La Regione dei picchiatori
Parlo abbastanza poco dell’attività dei due consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, un po’ perché lo fanno già loro sul loro blog, un po’ perché tanto tutti i link relativi circolano ampiamente sulla mia bacheca di Facebook. Tuttavia, quello che è successo ieri è davvero assurdo!
Probabilmente saprete del loro piccolo show di fine anno in consiglio regionale, con il lancio di banconote finte ai consiglieri dei partiti, per protestare contro la loro decisione di ridursi il loro stipendio (che consta di 6.500 euro più 10.000 di “rimborso” ogni mese) solo del 10% invece che del 50% proposto dal Movimento – decisione peraltro nemmeno spontanea, ma imposta da una legge nazionale. Alla provocazione pacifica hanno risposto meno pacificamente alcuni consiglieri, in particolare un agitatissimo Boeti (PD) e il consigliere pidiellino Motta, che è arrivato a tirare un calcio a Bono; cosa che non stupisce, dato che lo stesso Motta da giovane fu condannato a otto mesi, insieme al suo amico del cuore Agostino Ghiglia, per aver picchiato due liceali di sinistra.
Bene, direte voi, a questo punto la presidenza del Consiglio Regionale prenderà provvedimenti contro l’aggressione? Nemmeno per sogno: il presidente Cattaneo ha chiesto invece pubbliche scuse ai due consiglieri a cinque stelle, e inoltre ha modificato il regolamento del consiglio regionale per impedire anche ai consiglieri di riprendere ciò che avviene in aula, lasciando solo le immagini “ufficiali” della regia regionale. Infatti, senza le riprese alternative non si sarebbe visto così bene ciò che è successo…
Si può anche non essere d’accordo con la provocazione (personalmente non è il genere di comportamento che mi piace), ma una cosa è lanciare foglietti di carta, una cosa è inseguire e aggredire un avversario politico. La cosa giusta da fare è una sola: che sia la magistratura a valutare se sono stati commessi reati. Certo, Motta è recidivo e rischia conseguenze penali serie, ma non dubito che troverà un giudice disposto alla clemenza, come in Italia ai politici accade spesso.
Ad ogni modo, il comportamento della presidenza regionale (che fa il paio con quello della maggioranza piddina del consiglio comunale, che si è rifiutata anche solo di parlare con una delegazione di operai e sindacalisti FIOM) è indicativo di come si relazionano con l’esterno i politici: a meno che non si possa manipolare l’informazione, lo fanno il meno possibile.
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