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sabato 29 Gennaio 2011, 19:44

Una riflessione sulle domeniche a piedi

In questi giorni se n’è parlato parecchio un po’ ovunque, e allora vorrei esporre il mio pensiero sulle domeniche ecologiche come quella che si svolgerà domani (perdonate se è un po’ lungo, ma la materia non si può trattare per slogan).

Premetto che a me l’idea di girare tranquillamente per la città a piedi o in bicicletta piace molto, ma che non è questo il punto che deve determinare le decisioni di una amministrazione comunale, dato che ognuno può scegliersi le attività ricreative che preferisce. Quello che però richiede un intervento è il livello di inquinamento: la libertà di muoversi in auto finisce là dove genera danni intollerabili alla collettività, in termini di salute, di ambiente e di costi.

(Infatti, il sussidio economico collettivo all’uso dell’auto privata, in termini di spese per strade, parcheggi, sottopassi, semafori, vigili, incidenti e di spese mediche per le malattie che ne derivano, è incalcolabile; nel momento in cui una parte consistente della cittadinanza rifiuta l’auto privata, le spese che ne derivano dovrebbero essere strettamente accollate a chi invece la usa.)

Quello che però lascia perplessi, tuttavia, è proprio lo scarso collegamento tra domeniche ecologiche e calo dei livelli di inquinamento, spesso del tutto smentito dai dati. E’ vero, si può tirare in ballo un fattore educativo, ma l’idea che chi è rimasto (controvoglia) bloccato in casa la domenica poi impari a non usare l’auto il lunedì mi pare abbastanza dubbia; anzi, scommetto che gli automobilisti incalliti la useranno ancora di più per rifarsi contro i “maledetti ecologisti”.

D’altra parte, non è nemmeno accettabile l’estensione per induzione di questo ragionamento. Il fatto che una domenica di blocco del traffico non faccia particolarmente calare l’inquinamento non vuole affatto dire che il traffico non sia una sorgente importantissima di inquinamento. Se mai, vuol dire che le domeniche ecologiche sono “too little, too late”: un rimedio improvvisato e abborracciato di fronte a una situazione devastante (16 sforamenti dei limiti di legge, già piuttosto generosi, nei primi 18 giorni dell’anno) di cui però nessuno vuole farsi carico, perché all’italiano medio piace essere “benaltrista” e dire che non è la propria auto che inquina, ma il bus pubblico vecchio di vent’anni o la caldaia del palazzo di fronte (mai la propria, beninteso).

Scommetto peraltro che la logica risposta a quest’ultima argomentazione – togliere il blocco del traffico e imporre invece un “blocco delle caldaie” in pieno gennaio – non soddisferebbe comunque chi la espone; e vorrei anche far notare che un bus Euro 0 con anche solo dieci persone a bordo (ma spesso sono venti o cinquanta) inquina comunque molto meno che dieci auto Euro 5 con una persona a bordo ciascuna; peraltro buona parte del parco bus torinese è già stata rinnovata abbastanza di recente.

Dunque, investiamo pure nel rinnovo dei mezzi pubblici (magari elettrici) e in controlli accurati sulle caldaie (e su questo vi rimando alla bella analisi dell’esperto in materia della lista a cinque stelle), ma il traffico è e resta un problema; piantiamola di cercare scuse per non voler fare il sacrificio di usare un po’ meno l’auto privata. (Qualcuno mi ha pure detto che la colpa è delle Alpi che impediscono il ricambio d’aria; vero, ma allora la soluzione qual è, spostare Torino in Liguria? o morire di cancro allargando le braccia e gridando “maledette Alpi”?)

Bisogna però finirla con le improvvisazioni, che moltiplicano il disturbo e il danno ai cittadini. Per questa domenica erano programmate innumerevoli attività private, incontri sportivi, aperture straordinarie di ipermercati e persino l’inaugurazione di un mobilificio, che avrà speso una fortuna in pubblicità: un danno pesante che si poteva evitare se le “domeniche ecologiche” fossero state programmate non con tre giorni d’anticipo, ma con tre mesi.

