Sky
Vittorio vb Bertola
Wandering on the Web since 1995

Fri 29 - 8:20
Hello, unidentified human being!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
about me
about me
site help
site help
site news
site news
license
license
contact me
contact me
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
old blogs
old blogs
personal
documents
documents
photos
photos
videos
videos
music
music
activities
net governance
net governance
town council
town council
software
software
help
howto
howto
internet faq
internet faq
usenet & faqs
usenet & faqs
stuff
piemonteis
piemonteis
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
ancient software
ancient software
biz
consultancy
consultancy
talks
talks
job placement
job placement
business angel
business angel
sites & software
sites & software
admin
login
login
your vb
your vb
register
register
mercoledì 8 Gennaio 2014, 12:38

L’Italia e l’Europa

Qualche giorno fa, Beppe Grillo ha rilanciato il manifesto del Movimento 5 Stelle verso le elezioni europee, già presentato un mese fa a Genova. Si tratta di sette grandi linee che non coprono tutto il dettaglio delle competenze dell’Unione Europea, ma che vogliono evidenziare alcune priorità: il referendum sull’euro, la lotta all’austerità imposta dalla finanza globale, l’investimento sull’innovazione e sull’autosufficienza alimentare nazionale.

Trasversalmente a queste priorità, tuttavia, resta da affrontare il discorso di fondo: quello del rapporto tra l’Italia e l’Europa. In questi vent’anni, difatti, i partiti italiani hanno abusato di questo rapporto; hanno contemporaneamente indicato l’appartenenza all’Unione Europea e all’euro come un dogma indiscutibile e scaricato sull’Europa la colpa di qualsiasi sacrificio venisse imposto agli italiani.

E’ chiaro che il risultato a medio termine di una propaganda di questo genere non può che essere la nascita di un forte sentimento antieuropeo, sempre più diffuso tra i cittadini, secondo il semplice ragionamento “se i sacrifici sono imposti dall’Europa, usciamo dall’Europa e non ci saranno più sacrifici”. E così, le elezioni europee rischiano di diventare uno scontro aperto tra chi dice che l’Unione Europea va bene così e chi vorrebbe distruggerla e basta.

Eppure, bisognerebbe ricordarsi che il processo di integrazione europea è nato per motivi più profondi di quelli economici. L’Europa unita nasce dalle rovine della seconda guerra mondiale, dai campi di concentramento e dalla distruzione di gran parte dell’intero continente, ridotto a giardinetto di due grandi potenze sostanzialmente estranee, potenze che erano a loro volta diventate tali grazie a un lungo processo di integrazione di stati o di popoli diversi. I singoli Paesi europei, se non si uniscono, rischiano di continuare a uccidersi in guerre fratricide o comunque a diventare sempre più marginali rispetto a Stati Uniti, Russia, e oggi Cina, e domani India e magari anche Brasile; nazioni che in gran parte avrebbero da guadagnare dall’esplosione dell’Unione Europea e dalla fine dell’euro.

La questione, quindi, è come unire i paesi europei in modo che nessuno, e nello specifico l’Italia, ne abbia a soffrire. Un conto, difatti, è un’Europa in cui l’unione fa la forza, e un conto è un’Europa in cui alcuni si arricchiscono e altri fanno la fame, e che invece di generare più ricchezza per tutti si limita a trasferire la ricchezza di un pezzo di continente verso un altro pezzo.

Noi italiani, innanzi tutto, dobbiamo assumerci la responsabilità dei nostri errori e delle nostre manchevolezze. Non è colpa dell’Europa se noi siamo uno dei Paesi più disonesti, corrotti, privi di meritocrazia, disorganizzati, ignoranti e manipolati dai media: è colpa nostra e della classe dirigente a cui abbiamo affidato questo Paese. Questa arretratezza è un elemento fondamentale del nostro impoverimento e non possiamo darne la colpa all’euro o ai tedeschi.

