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lunedì 5 Marzo 2018, 14:22

Un ripasso costituzionale

Siccome dopo i risultati delle elezioni se ne sentono già di tutti i colori, ecco un veloce ripasso costituzionale per tutti su come nasce un governo in Italia.

1. Le elezioni non sono il campionato di calcio, non c’è uno che arriva primo e quindi automaticamente gli danno la coppa.

2. Ma se anche ci fosse, dato che sin dal 1993 il sistema elettorale italiano è basato sulle coalizioni e non sui singoli partiti, la coppa andrebbe al centrodestra e al suo leader, che da stamattina è Matteo Salvini.

3. Incidentalmente, l’autore del sistema elettorale del 1993 che introdusse in Italia le coalizioni è un tal Sergio Mattarella, dunque credo sia difficile che il suo omonimo che attualmente presiede la Repubblica decida di comportarsi diversamente.

4. Perché possa esistere un governo, è necessario che esso riceva un voto di fiducia dalla maggioranza dei parlamentari in ciascuna delle due camere. Per quanto esistano trucchi che permettono di ottenere la fiducia con meno della metà dei voti favorevoli, essi richiedono comunque un accordo con altri partiti che li mettano in atto (es. non partecipando al voto). Dunque non può esistere alcun governo senza un accordo tra partiti che messi assieme dispongano della maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento. Non è possibile prima andare al governo e poi fare accordi “di volta in volta”.

5. Per questo, è prassi che il Presidente riceva tutti i partiti prima di decidere a chi dare l’incarico di provare a formare il governo, e lo dia alla persona che ha le maggiori possibilità di mettere assieme la maggioranza dei voti in Parlamento. Se non ce n’è nessuna, egli può dare un incarico condizionato (o “preincarico”) a un esponente politico a sua totale discrezione, indipendentemente dalla posizione in classifica del relativo partito, o a una personalità fuori dai partiti che possa essere un compromesso accettabile per tutti.

6. Dunque la sequenza logica è: 1) accordo 2) incarico 3) governo, e non 1) incarico 2) governo 3) accordo.

7. A tale scopo, qualsiasi partito che desideri governare dovrebbe premurarsi di arrivare al momento delle consultazioni, tra circa tre settimane, avendo già stretto un accordo con un numero sufficiente di altri partiti per formare una maggioranza in Parlamento. Meglio ancora se, per trasparenza, venissero rese note sin da subito le alleanze che si proveranno a formare.

8. Le forze politiche che hanno passato anni a salire sui tetti in difesa della Costituzione più bella del mondo dovrebbero essere le prime a spiegare queste cose ai propri elettori e a darsi da fare per accordarsi con altri partiti e costruire una maggioranza, invece di vaneggiare di “incarico dovuto” e “convergenza sulle idee” e “cercare i voti ogni volta in Parlamento”.

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