La voce del padrone
Oggi La Stampa apre la pagina online della cronaca di Torino con uno spottone per i negozi di lusso del centro, che spiega come siano già in corso i saldi sui vestiti chic. Vediamoli, questi saldi: “le t-shirt da 230 euro a 160”, recita l’occhiello in home page. “Le nostre clienti si fanno vive in anticipo senza bisogno di chiederglielo tramite messaggini”, si vanta la proprietaria di una boutique, forse perché tanto ci pensa il giornale cittadino a regalargli mezza pagina di pubblicità gratis.
Io trovo tutto ciò, a pelle, urticante: posso ancora capire lo spendere centinaia di euro per un vestito elegante, ma l’idea che qualcuno possa spendere 160 euro per una t-shirt da 50 centesimi mi sembra il miglior argomento a favore dell’abolizione della proprietà privata che io abbia sentito da anni. E mi dà quindi fastidio che La Stampa, invece di concentrarsi sui problemi della gente, si sdrai ai piedi di questo mondo di venti madame e dei loro servitori – che, attenzione, sono tutt’altro che innocui: ad esempio, l’unico motivo per cui il centro non viene pedonalizzato è che le signore devono arrivare col SUV e l’autista proprio sulla porta della boutique in via Roma, e già l’eliminazione dei parcheggi nella suddetta via ha richiesto vent’anni di rivolte popolari e ha minacciato la sopravvivenza politica di Chiamparino.
Stessa storia per l’oscena campagna contro la vita notturna che La Stampa conduce da un paio di settimane: giorno dopo giorno, sono usciti articoli di ogni genere per criminalizzare i giovani che frequentano i Murazzi, tutti descritti come svitati, drogati, ubriachi, stupratori, bestemmiatori e picchiatori di bambini. Certamente i ventenni di oggi si criminalizzano facilmente da soli, ma il punto è un altro e alla fine l’ha ammesso lo stesso giornale, in questo articolo.
E il punto è lo stesso del Quadrilatero, lo stesso di San Salvario: si prende un’area che di notte è un deserto pericoloso, un pisciatoio, un quartiere di immigrati o un centro di spaccio (se non esiste, si fa in modo che qualche area lo diventi), si comprano le case a prezzi ridotti o stracciati, ci si mette la vita notturna per cacciare gli spacciatori e rendere la zona “alla moda”, poi quando dopo una decina d’anni gli spacciatori si sono spostati da un’altra parte si fa partire una campagna contro la vita notturna e si trasforma il tutto in una tranquilla e iperprotetta zona di lusso, dove le case si rivendono al triplo del prezzo d’acquisto.
Dev’essere per questo che la DeGa ha cominciato a ricostruire o ristrutturare a Borgata Aurora…
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