Allo stesso tempo, però, il modo in cui è gestita l’Europa, senza grande democrazia e senza mettere al primo posto il benessere dei cittadini, non è accettabile; serve un’Europa in cui i Paesi non siano in competizione tra loro, ma in collaborazione, e per questo serve un nuovo patto di convivenza in cui i Paesi in questo momento più forti sostengano i cittadini (non le banche) dei Paesi più deboli in cambio di riforme che, a differenza di quelle imposte in Grecia, affrontino alla radice i problemi culturali, sociali e civici del Paese per mettere le basi dello sviluppo futuro, invece di limitarsi al rientro dal debito a costo di un massacro sociale non solo metaforico.

Se però la disponibilità a questo patto non ci dovesse essere, se a conti fatti a noi dovesse convenire lo sgancio dalla moneta comune, possibilmente non da soli ma con un blocco di Paesi mediterranei tali da dare solidità a una nuova unione e una nuova valuta, non c’è alcun motivo per non farlo.

L’Italia è, difatti, uno dei Paesi meno capaci a difendere i propri interessi nazionali. In tutto il mondo ogni nazione regola i flussi di ingresso e uscita di capitali, merci, alimenti, energia e anche persone secondo l’interesse del proprio Paese; questo scontro di interessi si verifica anche nella definizione degli accordi europei che regolano la nostra vita. A forza di spedire a Bruxelles i trombati di ogni colore, gente che magari non sa nemmeno dire due parole in inglese quando incontra i colleghi e che vive l’Europa come un ripiego o come una pensione dorata, l’Italia si è spesso fatta fregare. Aggiungiamoci il fatto che da noi difendere gli interessi nazionali sembra spesso una vergogna, una roba da pezzenti o da fascisti: non possiamo stupirci se poi in sede europea abbiamo la peggio.

Per questo il Movimento 5 Stelle può offrire una prospettiva veramente nuova nel rapporto tra Italia ed Europa, come i partiti non hanno mai fatto; a patto che abbia chiaro quale Europa vuole costruire. E voi, che ne pensate?

divider

16 commenti a “L’Italia e l’Europa”

  1. gaetano:

    Sono d’accordissimo con tutto cio’ che e’ scritto nel suddetto pezzo ,io al momento uscirei dall’euro ,ma in europa bisogna rimanerci lottando in tutti i modi per creare una CE non solo commerciale ma sopratutto politica.Dobbiamo mandare in parlamento non i trombati,quelli debbono stare a casa loro,ma gente brava ed onesta all’altezza di quel ruolo per poter competere ad armi pari politicamente con i partner europei .Gente che faccia non i propri interessi ,ma quelli dell’intera nazione ITALIA.IN ALTO I CUORI E FORZA M5S!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  2. Simone Curini:

