Sky
Vittorio vb Bertola
Affacciato sul Web dal 1995

Dom 22 - 6:47
Ciao, essere umano non identificato!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
chi sono
chi sono
guida al sito
guida al sito
novità nel sito
novità nel sito
licenza
licenza
contattami
contattami
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vecchi blog
vecchi blog
personale
documenti
documenti
foto
foto
video
video
musica
musica
attività
net governance
net governance
cons. comunale
cons. comunale
software
software
aiuto
howto
howto
guida a internet
guida a internet
usenet e faq
usenet e faq
il resto
il piemontese
il piemontese
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
software antico
software antico
lavoro
consulenze
consulenze
conferenze
conferenze
job placement
job placement
business angel
business angel
siti e software
siti e software
admin
login
login
your vb
your vb
registrazione
registrazione

Archivio per il giorno 8 Febbraio 2013


venerdì 8 Febbraio 2013, 12:56

Una casa concreta

In questa campagna elettorale deprimente non si parla di niente di concreto, di nessuno dei grandi problemi degli italiani… salvo quando si può fare un bello spot ricordandosene all’ultimo minuto.

Per questo, quando ho visto il centrosinistra in Comune presentare il 21 gennaio una mozione sull’istituzione di un fondo “salva sfratti”, per poi discuterla in commissione il 29 gennaio e portarla in aula il 4 febbraio col comunicato stampa e articolo di Repubblica già belli pronti, mi sono un po’ girate le scatole: perché noi avevamo ferma da luglio 2012, mai discussa, una mozione, in linea con quanto sempre abbiamo detto, che cercava di affrontare il problema un po’ più in profondità.

L’idea della maggioranza, infatti, era quella di approvare l’istituzione di un fondo per aiutare i morosi a pagare l’affitto per qualche mese in più, evitando lo sfratto. Idea lodevole, ma non ci sono i fondi, né si è pensato, che so, di tagliare lo stipendio d’oro del portavoce del sindaco e altre spese inutili per metterceli dentro; al contrario, si è ipotizzato di andare a chiedere i 100.000 euro che già avevano messo in passato – una goccia nel mare – alle solite fondazioni bancarie… che poi magari nemmeno accetteranno, ma a quel punto le elezioni saranno già passate.

Eppure a Torino la casa è un’emergenza: nel 2012 ci sono stati circa 4000 sfratti per morosità, a cui rischiano di aggiungersene quasi 2000 (stime Caritas) per gli inquilini ATC che non possono più rientrare nelle regole delle case popolari, che la Regione ha rivisto al ribasso dallo scorso 31 gennaio; e ci sono altre migliaia di persone che hanno una casa grazie a fondi regionali e nazionali che sono a rischio. Insomma, rischiamo di avere presto migliaia e migliaia di torinesi in mezzo a una strada. Cosa potranno fare centomila euro di aiuti a pioggia?

Noi abbiamo presentato l’unica proposta che veramente potrebbe risolvere il problema: quella di fare incontrare l’enorme patrimonio abitativo inutilizzato in città – si parla di 50.000 alloggi – con le persone che ne hanno bisogno. Si potrebbe cominciare da due riserve immediatamente accessibili, quella degli interi palazzi in abbandono da decenni perché i proprietari non sanno che farsene (è incredibile, ma ce ne sono decine) e quella di diversi palazzi appena costruiti, ancora invenduti in gran parte e senza grandi speranze di essere venduti a breve.

Il Comune potrebbe gestire domanda e disponibilità, arrivare a un accordo con i proprietari, coprire le spese (costa molto meno che pagare gli affitti), pagare una assicurazione che protegga i proprietari dai danni degli inquilini, che potrebbero magari impegnarsi a fare in proprio lavori di risistemazione e manutenzione, se non possono pagare un affitto. Potrebbe farlo in accordo, ma anche, dove necessario, d’autorità, come la legge consente e come già è stato fatto a Roma.

Infatti, non è accettabile la requisizione forzata che di fatto è realizzata dal blocco degli sfratti, che scarica il costo di dare una casa a una famiglia indigente solo sulle spalle dello sfortunato proprietario di casa, che non sempre è un ricco strozzino e che talvolta, dal mancato pagamento dell’affitto a fronte delle spese e delle tasse che restano, viene portato in rovina anch’egli.

E’ invece accettabile la requisizione del patrimonio immobiliare inutilizzato e per cui non sono previsti utilizzi a breve, perché, come dice la Costituzione all’articolo 42, la proprietà privata è garantita ma con “limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”, e se tu lasci un palazzo in abbandono per vent’anni o ne tieni uno vuoto per far salire i prezzi, tra l’altro creando problemi di degrado al quartiere, allora è giusto prenderlo e usarlo per l’emergenza, garantendotene la custodia e la possibilità di riaverlo nel momento in cui tu ti presentassi con un piano concreto per usarlo.

Questa posizione ha suscitato alzate di sopracciglia e risatine, e alla fine la nostra mozione è stata bocciata quasi all’unanimità, mentre lo spot del fondo salva sfratti è passato (ovviamente abbiamo votato a favore anche noi, ci mancherebbe, e se salteranno fuori i fondi sarà comunque una cosa positiva). Ma una città che non si spende fino in fondo per garantire un tetto a tutti, chiedendo in cambio un contributo proporzionato alle reali possibilità, non è una città civile.

[tags]casa, sfratti, povertà, atc, torino, urbanistica[/tags]

divider
 
Creative Commons License
Questo sito è (C) 1995-2024 di Vittorio Bertola - Informativa privacy e cookie
Alcuni diritti riservati secondo la licenza Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo
Attribution Noncommercial Sharealike