Dalla preistoria fino a oggi
Nella seconda metà del Seicento, il compositore religioso tedesco Joachim Neumann, ribattezzatosi Joachim Neander in onore del greco antico, andava a cercare ispirazione nella forra del fiume Düssel, una stretta gola lussureggiante intagliata tra le rocce.
Nel primo Ottocento la sua produzione fu riscoperta e gli venne intitolato quel tratto di valle.
Alcuni anni più tardi, nel 1856, in una piccola grotta sulle pareti della gola, degli operai ritrovarono delle strane ossa, che vennero consegnate a un professore della zona. Egli capì subito che si trattava di un fossile umano, ma l’accademia tedesca dell’epoca lo prese per cretino. Nel frattempo, l’intera gola, grotta compresa, venne cancellata dalla faccia della terra perché le pareti di roccia furono cavate e usate come materiale da costruzione.
Ci volle qualche decennio perché, grazie all’affermazione delle coeve teorie di Darwin, l’uomo di Neanderthal diventasse famoso in tutto il pianeta.
Nel Novecento i visitatori volevano vedere il luogo della scoperta, ma non esisteva più; fu solo edificato, pochi metri più in là , un simpatico museo didattico, pensato per i bambini ma molto utile anche all’adulto medio, che attualmente ospita anche una mostra sui quarant’anni dei Playmobil.
Solo negli ultimissimi decenni a qualcuno è venuto il dubbio di andare a setacciare i prati che si sono sviluppati a lato del fiume, sul terreno di scarto delle cave, e così ha ritrovato altri pezzi dell’uomo di Neanderthal, rimasti per altri 150 anni in mezzo ai residui.
Questo è il punto dove sono stati trovati; e le ricerche ancora continuano per estrarre il suo bravo corredo neanderthaliano, fatto di punte di selce, lance preistoriche, CD di Gigi d’Alessio e chiavi di Golf GTI nera.