    Parto da un presupposto direi quanto mai opportuno che vedo non hai sottolineato nella tua analisi : un conto è l’Euro un altro è l’Europa .
    Continuare a trattare le due cose sullo stesso piano è quanto mai errato .
    L’Europa nasce come progetto politico .Fallisce e dopo anni di insuccessi decide di adottare l’Euro per generare crisi in grado di forzare gli Europei , con la paura, a cedere sempre più sovranità a commissioni illegittime non elette da nessuno e quindi ” al riparo del giudizio democratico ” .
    Dopo 14 anni niente è stato fatto per modificare questo punto , e non per una svista ma per un progetto politico che ha radici lontane. La competitività prima di tutto . Stati che devono gareggiare tra di loro , manco fossero delle multinazionali , per ottenere una maggiore efficienza , art 3 della ” costituzione” Europea ( assomiglia più ad un 740 ma chiamarla così pareva brutto ) . Ma quando si compete c’è un vincente ed un perdente e se a gareggiare sono degli stati , chi perde paga col sangue .
    Illudersi che il portamento dei rappresentanti pentastellati possa far cambiare linea agli altri “patner” europei mi sembra quanto mai utopico , ingenuo oltre che profondamente lontano dalla sequela di fallimenti ottenuti negli ultimi 30 anni ( basti pensare che la lega del sud tedesca si è costituita per difendere la propria terra da eventuali trasferimenti verso la Germania del nord brutta ed improduttiva .. pensa se dei politici tedeschi potrebbero mai proporre dei trasferimenti all’Italia per ripagarci di tutto il surplus commerciale che gli abbiamo garantito in questi anni ) .
    Perseverare in questa direzione ha mostrato ormai anche ai ciechi i bei risultati ottenuti . Basta leggersi le ultime statistiche sui suicidi Italiani ed europei per capire cosa abbiamo creato.
    Quel sangue viene dimenticato facilmente , soprattutto da chi non l’ha versato o da chi non ha dovuto sporcarsi le mani per tamponare quello di altri in difficoltà , ma per quanto si possa ignorare questa realtà , esiste e continuare a sognare in mezzo a questo mare pieno di scogli , è da criminali .
    Basterebbe andare due giorni in Grecia per assistere al genocidio che sta andando avanti senza che un solo mezzo di informazione o un politico ne parli .
    La pace che te ricordi non l’abbiamo ottenuta perchè abbiamo fondato l’€ , esiste per una serie di trattati antecedenti che i nostri paesi hanno deciso di rispettare e che l’Euro sta mettendo a repentaglio . Perseverare in questo sbaglio ( perché di questo si tratta ) come dice il proverbio , è diabolico ed in quanto tale ci riporterà ai livelli di sussistenza che hanno generato le cause della guerra stessa . Chi oggi difende l’Euro è un profondo antieuropeista .
    Uscire dall’Euro è inevitabile , è matematico . Se i politici vorranno ostinarsi ad ignorare i principi presenti in qualunque manuale di macroeconomia del primo anno se ne assumeranno la responsabilità quando i mercati decideranno di tagliare questo cordone ombelicale ; in questo caso sarà possibile ogni deriva , anche la guerra .
    Molto meglio sarebbe che prendessero atto di questo errore e utilizzassero la diplomazia per organizzare una strategia d’uscita ordinata .
    Potremmo anche chiederci perchè non sia mai esistita l’unione politica ed invece sia stato utilizzato l’Euro come strumento di lotta di classe.( basti pensare alle ultime riforme del lavoro che volutamente puntano alla disoccupazione per seguire l’andamento che gli economisti chiamano la curva di Phillips ) . Evito di entrare nei dettagli economici che metterebbero ben evidenza questa affermazione .
    Le crisi sono state studiate a tavolino per mezzogiornificare i MAIIALI ( è bene ricordare come ci appellano al nord per capire il livello di contrattazione politica attuale )e sfruttarne la manodopera di alta qualità a prezzi ridicoli .
    Io a differenza di te non considero gli italiani dei disonesti , corrotti , disorganizzati o ignoranti. Tutt’altro . Se questo è il parere che hai di noi mi chiedo come mai tu non sia già andato a vivere nei paesi che tanto ammiri . Forse , se lo avessi fatto , avresti visto che la Germania ha una corruzione stimata di 300 miliardi di euro . L’Italia naviga ben al di sotto di questa quota come sottolinea un recente documento della banca mondiale .
    Se analizzi i grafici ti renderai conto che il trend di corruzione italiano è una linea retta ascendente costante da decenni a differenza del debito pubblico/pil che ha avuto fasi alterne ed era calato fino alla crisi .
    Questo ci dice due cose :
    1) entrare nell’Euro non ha minimamente salvato noi MAIIALI dalla corruzione
    2) non esiste una correlazione tra debito pubblico e corruzione

