Se non ci fossero, bisognerebbe inventarli e inventarle
Dopo l’importante mozione di due giorni fa sulle quote rosa nella toponomastica cittadina, nella conferenza dei capigruppo e delle capegruppe arriva un’altra importante proposta di delibera dei consiglieri e delle consigliere femministi e femministe del Partito Democratico. La delibera provvede a risolvere uno dei problemi urgenti e fondamentali di Torino, il fatto che nello Statuto della Città ci sia scritto solo “Sindaco” e non anche “Sindaca”, introducendo un testo modificato che prevede nuove denominazioni di facile uso come “petizione al Sindaco o alla Sindaca e alla Giunta Comunale”, espressioni di immediata lettura come “Il o la Presidente del Consiglio Comunale” e nuovi ruoli femminili come “la Segretaria Generale del Comune” e “la Difensora Civica Regionale”.
Ma attenzione, se ci si limitasse a questo, i consiglieri e le consigliere come il sottoscritto o la sottoscritta potrebbero essere ampiamente d’accordo. La delibera, tuttavia, è estremamente attenta ed attento a eliminare tutte le forme o i formi di maschilismo sessista o sessisto del testo dello Statuto o della Statuta della Città o del Cittò di Torino, al punto da attaccare uno dei pilastri e una delle pilastre del sessismo linguistico, il volgare e maschilista articolo “i”, sostituendo la vergognosa espressione sessista “per i residenti” con la splendida e corretta “per residenti”.
Infine, nel nome e nella noma della correttezza e del correttezzo, viene eliminata anche l’espressione “tutti coloro”, che finendo per “o” è indubbiamente maschilista, sostituendola con “tutte le persone”, che finendo per “e” è paritaria.
A questo punto però, stante che abbiamo concluso che per sancire la parità di genere è opportuno inventare i femminili dei termini maschili, ho deciso che è anche opportuno inventare i maschili dei termini femminili. Per questo proporrò un emendamento o una emendamenta affinché l’espressione “tutte le persone” venga sostituita con la più corretta “tutte le persone e tutti i personi”. Soltanto così potrò dare il mio contributo e la mia contributa a un vero raggiungimento della parità tra uomo e donna, ma anche del paritò tra uoma e donno, in attesa che il movimento LGBT, del quale fanno parte individui e individue che giustamente non si riconoscono in nessuno dei due generi, ci richieda di cancellare le “petizioni al Sindaco o alla Sindaca” per sostituirle con le “petizioni alla Sindaca o al Sindaco o al Sindac*”, per poi introdurre successivamente, allo scopo di favorire l’integrazione dei membri e delle membre della comunità islamica, le “petizioni alla Sindaca o al Sindaco o al Sindac* o al رئیس “.
Certo, da elettore torinese e da elettrice torinesa, io a questi consiglieri femministi e consigliere femministe del Partito dei Democratici e delle Democratiche chiederei cosa hanno fatto in cinque anni per i poveri e le povere della Città , per gli e le autobus che non passano mai, per i disoccupati e le disoccupate che cercano un lavoro o una lavora, per le particelle e i particelli che inquinano l’aria che respiriamo. Ma il bello delle politiche e dei politici delle istituzioni italiane è questo: che basta agitare qualche bandiera e qualche bandiero a tre mesi dalle elezioni, finendo a sufficienza sulle giornale e sui giornali, e troverai senz’altro qualche centinaio di elettori e qualche centinaia di elettrici che ti daranno la preferenza e il preferenzo; abbastanza per garantirti altri cinque anni di importanti battagli e battaglie a spese nostri e nostre.