those...:

    quoto bruno in pieno! io, fortunatamete (?), ho traslocato molte volte. sono le uniche occasioni per liberarsi di un sacco di inutile pattume. Stai tranquillo che 2 giorni dopo averli buttati, quegli oggetti, non ti ricorderai nemmeno di averli mai avuti.

  7. bruno:

    VB, se buttare tutto il ciarpame ti risce difficile, fallo in tre passi.

    – metti tutto il ciarpame in uno scatolone e scrivici sopra “varie”
    – porta lo scatolone in cantina e dimentica cosa c’è dentro
    – butta via tutto

  8. Lollo:

    Bruno, si vede che non sei un romantico ciarpamista…

    I primi due passi sono semplicissimi e assolutamente naturali, il problema è che nessun “ricordofilo” butterebbe mai uno scatolone senza dare un’ultima occhiata a quello che c’è dentro… e a quel punto, nel momento esatto in cui lo apri, sei fregato.

  9. elena:

    Ciascuno si relaziona come meglio crede con il proprio passato e quindi con le cose da trasportare nel proprio carapace, con le cose che fanno parte dell’identità, che rappresentano un periodo felice della vita, che ricordano le persone amate, che ricordano a ciascuno di se stesso.

    Però queste cose devono limitarsi ad aiutare nel ricordo, non sostituire il ricordo e le persone in carne ed ossa.

    Quindi benissimo gli scatoloni con i ricordi, e benissimo anche la allocazione dei suddetti in cantina, ma perchè questi non diventino solo “ciarpame” è bello ogni tanto andarli a spolverare, giusto per ricordarci di come eravamo, del percorso che abbiamo intrapreso, delle motivazioni delle nostre decisioni.

    Questo ci può aiutare a capire se come siamo ora ci va bene o no, se stiamo realizzando (o abbiamo realizzato) i nostri sogni, se siamo contenti di noi.
    Così attraverso il nostro passato possiamo porre le basi per costruire il nostro futuro.

  10. bruno:

    Sì, Elena, va bene. Ma bisogna saper distinguere.
    Un conto è rivedere le proprie vecchie foto, il vecchio libretto universitario, la ricevuta del ristorante dove si è andati al primo appuntamento con la fidanzata.
    Un altro conservare decine di saponette e bustine monodose di shampo, salviette umidificate, vecchi post-it mai usati. I primi sono ricordi romantici, ai quali si può decidere o meno di indulgere nelle serate d’inverno, i secondi, CIARPAME.

  11. Salvofan:

    Qualcuno vuole ancora vedere le bustine con la salvietta umidificata prese nei miei primi voli aerei del 1993 con Alitalia e British tra Palermo e Glasgow con scalo a Roma?? Dovrebbero essere in una scatola di scarpe al terzo piano di casa mia a Favara…in 10 minuti potrei trovarla! :D

    Grande Vitto…mi ci sono proprio ritrovato!! Sto ancora usando a Dublino i blocchetti di appunti dell’Infomobility forum 2005 di torino!! Roba che mi sono trasportato in macchina dall’Italia! C’era un po di spazio e ci stava ho detto! :D.

    Non buttare…al massimo fattici la doccia con gli shampoo…e se viaggi in posti sgualfi dove non sai se trovi la roba puoi sempre riempirli e utilizzarli (visto che tra l’altro li fanno passare in aereoporto senza problemi nel bagaglio a mano!! ;)

    S.

  12. Bruno:

    Signori, siete messi peggio di Gollum. Vi vedo bene in una caverna, mentre celate tra le mani una bustina di sciampo preistorico mormorando “Tessoro….”

  13. BlindWolf:

    Incredibile. Il post più innocente (non si parla di tasse, precariato, Israele, Juventus, ProdiVeltroBerlusca…) dell’ultimo mese ha punto nel vivo i sentimenti della maggior parte dei frequentatori. Mi chiedo cosa ne pensino Thomas Jefferson, sciasbat, Attila e .mau., gli unici che mancano ancora all’appello.

    Io ho ancora i buoni da 50 lire della mensa del Poli, ed il kit della conferenza FLINS 2002 (ma la penna di plastica con il marchio SCK.CEN l’ho persa in Germania)

  14. .mau.:

    @BlindWolf: non è un post innocente, è uno dei rarissimi momenti in cui vb parla con il cuore e non con la testa o con il fegato.
    Ciò detto, io sono della scuola “prima di buttare via qualcosa ci vuole una vita”, ma ogni tanto ci riesco anche. Molto raramente, dopo molto tempo ma ce la faccio. Ad esempio, i campioncini di bagnoschiuma non ce li ho più, e se mi capiteranno sotto le mani probabilmente butterò via i tagliandini dei biglietti aerei, quando ancora c’erano i tagliandini.

  15. vb:

    .mau.: c’è anche la categoria apposta, ma se sapevo prima che vi piacevano, vi ammannivo più spesso questo genere di riflessioni. In effetti forse è meglio che grillizzarsi troppo…
    (comunque ti stai perdendo il webdaysbarcamp)

 
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