Primavera in montagna
Ci sarebbero tanti fatti di cronaca e di politica da commentare anche oggi. Ma è domenica; e vorrei invece dirvi che quest’anno la primavera in montagna è davvero bellissima.
La quantità spropositata di neve che è venuta ha portato due grossi vantaggi. Intanto, la montagna è rimasta in pace e irraggiungibile fino a poche settimane fa; anzi, alcuni punti classici del turismo montano piemontese, come il Nivolet, sono ancora irraggiungibili (ho letto un articolo che diceva che sul colle sono arrivati in tutto undici metri di neve, e che questo weekend forse sarebbero riusciti a liberare la strada fino al Serrù, tra muri di neve tuttora alti parecchi metri). E poi, la vegetazione è cresciuta in modo incredibile, e quelli che normalmente sono comode carrarecce o ampi sentieri sono ora pieni di erba alta. I prati e le rocce sono coperti di fiori di ogni genere e di ogni colore, e la foresta sembra antica, incontaminata.
Ieri, facendo una passeggiata lungo il percorso del Ru Cortot (ufficialmente chiuso perché finalmente hanno stanziato i soldi per riaprire le vecchie gallerie), sembrava di essere in un gioco fantasy o in una foresta canadese, non certo in val d’Aosta. Anzi, sembrava quasi come quando al Kruger Park penetravamo in silenzio nella savana; e infatti a un certo punto è pure apparso un cerbiatto, piuttosto vicino. Era quasi il tramonto, le ombre erano già lunghe e la luce che penetrava tra gli alberi, dopo che la neve ha portato via quel che non era saldo e ripulito il bosco, aveva un effetto magico.
Presto arriverà l’alta stagione estiva, boschi e prati saranno invasi di turisti e molto sarà tagliato, ripristinato, riumanizzato. Questi sono i giorni migliori per godersi la montagna in santa pace: approfittatene.
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