E poi, piuttosto che bloccare il traffico di domenica bisogna farlo diminuire 365 giorni l’anno. Da una parte bisogna investire per migliorare frequenza e comodità dei mezzi pubblici, puntando su altre linee di metro (magari coi soldi risparmiati non facendo l’inutile TAV Torino-Lione) e su linee di tram e bus ad alta frequenza, aumentando le corsie preferenziali e le vie riservate al trasporto pubblico, diffondendo il bike sharing e piste ciclabili decenti e non raffazzonate come le attuali; dall’altra bisogna disincentivare economicamente le auto private, possibilmente con tariffe proporzionali al valore e al consumo dell’auto per non creare differenze sociali (i ricchi in auto e i poveri in bus).

Se tutti i torinesi che spendono tranquillamente 2000 o 3000 euro l’anno per la propria auto privata ne dessero 300 al Comune, si potrebbero avere mezzi pubblici molto migliori e si potrebbe vivere a Torino senza possedere un’auto, prendendola al car sharing solo quando strettamente necessario; e i torinesi risparmierebbero anche un mucchio di soldi.

[tags]traffico, inquinamento, auto, mezzi pubblici, divieti, domeniche ecologiche[/tags]

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8 commenti a “Una riflessione sulle domeniche a piedi”

  1. Lobo:

    Non vedo perche’ quelli che scelgono di usare l’auto privata (o ne sono obbligati) dovrebbero pagare servizi pubblici che non utilizzano, quando gia’ foraggiano i non guidatori con le accise della benzina.
    Visto che a quanto ho letto dai vari dati proposti in giro l’inquinamento automobilistico pesa per il 10% dell’inquinamento atmosferico, che si facciano dei test adeguati: vediamo se, mantenendo intatto il traffico e riducendo l’accensione dei riscaldamenti di 2,4 ore al giorno per una settimana l’inquinamento scende davvero. A quel punto, si obbligano TUTTE le case di torino/piemonte/italia a rinnovare completamente l’impianto di riscaldamento e a fornirsi di infissi a bassa dispersione, con le debite facilitazioni a fasce di reddito e le ugualmente debite penali elevatissime per chi non lo fa’. C’e’ una grossa possibilita’ che tra una cosa e l’altra, non solo venga ridotto l’inquinamento, ma riparta anche l’economia :P
    A quel punto, si blocca il traffico automobilistico privato in tutta la ztl dalle 8 alle 19.
    Secondo me funzionerebbe meglio della “domenica senz’auto”.

  2. Bruno:

    Personalmente adoro la bicicletta, ma è indiscutibile che non la si può usare per andare al lavoro. Le nostre professioni ci impongono una certa rispettabilità, e che rispettabilità può avere uno che arriva in ufficio con caschetto e guanti? Invece, adoro il segway: costa molto inizialmente, ma dopo pochi mesi di uso sei rientrato…

  3. FRANK:

    Oggi c’è il blocco del traffico, mercoledì i lavoratori dei mezzi pubblici hanno fatto sciopero (http://www.comune.torino.it/gtt/avvisi/urbana356.shtml). Perchè nessuno ha revocato lo sciopero? I sindacati avrebbero dovuto revocarlo di loro spontanea volontà!
    Questa è solo mancanza di buonsenso, a tutti i livelli. Ah, nevica, l’aria si pulirà e il blocco per una volta sarà un successo……. o forse no…..

  4. Rudy:

    Ma dimmi te! “Rispettabilità delle professioni” che sfuma per un caschetto e un paio di guanti… gente che è importante solamente per come è vestita e per l’auto che guida e non per quello che fa… e allora la nostra salute la sacrificheremo sull’altare di questa importantissima “rispettabilità”. E intanto prendiamoci in giro, la bicicletta è bellissima, e poi usiamo tutti i giorni l’auto.
    Questa è un’espressione della mentalità che non ci rende competitivi con l’estero.
    Sono andato al lavoro per 6 anni in bicicletta, prima di passare al treno, e ho un ricordo meraviglioso, mi sembrava quasi di essere in un paese civile.