    Piuttosto abbiamo avuto il piacere di vivere il famoso principio della sussidiarietà alla base dei trattati europei che ha obbligato il trasferimento di poteri da istituzioni di livello più alto a organi più bassi , trend che abbiamo associato alla pratica delle municipalizzazioni e quindi alla famosa corruzione con amici di amici messi nei consigli di amministrazione dai politici locali .
    Anche la tua proposta di creare un’Europa del sud è quantomai sbagliata e questo mi fa capire come tu non abbia analizzato a sufficienza le cause che hanno generato l’attuale crisi economica .
    Questo non è un problema di debito pubblico è un problema di debito privato derivante da uno squilibrio nella bilancia dei pagamenti che i nostri cari Prodi & company hanno rigorosamente evitato di regolare nei trattai europei in nome della magnificenza del libero scambio di beni e capitali . Mi fermo qui altrimenti dovrei citarti il ciclo di Frenkel ( il quale ti spiegherebbe che non siamo noi i maiiali ma sono stati i paesi del nord che fino ad ora ci hanno usati per trainare le loro esportazioni ; la locomotiva , per intendersi, sono proprio i piigs ).
    Tutto questo per dirti che ricreare un’Europa del sud vorrebbe dire generare nuovamente gli stessi squilibri alla base della crisi Europa ; la Grecia non è la Spagna e non è l’Italia . Siamo realtà diverse ed in quanto tali devono essere organizzate con monete diverse come previsto dal Mundell nel ’61 col suo trattato delle ” aree valutarie ottimali ” grazie al quale ha avuto l’onore di vincere un premio nobel nel ’98 .
    Vuoi andare a chiedere alla Germania di unire l’Europa politicamente ? Ecco guarda cosa hanno fatto con la loro Germania dell’est. Leggiti Anschluss di Vladimiro Giacchè e capirai come quello sia stato un piccolo esperimento locale poi esportato in tutta Europa.
    E’ l’ora di svegliarsi .. i sogni lasciamoli a chi ci ha condotto in questo disastro.

  3. Alberto:

    Personalmente penso che ci sia un’Europa che molti hanno in mente, tra cui il sottoscritto, ovvero uno stato federale, dotato di istituzioni democratiche, elette dai cittadini, che, come in qualunque stato federale hanno poteri esclusivi su alcune materie mentre su altre materie i poteri sono condivisi o completamente delegati ai livelli inferiori. Il problema è che a questa Europa non si arriva con i trattati come tentato goffamente in questi anni; come ogni stato democratico anche l’Europa che abbiamo in mente dovrà nascere, a mio avviso, da un Assemblea Costituente Europea, eletta su base proporzionale e con un mandato elettivo specifico, ma soprattutto senza la partecipazione dei governi nazionali, che sarebbero e sono in aperto conflitto di interesse rispetto ad ogni cessione di sovranità.
    Da elettore voterò alle prossime elezioni europe solo ed esclusivamente per chi proponga qualcosa di simile

  4. Stefano Cattaneo:

    Euro o lira, pari sarebbero se emessi con lo stesso sistema.
    La lira diventerebbe però vantaggiosa se lo stato acquisisse il potere di emettere cartamoneta “dal nulla” entro un limite rigoroso del 3% del pil ogni anno, in modo che l’Italia possa gradualmente liberarsi dal debito.
    (Al proposito, la sentenza di annullamento delle elezioni, potrebbe aprire inaspettati scenari regionali)

  5. Orlando:

    Adesso abbiamo finalmente l’opportunità di fermare la TAV. Da ieri si riaprono i giochi per le regionali piemontesi: su cui occorre concentrarci. Perché se saremo in Regione potremo finalmente fermare quest’opera che fino ad oggi è stata appoggiata sia da Berlusconi sia dai PDioti. Il ché la dice lunga: si uniscono solo quando c’è da rubare.
    Comunque, non voglio ribadire tesi già dette: abbiamo un’occasione usiamola. Mandiamoli a casa, ed il nostro primo obbiettivo sarà centrato. NO TAV

  6. rccs:

    Anche questi punti sono stati decisi dagli attivisti M5S, vero?

  7. mfp:

    rccs, sono stati discussi anche da quelli non m5s. Solo tu non sei stato interpellato perché non conti, e io perché non ho votato (e non voglio contare… Cattivik me fa’na pippa).

