M’iscrivo ai terroristi
C’è un motivo per cui la politica tutta, da destra a sinistra, ha montato in questi primi giorni dell’anno una imponente e unanime campagna mediatica contro la rivolta anti-Equitalia e contro qualsiasi tentativo di capirla; e non è certo per via della violenza, che i vertici dello Stato italiano, dagli anni di piombo alla Valsusa, non si sono mai fatti problemi ad usare quando gli conveniva.
Da che mondo è mondo, difatti, esiste una sola cosa veramente in grado di rovesciare regimi e di scatenare genuine e inarrestabili rivoluzioni di massa (non colpi di stato organizzati dall’esercito e/o dalla CIA, come le “rivoluzioni colorate”). Non è il terrorismo, che anzi è solitamente usato come scusa per rinsaldare il potere, non sono le manifestazioni di piazza, che il giorno dopo sono già dimenticate, e non è la politica, i cui tempi di azione sono molto più lunghi. E’ il rifiuto di pagare le tasse.
I regimi, più o meno democratici che siano, mantengono i propri privilegi e il proprio stesso potere grazie al flusso ininterrotto di denaro che milioni di persone alimentano ogni giorno, e che permette di pagare i servi e i militari. Quando l’economia va in crisi, il flusso si riduce di suo; i servi cominciano a lamentarsi e i militari a restare senza benzina. A quel punto al regime non resta che spremere al massimo i contribuenti; se la spremitura diventa insostenibile, i contribuenti dicono basta e il regime, anche se spesso a costo di caos, violenze e guerre civili, finisce.
In Italia questo in sostanza non è mai successo. Quella parte del Paese che paga le tasse e mantiene tutti gli altri è stata allevata per essere contemporaneamente imbelle, egocentrica e piena di sensi di colpa: incapace di ribellarsi, incapace di unirsi su un obiettivo comune senza farsi comprare dopo cinque minuti, e incapace di capire che servire lo Stato è un dovere solo se lo Stato è lì per servire i cittadini. Chi evade per scelta in Italia lo fa generalmente per rubare, non per protestare, anche se è pronto a sostenere l’opposto. Gli onesti, invece, oltre ad essere spesso messi in condizione di non poter fisicamente evadere, sono stati educati a stare zitti e subire qualsiasi cosa.
E’ per questo che i pacchi bomba e i proiettili inviati ad Equitalia, per quanto sbagliati siano, fanno davvero, per la prima volta, paura alla casta. Perché sono troppi per essere mandati solo dai soliti “anarchici”, e perché un vero evasore non minaccia, ma cerca di venire a patti o di ungere qualche ruota. Chi manda quei proiettili è con tutta probabilità un cittadino incensurato, reso furioso dalla frustrazione di dover scegliere tra il rinunciare al proprio onore e al rispetto per la legge e il morire di fame per pagare una banda di incapaci e disonesti che ha catturato lo Stato. E così, come il leggendario Magnotta, si iscrive ai terroristi.
E ora dite anche a me che sono un terrorista: presto saremo milioni.
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