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lunedì 13 Dicembre 2010, 11:50

La manata

Se una immagine vale più di mille parole, poche immagini secondo me sono più efficaci per esemplificare lo stato attuale dell’Italia di quelle del gol di Biancolino grazie a cui il Cosenza ieri pomeriggio ha espugnato il campo del Foggia. Il portiere rossonero para facilmente un cross innocuo e si appresta a rinviare, quando l’attaccante del Cosenza, notando che l’arbitro si è girato ed è di schiena mentre riprende a correre verso il centro del campo, tira una manata al pallone che sta tra le braccia del portiere; il pallone finisce per terra e l’attaccante può così tranquillamente infilarlo in porta. L’arbitro era girato e non ha visto niente, vede solo la palla che entra in rete e convalida il gol.

In campo è scattata la rissa (si vede anche nel servizio del TGR); tutti hanno chiesto a Biancolino di ammettere il fallo, ma lui ha risposto “chi, io? no no, tutto regolare”… salvo poi confessare a partita finita davanti ai giornalisti.

Molti commentatori sportivi hanno scritto che Biancolino “ha mestiere”, che è un “attaccante esperto”. Ma no: è semplicemente un ladro. Eppure anche i commenti della gente fanno cascare le braccia. Dal lato foggiano è un coro di “arbitraggio scandaloso”; eppure, è vero che ha sbagliato l’arbitro a fidarsi nel convalidare un gol che non aveva visto segnare, ma la colpa primaria non è dell’arbitro che deve far rispettare le regole, ma di chi le ha violate. Dal lato cosentino la partita viene riassunta così:

“Il Cosenza espugna lo Zaccheria e batte il Foggia per 1 a 2. con una doppietta di Biancolino, una delle quali contestate. Grande partita con tre occasioni da rete nitide per il Lupi mangiate al 15′ con Roselli, al 43′ Con Mazzeo, al 76′ con Mazzeo e al 93 con A. Fiore. contro l’unica del Foggia.”

A parte l’italiano un po’ così, una rete evidentemente irregolare diventa “contestata” (mai ammettere la colpa, in nessun caso) e comunque c’erano “tre occasioni da rete nitide”, come a dire che rubare un cellulare va bene se è un po’ che si provava a comprarlo senza riuscirci.

Non ci vuole una analisi di Rodotà (che pure, essendo la sua città, per il Cosenza tifa) per capire che il problema dell’Italia non è Berlusconi, ma il berlusconismo che ci è entrato nella testa, sdoganando quel carattere furbetto e arrogante che è sempre stato italico ma che una volta veniva controllato dalle convenzioni borghesi. Stiamo attenti, perché è dentro di noi, inculcato da un ventennio di disastro culturale, e cerca sempre disperatamente di uscire.

[tags]calcio, arbitro, foggia, cosenza, biancolino, furto, regole, berlusconi, rodotà[/tags]

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Un commento a “La manata”

  1. Roberto Celani:

    “eppure, è vero che ha sbagliato l’arbitro a fidarsi nel convalidare un gol che non aveva visto segnare”

    L’arbitro non ha colpe, ma è vittima così come la squadra del Foggia. Infatti è palesemente voltato nella frazione di secondo in cui l’attaccante del Cosenza commette il misfatto. L’arbitro fischia, e non avendo visto l’accaduto cerca con lo sguardo il guardalinee che non segnala nessuna irregolarità, quindi convalida inevitabilmente.
    Spero in una punizione esemplare da parte del giudice sportivo e nella ripetizione della partita.

    Per quanto riguarda le furbate, gli italiani ne sono spesso stati maestri in qualsiasi epoca e quindi anche nel preBerlusconismo. Quello che è cambiato nel tempo è proprio la considerazione di certi comportamenti. Una volta disonorevoli, ora vengono considerati tra i mezzi utili per raggiungere il fine al pari di qualsiasi altro merito.

    Mi viene in mente un recente titolo di Valerio Magrelli :
    “Addio al calcio” che potrebbe essere tranquillamente esteso in un addio all’Italia…

 
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