  8. gigio:

    Vittorio, il voto in Consiglio sulla cannabis me lo devi proprio spiegare. :o(

  9. lucano:

    Premetto che non ho studiato economia , ma due cose le devo dire.Ipotesi :io ho 20.000 euro sul conto corrente . Domani si svaluta l’euro , se non ho sentito l’aria li ho ancora in banca . Quindi svalutazione diciamo 30% . Ora ho l’equivalente di 14.000 euro. Non fa niente si dirà siamo tutti più poveri , un momento… quelli che conoscono il gioco i soldi li avevano già ritirati e portatri al sicuro. Loro vivranno la felice condizione di avere una moneta che vale il 30 % in più. Forse siete giovani fatevi raccontare dai vostri nonni quando con i risparmi, accumulati con il duro lavoro in Africa , potevano comprarsi una bella masseria al sole . Allora però sembrò cara ed aspettarono .
    Poi tutto andò soprasotto e vostro nonno si comprò solo un cappotto ed un ombrello. L’avrete già sentita questa storia , ogni famiglia ne ha una. Stampare carte è troppo facile , ci siamo già passati .

  10. mfp:

    lucano, no non ci siamo già passati; sei presuntuoso. Al piu’ puoi dire che i nostri avi (non un indeterminato “noi”) sono già passati in qualcosa di simile, che noi non conosciamo nel dettaglio perchè non c’eravamo e i libri li scrivono i sopravvissuti, i vincitori, etc, ognuno tralasciando, per errore o per dolo, dettagli importanti.

    A questo giro abbiamo tirato fuori BitCoin: l’emissione di moneta fresca e’ regolata SOLO da un metodo matematico pre-fissato e immodificabile nel tempo, ovvero non c’e’ possibilità di manipolazioni di natura antropica (in forza a credenze economistiche o convenienze politiche). In questo modo rimane solo l’inflazione “naturale” (es: dici all’ISTAT che mangerai pasta industriale, e poi invece vai ad incrementare la domanda e quindi i prezzi, e quindi tanti altri fenomeni negativi, di pasta fresca all’uovo) e quella “di sicurezza” (es: durante una rapina vengono consegnati i soldi – che cosi’ diventano “fuori programma” – senza battere ciglio per non far incazzare l’omino armato e produrre quindi morti e feriti). La politica finanziaria e’ cioe’ indipendente dalla composizione dei parlamenti (ie: se dentro al parlamento ci sono piu’ persone con capitale, che quindi vogliono difenderne il valore, o piu’ persone senza un cazzo di niente, che quindi se ne fregano dell’inflazione dato che inciderebbe solo su risparmiatori e ricconi).
    Il problema e’ che non possiamo difendere i portafogli sia perche’ non abbiamo i necessari strumenti elettronici personali da tasca, ne’ il supporto istituzionale per i punti di peering (hub, stock exchange, etc; campi di concentramento finanzieri; chiamali come preferisci); e questo porta ad una generale diffidenza verso lo strumento BitCoin, che si ripercuote in una non accettazione della moneta presso i negozi, e quindi l’impossibilità di acquistare beni, anche di prima necessità, mantenendo de facto la moneta elettronica in uno stato embrionale per un tempo forse più lungo del previsto… nel senso che noi supporters rischiamo di crepare tutti nel tempo per perseguire il tentativo di “affermarlo sulla piazza”… e questo ritardo avviene proprio per l’arroganza di quelli che riconducono tutto al “già visto” (e magari oltretutto l’hanno solo letto su un libro).

    Non ti sto dicendo che Bitcoin e’ perfetto… anzi… mano mano che i miners salgono la curva di produzione saltano fuori fenomeni nuovi imprevisti da metabolizzare (es: US prende tempo, China proibisce, Londra supporta con cautela, Singapore applaude, 4 cazzoni in giro per il mondo forkano… e poi si defilano quando si rendono conto che per fare una banca non serve solo un computer, ma anche un carro armato).

