Un’offerta al supermercato
Oggi sono andato a fare la spesa al supermercato.
Ho visto un articolo evidenziato in rosso come grande offerta: 1,99€ invece di 2,89€, -31%. Come farselo sfuggire? Ne ho presi due. Poi arrivo alla cassa, pago il totale, per scrupolo guardo lo scontrino e… niente sconto.
Segnalo la cosa alla cassiera, che mi guarda con sufficienza e dichiara che il prezzo è quello che scrive la cassa, si gira e si rimette a passare i clienti successivi.
Allora io resto lì con la spesa mentre la mia compagna torna dentro e fa la foto al prezzo sullo scaffale. Con la foto in mano, riapprocciamo la cassiera, che a quel punto chiama un conciliabolo di supervisori e cassiere, dicendo con aria scocciata: “sostengono che su quello c’era uno sconto”.
L’altra cassiera fa: “si vede che lo sconto finiva ieri e non abbiamo ancora tolto i cartelli, il prezzo è quello sullo scontrino”. Dobbiamo averla guardata male in due, perché poi aggiunge: “ma voi lo volevate al prezzo esposto?” Ovviamente abbiamo risposto di sì, e difatti è finita così: ci hanno ridato in mano 1,80€ di differenza.
Perché, vedete, anche per legge il prezzo esposto (e non quello memorizzato nelle casse) è quello vincolante, anche se fosse sbagliato, a meno che l’errore non sia talmente evidente da essere immediatamente riconoscibile da chiunque (per esempio, se ci fosse un cellulare da 199€ esposto a 1,99€). E un negoziante non può esporre in vendita un prodotto a un certo prezzo e poi rifiutarsi di vendertelo.
E quindi, specie nei supermercati di oggi dove le offerte vanno e vengono, è sempre opportuno buttare un occhio sullo scontrino e se necessario contestare le differenze: per uno che controlla, chissà quanti pagano e vanno a casa contenti per uno sconto mai ricevuto.