Collocamento E. Ghigo & C.
Alcune settimane fa, come Movimento 5 Stelle, abbiamo pubblicizzato la possibilità per qualunque cittadino di candidarsi ad una lunga serie di posizioni negli enti pubblici partecipati dalla Regione Piemonte – posizioni in cui, tipicamente, vengono piazzate persone più per aderenze politiche che per l’eventuale competenza (che talvolta c’è, ma più spesso è un optional). Abbiamo anche sollecitato qualche candidatura al nostro interno e tra le persone che conoscevamo, purché avessero una competenza specifica per il posto per cui andavano a proporsi, con l’intento di smascherare il meccanismo: non abbiamo certo speranze di poter influenzare le nomine, ma perlomeno non potranno dire che hanno selezionato un incompetente (ma parente di qualcuno o legato al partito) perché non c’erano candidati competenti sul tavolo.
Anche io ho messo avanti il mio nome per le due posizioni su cui ho una preparazione specifica: quella di consigliere d’amministrazione del CSI Piemonte e quella di consigliere d’amministrazione dell’Ente per il Diritto allo Studio Universitario. Riguardo alla prima, in tema di organizzazione e strategia per le aziende ICT penso di saperne più di qualcosa… tanto che, prima delle elezioni, erano state le stesse rappresentanze sindacali del CSI ad approcciarmi per capire la posizione del Movimento 5 Stelle sul loro futuro, visto anche che il CSI è in un momento di mutazione storica e ha davvero bisogno di idee per sostenere i propri livelli occupazionali. Riguardo alla seconda, la mia esperienza specifica risale agli anni ’90, con due anni da membro del CdA del Politecnico e altri due nei vari organismi interni dell’Ateneo. In totale, sono stato consigliere d’amministrazione di sei aziende (tra cui un grosso ente pubblico e una corporation californiana) e di un certo numero di associazioni… insomma, credo di avere idea di come si stia in un Board.
Nonostante questo, so di non avere la minima possibilità di essere nominato; se ancora avessi avuto qualche dubbio, il mitico Bojafauss ieri mattina ha orecchiato una tranquilla conversazione in pubblico tra una signora che perorava una qualche candidatura e un politico che ha risposto che le nomine regionali – almeno quelle di una certa importanza – saranno decise personalmente da Enzo Ghigo.
Le promesse di Ghigo, come sempre in politica, sono quelle che sono: ricordo anch’io di averlo sentito al telefono, durante la serata dei risultati elettorali a Palazzo Lascaris, esclamare a voce altissima “non preoccuparti, noi abbiamo garantiti 10 assessori” – risultato, Cota alla fine gli ha imposto una riduzione a 8. Comunque – dando per scontato che alcuni degli assessori mancati saranno ripiazzati in queste posizioni – siamo tutti curiosi di scoprire i nomi e i curriculum dei vari candidati.
Già , perché in un paese civile tutti i curriculum presentati sarebbero pubblicati su un sito web, in cui chiunque potrebbe leggerli e magari anche commentarli; e la selezione prevederebbe anche, per esempio, un colloquio con i vari candidati per controllare ciò che è stato dichiarato su carta, discutere motivazioni e obiettivi e scegliere a ragion veduta. Ma se le nomine sono decise direttamente dal maggiorente del partito più grande, previa spartizione cencellinata con gli alleati, è inutile pretendere profondità e trasparenza.
[tags]regione piemonte, nomine, curriculum, selezione, csi piemonte, edisu, ghigo, cota, trasparenza[/tags]
9 Giugno 2010, 20:04
Il termine “cencellinato” è notevole. Non sei il primo ad usarlo, ma su Google è comunque rarissimo…
10 Giugno 2010, 20:57
Non so, a me è venuto così…
11 Giugno 2010, 13:22
Ho fatto un anno di servizio militare di leva obbligatorio come soldato semplice a 150.000 lire (75 euro) al mese quasi a gratis, uno sputo in un occhio, quando tanti altri ragazzi, per i motivi più svariati, il servizio militare o lo hanno evitato o lo hanno fatto in forma regolarmente retribuita come ufficiali di complemento.