    Non serve essere economisti … basta qualche computer con cui creare un terreno di gioco neutrale … e poi le massaie fanno da sole :)
    Io stesso pero’ non ho il coraggio di coinvolgere amici e parenti in una cosa dove continuano ad arrivare i Letta, i Renzi e i Lucani … a far saltare il bootstrap. Che sia per errore o per dolo, sempre miopia e’.

  11. lucano:

    Bitcoin hub stock exange boostrap troppo inglese per me , comunque non mi spavento. Ho seguito il tuo discorso e da quello che ho capito ti riferisci ad un mercato globale che dovrebbe autoregolarsi con l’equilibrio domanda offerta.
    La moneta elettronica è una tentazione è vero , ma chi si fida di un computer , q

  12. mfp:

    No, il mercato (domanda/offerta) non centra ‘na minchia. La cosa e’ molto piu’ terra terra. Esemplificazione pura.
    Non sto parlando di economia (gestione risorse, reali) ma di finanza (gestione denaro, artificiale). Ti sto pero’, si, dicendo, che e’ meglio eliminare la possibilità che qualcuno manovri lo strato finanziario forzando i comportamenti con la legge, la paura, le illusioni, etc.
    A quel punto quel gioco e’ meno complesso per tutti e, che sia uno scaltro manipolatore di sistemi complessi, o una ingenua massaia che fa i conti giorno per giorno al fine di far mangiare tutta la famiglia con meno soldi possibili… le possibilità sono pari, il risultato di eventuali competizioni e’ sempre sul fil di lana; per lo meno il campo di gioco è neutrale, equo.

    Con BitCoin non risolvi i problemi finanziari tutti, risolvi solo la parte opaca alle masse eliminando alla radice la necessità di intervento umano. A parte la generazione (nota a priori) e lo scambio di denaro, non e’ possibile nessun’altra manipolazione. Poi, ok, ci sono i furti… ma si svolgono nello stesso identico modo di come avvengono oggi col denaro contante: coltello alla gola in luogo buio e isolato, strappo della borsetta, borseggiatore in luogo pubblico affollato, frode alla vecchiarella, estorsione con ricatto, etc.

    Quanto ai computer… spiegami una cosa? Non usi l’iniezione elettronica delle automobili, degli autobus pubblici o i sistemi di guida di treni e aerei? Per non parlare del fatto che il sistema bancario attualmente in uso e’ costituito da circa 50.000 computer (più i terminali degli operatori negli uffici bancari e gli ATM).
    Si tratta grossomodo di mettertene uno in casa per farti da banca (e varianti assortite; es: uno per tutta la famiglia allargata tenuto in un apposita sede con 2 spalloni armati a guardia della sicurezza fisica; sarebbe come una cassetta di sicurezza) invece di tenere un conto presso non si sa bene quale computer in non si sa bene quale edificio in non si sa bene quale continente e, oltretutto, pagare le spese per tutto quello che va dalle scritte colorate delle locandine dell’imperdibile investimento finanziario, alle mazzette ai politici (e i finanziamenti alle associazioni culturali dei politici).

    Non cambia molto rispetto ad oggi. Viene a mancare solo la parte opaca (reale o immaginaria che sia).

  13. lucano:

    In apertura “non c’entra una minchia” non è un’espressione proprio garbata. Qualcuno notava che nel Web una discussione che parte da un tema qualsiasi termina sempre in una specie di rissa. Torniamo a noi . Mi sono convinto che gli economisti sono come i meterologi ,solo meno simpatici. Oramai sono anni che occupano le TV e spiegano cosa bisognerebbe fare . Io sono un semplice e penso che in questo momento bisognerebbe semplicemente togliere un poco di risorse ai ricchi e distribuirle ai ragazzi in cambio di un lavoro magari inventato ,ma che li sollevi da questo stato di avvilente abbandono.La mia idea ha pure un titolo : I ricchi possono pagare I poveri non possono aspettare.Riguardo al Dio Computer ,devo dire che io ho cominciato con il Vic 20 che si collegava alla televisione .Conosco la “bestia” e so che è tutta una struttura effimera che può collassare da un momento all’altro lasciandoti senza più un dato. Per quanto detto tutto bene comprare on line parlare on line ,ma meglio avere un poco di carte ufficiali che attestino che lo stato ti deve 1000 euro che tu hai conseguito una laurea.Non ci sottomettiamo alla nuova divinità ,potrebbe costarci caro.Ti saluto.