  5. Mike:

    La qualità dell’aria in realtà è molto miglirata negli anni, salvo che per le Pm10, che una volta non si riuscivano a misurare. Noi nonsappiamo quale fosse il livello di Pm10 nel 1980, o nel 1861.

    Per dare i soldi al Gtt, io sono disposto a dare SUBITO € 482,00 l’anno. Basta che mi mettano degli autobus, che siano ragionevoli per uno che lavora, siano sufficientemente veloci ed in orario. Mi faccio anche 1 km a piedi ogni giorno per andare alla fermata.

    La bicicletta viene proposta adesso come soluzione perchè è sempre il comune cittadino che si deve arrangiare: se la pista ciclabile non c’è uno si fa un marciapiede od un pezzo di strada e via. Molto più complicato di ad esempio di costruire ferrovie e linee tramviarie, oppure molto più semplicemente fare in modo che le linee di autobus siano ben progettati come percorsi ed orari.
    Già adesso gli autobus durante le ore di punta sono strapieni e fuori dalle ore di punta i passaggi in fermata sono comunque troppo radi: se gli abbonati GTT aumetassero solo del 25% il sistema collasserebbe.

    Un’ultima cosa: i livelli di Pm 10 sono l’unico parametro che viene sforato: dei decennio passati le Pm 10 non si potevano misurare e quindi non si sa quale sia l’andamento storico di questi valori.

  6. Anonimo codardo:

    Il car sharing per come è proposto nel comune di Torino è impraticabile a causa della spessa fissa richiesta annualmente il cui ammortamento è difficile per l’utente casuale. Si dovrebbe migrare verso un modello a consumo puro.

  7. andrea:

    Concordo nel migrare verso il consumo puro nel car sharing, abbassando le quote fisse.
    Si potrebbe farlo anche nelle tasse automobilistiche accorpando bollo e passaggi di proprietà nel costo della benzina. Sarebbe una tassa pagata da tutti e direttamente proporzionale alla “Ci-O-due” emessa.
    Anche dai tagliaerba.
    Andrebbe quindi anche abbassata la detraibilità nelle imposte aziendali per spingere le aziende a ottimizzare i viaggi di vetture e camion.

  8. marco:

    Secondo Lobo i non guidatori (?) sono “foraggiati”… Ma occorre non guidare mai o basta astenersi per un po’? Vorrei essere foraggiato anch’io.
    Stupidaggini a parte, mi piacerebbe sapere da dove viene fuori il dato del 10% dell’inquinamento dovuto alle auto, dal sito ACI, magari?
    La realta’ e’ che il settore trasporti influisce per oltre il 70% del PM10, dato pubblicato qui: http://www.comune.torino.it/ambiente/aria/aria_cielo/cielo_cause/index.shtml ma che si riferisce ad analisi IREA: http://extranet.regione.piemonte.it/ambiente/aria/emissioni/inventario.htm
    Da cui l’ovvia conseguenza che per far scendere il PM10 si blocca il traffico.
    Per i riscaldamenti, sono sicuro che inquinano (CO2 e altro) ma dato che ormai la stragrande maggioranza o e’ teleriscaldata o va a metano, il contributo al PM10 e’ molto basso e non servirebbe a nulla spegnerli.
    E ricordiamoci che per legge se un sindaco non prende provvedimenti in caso di eccessivo inquinamento e’ perseguibile, per cui anche se l’efficacia delle domeniche senz’auto e’ limitata (molto limitata), e’ un palliativo che viene regolarmente applicato e non solo dalle amministrazioni di sinistra o centrosinistra. Vedi per esempio Milano proprio l’altra domenica.

 
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