Ora pare che il servizio militare di leva sia stato abolito. E questo non è giusto nei confronti di chi lo ha fatto, perdendo un anno della propria vita al servizio dello Stato, una bella tassa pagata quando tanti sono riusciti ad evitarla, nonostante il rispetto della legge e delle regole.
Invece, a mio avviso, per promuovere il collocamento di tanti giovani senza lavoro, ci vorrebbe un servizio civile obbligatorio per tutti, dove tutti i cittadini a turno, almeno un anno o due della propria vita lo possano dedicare al servizio della comunità secondo le proprie competenze, esigenze e disponibilità , acquisendo esperienza lavorativa sempre utile.
Si potrebbero così eliminare tanti costi inutili per i cittadini e per lo Stato se si destinassero queste persone per esempio alla raccolta rifiuti e alla loro differenziazione, all’assistenza agli anziani, alle pratiche burocratiche dei Comuni all’anagrafe, alla sicurezza dei cittadini, all’assistenza scolastica, ecc. e quindi abbassare le tasse o eliminarle del tutto, visto che tanti le evadono.
Una nuova forma per fare pagare le tasse a tutti, sotto forma di tempo da dedicare al servizio della comunità .
12 Giugno 2010, 19:14
si, Piero, e come si mantengono queste persone che lavorano a gratis proprio negli anni piu’ critici per impostare la propria vita? Io invece sarei per far fare il servizio civile ai pensionati…
13 Giugno 2010, 02:39
Simone, come si mantengono? Beh, io ho fatto il militare, nel periodo più critico della mia vita e lo Stato mi ha mantenuto, perché a mia volta, pulivo i cessi, riordinavo la cucina, aiutavo a fare da mangiare, lavavo i piatti. Mentre altri, con competenze appropriate: riparavano i tetti, intonacavano o imbiancavano i muri scrostati, scopavano il cortile dalla polvere, preparavano le vettovaglie, ecc. ecc. tutto a gratis. Ma avrei potuto fare molto di più, come tanti altri, se fossimo stati impiegati in settori dove ora molti uffici pubblici appaltano a ditte esterne, con costi elevati e a nostre spese, molte incombenze burocratiche e amministrative. E’ solo questione di mentalità e di imparare a dare il proprio tempo per il bene della comunità .
13 Giugno 2010, 23:46
L’esercito e’ attrezzato per vittoalloggiare in maniera efficiente molte persone, cosi’ non e’ per le amministrazioni locali. Inoltre pare strano, ma c’e’ gente che a 20 anni ha gia’ competenze ben piu’ preziose dello scopare il cortile. In ogni caso ti consiglio di vedere alla voce kibbutz.
14 Giugno 2010, 02:00
Non vedo che difficoltà ci possano essere. Non occorre spostarsi di città . Si può restare nella propria zona di residenza. Ci sono tante persone che, ad esempio, danno una mano in parrocchia ad aiutare il parroco, pulire la chiesa, fare catechismo, ecc. a gratis, per di più volontari.
Basterebbe poco a organizzare gruppi di lavori socialmente utili dove tutti i cittadini (maschi e femmine, giovani e anziani) a turni organizzati, chiamati secondo scalette ponderate e programmate, possano dare il proprio contributo di tempo e di manodopera in una serie di progetti di lavoro utili alla comunità , per un certo periodo della loro vita, per un tot numero di giorni, mesi o anni. La comunità ti mantiene dandoti buoni pasto da utilizzare come meglio uno crede.
Si potrebbero così eliminare tantissime spese, abbassando le tasse a tutti o eliminandole del tutto, perché il tempo che tu dedichi a gratis alla comunità è già una tassa che paghi.
14 Giugno 2010, 10:00
Piero gli anni 70 son finiti da un pezzo :)