Se La Stampa ti spamma
Anni fa mi sono registrato sul sito de La Stampa, per poter commentare online le lettere di Specchio dei Tempi.
Da un paio di giorni però ricevo ogni mattina, senza averla mai chiesta, una newsletter del direttore Calabresi con i suoi pensierini sulle sue scelte per l’uscita del giorno, tipo stamattina (in grassetto): “È così bello quando in prima pagina si può mettere la Storia” (con la S maiuscola, mi raccomando).
A un certo punto c’è comunque scritto: “Abbiamo deciso di mandarti questa newsletter per fartela conoscere. Ti verrà inviata automaticamente fino a giovedì 17 settembre. Se vuoi continuare a riceverla gratis devi attivare il servizio.” Che è un po’ come prendere un ateo e mandargli gratis tutte le mattine una copia delle riviste dei Testimoni di Geova, con allegati i due tizi che suonano il campanello alle otto del mattino, così per fargli provare il servizio. Sicuramente a qualcuno nel mucchio piacerà , ma sarebbe gentile chiedere prima se uno gradisce; anzi no, sarebbe un obbligo di legge; anzi nemmeno, sarebbe un obbligo di legge non mandare niente a nessuno, nemmeno una gentile richiesta, se non è stato lui per primo a chiedertelo sul sito.
In fondo, in piccolo, c’è un link di disiscrizione e ho provato ad usarlo. Bene, si viene rimandati a una pagina in cui inserire il proprio username e password; io li metto (giusti, ho controllato con il recupero password) e… non succede niente; la pagina torna alla form in questione. Non so se comunque la disiscrizione funzioni, ve lo saprò dire domani mattina.
Certo che è disarmante vedere come nel 2015 i quotidiani italiani non abbiano ancora capito granché di come ci si relaziona con i lettori nel mondo digitale, anzi si trasformino tranquillamente in pessimi spammer.