Il treno nucleare vien di notte
Se l’Italia fosse un Paese pienamente democratico, di nucleare non dovrebbe più esserci bisogno di parlare; gli italiani per ben due volte, nel 1987 e nel 2011, hanno chiarito che non intendono avvalersi di questa tecnologia. Eppure, ci siamo ancora dentro fino al collo e questo è dimostrato anche dalla vicenda, purtroppo poco conosciuta, dei treni nucleari che attraversano Torino di notte.
Nel video c’è anche il riassunto della questione: come ho raccontato al consiglio comunale – al quale peraltro non fregava niente della questione, come potete sentire dall’evidente rumore di fondo del chiacchiericcio generalizzato – le scorie nucleari italiane sono immagazzinate a Saluggia, in un luogo peraltro pericoloso e soggetto al rischio di alluvione, in attesa che il governo si decida a individuare un sito nazionale sicuro dove metterle, cosa che doveva fare già dieci anni fa ma che poi non si è mai fatta perché nessuno le vuole.
Nel frattempo però, non contenti, questi prendono ogni tanto un po’ di scorie e le caricano su un treno che facendo un giro assurdo – presumibilmente per minimizzare il tratto in galleria – arriva a Torino a notte fonda da Alessandria, attraversa la stazione Lingotto, percorre il primo pezzo in galleria del passante, passa sotto largo Orbassano e riemerge verso il parco Ruffini per andare poi in Francia.
Il senso di questo trasporto, tuttavia, non è quello di portare le scorie in un deposito definitivo, ma è quello di trasferirle provvisoriamente a La Hague, in Francia, dove gli amici d’oltralpe svolgono una attività chiamata riprocessamento, che serve ad estrarre dal combustibile nucleare esausto nuovo materiale nucleare, principalmente plutonio-239, che può essere rivenduto a caro prezzo perché, pensate un po’, è la principale materia prima per la costruzione delle bombe atomiche. Dopodiché, finito questo trattamento, le scorie dovranno tornare a casa nostra con un altro treno, perché ovviamente i francesi mica se le vogliono tenere.
Ora, questi trasporti sono piuttosto pericolosi, perché se il treno mai si fermasse per qualsiasi motivo – anche un semplice guasto meccanico – ben presto la quantità di radiazioni emessa verso eventuali persone che si trovino nelle immediate vicinanze sarebbe potenzialmente dannosa per la salute. Per questo motivo attraversare una città di un milione di abitanti, perdipiù con un tratto in galleria, non è certo raccomandabile; ma non ci sono altri percorsi. In teoria, la legge prevede che le istituzioni informino in anticipo i cittadini del transito e predispongano piani di evacuazione di emergenza in caso di problemi, ma questo viene risolto – e solo dopo una lunga battaglia portata avanti dal Movimento sia in Comune che in Regione – con una riga sul sito della prefettura.
Per questo, noi abbiamo chiesto che la Città di Torino prendesse posizione e dicesse basta ai treni nucleari funzionali al riprocessamento delle scorie, che come detto non serve alla sicurezza di tutti ma solo a vantaggi economico-militari peraltro in mano ai francesi, e chiedesse invece al governo di spostare le scorie definitivamente in un sito sicuro, come previsto dalla legge.
Secondo voi, cosa ha deciso l’amministrazione comunale? Nel disinteresse generale – nel video c’è pure il presidente del Consiglio Comunale che fa una domanda che fa pensare che non abbia sentito praticamente niente di quello che ho detto – la nostra proposta è stata sbrigativamente bocciata; oltre a noi, hanno votato a favore solo SEL, un dissidente del PD e un paio del centrodestra. Speriamo solo che non si verifichi mai un incidente.