  14. mfp:

    lucano, “distribuire risorse in cambio di lavoro inventato” e’ la c.d. “buca di keynes” che e’ messa in pratica sistematicamente da sempre ed e’ stata elevata a sistema (a tempi alterni) dalla seconda guerra mondiale ad oggi… riguardati i lavoratori della Megaditta (Fantozzi) che alle 8-meno-qualche-secondo scalciano,spingono,strillano per entrare a lavoro e… poi una volta entrati vanno a fare il secondo e terzo lavoro, vanno sul tetto a prendere il sole, etc. Erano gli anni ’70; migliaia di “ragionieri” non servivano più ma venivano pagati lo stesso. Ultimamente sembra invece che sia stata negata ad alto livello questo genere di attività fine a se stessa, perché se fai lavoro non-utile (anche semplicemente finalizzato ad attività quasi-superflue: l’industria dell’intrattenimento, della bellezza, fino alla chirurgia estetica, passare da un corso di formazione ad un altro sovvenzionato dalla regione e senza lavorare, etc) consumi comunque risorse naturali (petrolio, acqua, aria, territorio, etc), che sono già limitate a contorno (la terra e’ tonda), aumenta il numero di persone che le impiegano, e, per l’appunto, diventano ogni giorno tanto più scarse quanto e’ inefficiente il loro impiego. Quindi non si può’ fare, indipendentemente da che ne dicano gli economisti; se forzi la mano in funzione di teorie farlocche di circolazione del denaro, crei solo più discrepanza tra necessita’ e desideri… dicasi “illusioni” (e i matti, perché nonostante l’impegno non ottengono i risultati attesi in partenza; a lungo andare logora).
    Se vuoi parlare di distribuire risorse inizia a mettere in sicurezza TUTTI con il reddito esistenziale: “tetto, pane e acqua, serviti, per tutti”. E riduciamo il lavoro invece di aumentarlo; manteniamo solo quello necessario a moltiplicare pani e pesci (ie: automazione). E’ probabile che chi sta a pane e acqua riesca a guadagnarsi qualcosina in più facendo piccoli lavori utili, di fino, piuttosto che farne di inutili sovvenzionato dallo stato a danno di chi paga le tasse.

