Dati alla mano, perché bloccare i diesel è sbagliato
A me, e alle migliaia di torinesi a cui i blocchi del traffico di Appendino non piacciono, non va di passare per inquinatore pigro col sedere sempre sull’auto. Per questo, permettetemi di contestare questo provvedimento coi dati; sono tutti presi dal sito del Comune di Torino, sezione Informambiente, ossia sono gli stessi che hanno sul tavolo sindaca e consiglieri comunali.
Si dice che il blocco dei diesel è necessario perché siamo in una emergenza ambientale che fa “centinaia di morti l’anno”, dovuta a livelli intollerabili di PM10. A parte che il concetto di “morte da inquinamento” è valido ma difficilissimo da quantificare oggettivamente, dato che diventa una concausa di una presunta anticipazione della morte naturale, se prendiamo i dati storici nelle tabelle qui sotto vediamo che da otto anni ormai Torino è entro i limiti di legge (50 microgrammi al metro cubo) in termini di media.
Siamo ancora fuori legge in termini di numero di giorni di sforamento; ma è evidente, pur nella forte oscillazione di questi dati dovuta alla variabilità del tempo nei vari anni, un trend in discesa legato al cambiamento strutturale di veicoli e abitudini. E’ giusto incentivarlo, anche accelerarlo, ma allora quello che si deve fare è promuovere il passaggio dall’auto privata a forme di mobilità più sostenibile, invece che l’acquisto di un’auto privata più nuova; e comunque, non c’è nessuna emergenza, altrimenti dieci o vent’anni fa, quando l’inquinamento era doppio o triplo, Torino sarebbe stata sterminata.
Bene, voi direte: ma anche un provvedimento come questo, che invece di incentivare a lasciare l’auto privata spinge a comprarne una nuova passando da diesel a benzina, è utile a questo trend, perché il PM10 è responsabilità dei diesel. Peccato che la realtà sia ben diversa: la prossima tabella mostra le emissioni medie di PM10 dei veicoli diesel e benzina, secondo la categoria “Euro X”. Notate qualcosa?
Certo, i vecchi diesel Euro 0 o precedenti producevano quantità abnormi di PM10, ma a partire dall’Euro 5, le emissioni di PM10 dei diesel sono uguali a quelle dei benzina. Uguali! E allora che senso ha bloccare anche i diesel Euro 5-6 ma non i benzina, come prevede la delibera dell’amministrazione torinese in caso di sforamenti elevati?
Anche per gli Euro 3-4, le emissioni medie sono circa doppie dei corrispondenti benzina; più alte, certo, ma non così tanto da attribuire solo a queste macchine la responsabilità del PM10, che invece è ormai distribuita su tutto il parco circolante, benzina o diesel che sia, e dipende molto di più dalle abitudini di spostamento, ossia da quanto ognuno usa la propria macchina. Per esempio, un veicolo a benzina Euro 6 che percorre 30 km al giorno emette il 50% in più di PM10 di un diesel Euro 3 che ne percorre 10.
L’ultima figura, qui sopra, è quella che usa il Comune per giustificare l’accanimento contro il traffico, invece che contro le caldaie o i roghi della plastica. Ci sta, probabilmente è vero che il traffico è tuttora il principale responsabile del PM10, però guardate la data in fondo: sono cifre del 2010. Vista la continua discesa del numero e delle emissioni dei veicoli circolanti, viene naturale pensare che sette anni dopo le proporzioni potrebbero essere cambiate significativamente; per esempio, questo studio, dati alla mano, sostiene che il grosso del particolato nell’aria della pianura padana derivi dall’uso di legna e pellet come combustibile.
Morale? Secondo me questo blocco non ha nulla a che fare con la salute e con motivazioni scientifiche; se così fosse, guardando queste tabelle, la scelta sarebbe stata di concentrarsi sull’incentivazione della mobilità alternativa, proseguendo il trend degli anni scorsi senza tanti allarmismi; ma anche volendo invece fare qualcosa, si sarebbe allora provveduto a bloccare uniformemente tutte le auto, a rotazione, vecchie e nuove, benzina e diesel, colpendo allo stesso modo tutti, per mandare il messaggio che bisogna usare di meno l’auto privata e di più gli altri sistemi di mobilità , invece che quello di cambiare l’auto (chi ha i soldi per farlo) da diesel a benzina, per poi poter sgasare liberamente persino con un SUV da sei chilometri al litro.
E allora perché questo provvedimento? Secondo me la risposta è una sola: propaganda. Ben studiata, perché fermare tutti fa arrabbiare tutti, mentre fermare solo i diesel fa arrabbiare solo chi possiede un diesel, che però viene additato come sporco inquinatore, mentre tutti gli altri possono dire: vedi, questa sindaca ci tiene alla salute, non come quello prima! Peccato che l’effetto sulla salute di questo provvedimento, per come è studiato, sarà circa nullo, e comunque indimostrabile. Ma per far finta di fare qualcosa, va bene.