    Quanto ai computer, ancora: da 15 anni ho partecipato a tutte le iniziative dallo scurire le pagine web per ridurre il consumo dei monitor, ad una personale compravendita moderata di hw, ad una paziente accettazione del fatto che i 3 milioni di lavoratori informatici del 2002 sono oggi diventati circa 500 mila (5 su 6 stanno a zappare)… dare a cesare quel che e’ di cesare… ma la quantita’ di dati strettamente necessari a far funzionare la società e’ esigua; il resto sono “chiacchiere e distintivo” (letteralmente: forum di ciarlatori e pratiche poliziesche). L’unico motivo valido per continuare a raccoglierne, archiviarne e analizzarne tanti, e’ accademico. Il resto sono stronzate; non e’ un caso che una infinità di agenzie pubblicitarie, di rappresentanza, di intermediazione (servizi) siano fallite.
    E di questi pochi dati necessari, alcuni devono per forza di cose esistere in cartaceo; ma e’ come generi questi dati, e la natura di questi dati, che fa la differenza (es: chiacchiere raccolte in salottino culturale, ricopiate 5-10 volte da agenzie stampa e passaparola, che editori oltretutto pretendono essere vendute su un mercato in cui non ve ne e’ domanda alcuna; e’ radicalmente diverso da un certificato di nascita). E in ogni caso, a parte appunto dei dati particolarmente importanti, non e’ possibile continuare a procedere sia su carta che su supporti digitali: doppio costo, nessun beneficio ulteriore. Ma e’ inutile perfino parlarne finche’ i decisori sono completamente ignoranti… quello che stanno producendo e’ un mostruoso ritorno al passato con strutture centralizzate, top-down, che non consentono verifiche distribuite, e che quindi danno solo false garanzie e incrementano i costi. E’ totale assenza di raziocinio; e’ evidente che TUTTO e’ organizzato da prospettive e in forza a ragioni che non hanno nulla a che vedere con i benefici che queste macchine possono dare. Basta andare in altri paesi per vedere come potrebbero funzionare.
    Le macchine per automatizzare la produzione e calmierare la fame sono già state uno strumento per ammortizzare l’aumento demografico; non e’, per usare parole tue, una divinità “nuova”. Non puoi di punto in bianco smettere di produrre pasta industriale perché a tutti piace lo slow food… il costo della vita lievita oltre la reale possibilità di distribuzione della ricchezza.
    La ritrosia attuale nel procedere su quella che e’ a tutti gli effetti una strada forzata perché imboccata decenni prima e con persone in vita che contano su quelle capacità industriali… non fa altro che peggiorare le cose. Se elimini l’automazione – ma non l’aumento demografico – ottieni solo meno prodotti, e più grezzi (ie: un fabbro non può fare la stessa cosa che fa una pressa automatica, e dove può farlo sicuramente non può negli stessi tempi e con la stessa quantità di materiali, di scarti, etc). Se in più ci metti anche tutte le barriere di potenziale artificiali (es: brevetti), vedi che diventa praticamente impossibile dotarsi dell’ingegno per risolvere i problemi concreti di aggregazione delle risorse, produzione e distribuzione dei prodotti, riciclo delle risorse. In sostanza spiani la strada ad una guerra prossima ventura.
    I computer sono solo uno strumento; sono i loro possibili usi ad essere pericolosi… per quello occorre ascoltare chi li fa, programma, serve, ad altri… siamo i primi ad avere paura delle conseguenze del loro abuso (e quindi a risolvere questioni etiche anni e anni prima che diventino argomento pubblico di discussione).

    Se vuoi eliminare le macchine devi prima eliminare le persone, e più macchine elimini più persone si eliminano tra loro. Attento.

  15. lucano:

    mfp sei bravo, ma metti troppa carne a cuocere e quindi è difficile risponderti . Ti rispondo solo sul lavoro inventato . Il termine è forse improprio , meglio si direbbe un “lavoro non proprio indispensabile ed immediatamente produttivo”.Dico pulire i boschi (incendi), pulire i canali (alluvioni )ripulire i muri (degrado) .Il lavoro deve avere una certa utilità ogni uomo o donna ha bisogno di una “ragione sociale” . Fantozzi non esiste , è una maschera come pulcinella ; mi è pure antipatico. Il suo inventore ha recentemente detto che sarà ricordato per l’unico film che non è Fantozzi : Io speriamo che me la cavo . Delicata storia ,autenticamente triste. Ti saluto.

  16. lucano:

    Non che voglio menar vanto , ma hai sentito la storia dei bitcoin. Cominciano a comparire le bitfregature con il corollario,tragico, di un suicidio. La rete è ottima per trovare la ricetta della “parmigiana alla siciliana” o il testo di una poesiola , la formula di Erone e cento mille altre cose , ma non la eleggiamo a nuova divinità .Una stretta di mano vale più di un clik un scambio di un fiasco di olio con uno di vino è più tranquillo di uno scambio di bitcoin. Ti saluto.

 
Creative Commons License
This site (C) 1995-2024 by Vittorio Bertola - Privacy and cookies information
Some rights reserved according to the Creative Commons Attribution - Non Commercial - Sharealike license
Attribution Noncommercial Sharealike