Criminali in monopattino alla cassa del Lidl
So che sembra assurdo, ma ieri pomeriggio ho rischiato di essere pestato a sangue da un criminale in monopattino a una cassa del Lidl.
Ero andato al gobbostadium (sì, lo confesso) per una visita medica, e ne ho approfittato per fare la spesa all’adiacente Lidl di via Sansovino. Vado in cassa con tutta la mia roba, e dietro di me arriva un tizio grosso, tutto tatuato, sulla quarantina abbondante, con la spesa in un sacchetto, sopra un monopattino.
Passa di lì il capofiliale, lo vede e gli dice “scusa, non puoi entrare dentro col monopattino”. Il tizio gli risponde male, in un profluvio di bestemmie inframmezzato al seguente concetto: “io minchia cazzo non lo posso lasciare fuori porcod*, se no ne ritrovo quattro, oggi porcam* non c’avete neanche il cazzo di guardiano” (ho eliminato un po’ delle bestemmie). L’altro gli risponde: “non è un problema nostro, la prossima volta vieni a piedi” – e poi si allontana.
A quel punto il tizio è già incazzato, e si accoda in cassa subito dietro a me. Comincia a gridare che “porcod* guarda come mi trattano di merda, solo perché cazzo ho fatto vent’anni di carcere, e adesso aprite un’altra cazzo di cassa, porcam*”. Prende il mio carrello e lo butta in avanti gridando: “vai avanti, cazzo!” Io ovviamente sono fermo dietro a una signora, che è ferma dietro a un vecchietto che ha comprato tre cose e deve assolutamente pagarle tutte in monetine da un centesimo. Allora lui comincia a dar fuori di matto e a minacciare urlando: “vai avanti o ti meno, io vi ammazzo tutti, guardate che ho fatto vent’anni di carcere!”
La cassiera coglie la situazione, mette da parte il vecchietto e dice al tizio: “venga venga, passi pure”. Stranamente, nessuno obietta. Il tizio però ormai mi ha preso di mira come responsabile della sua attesa alla cassa e dei suoi problemi nella vita, così passa, poi si gira e dice: “che cazzo guardi? Guarda che porcod* vengo lì e ti ammazzo”.
Nel frattempo sono discretamente arrivati un altro paio di dipendenti, ma nessuno sa cosa fare: se anche chiamassimo la polizia, questo fa in tempo davvero a picchiare tutti, per non parlare di possibili ritorsioni future. Incrociamo le dita per la soluzione pacifica, lui apre il sacchetto e rivela la sua spesa: un barattolo di cetriolini e tre bottiglie di sambuca di sottomarca. Le sbatte sulla cassa, ma poi si gira e dice: “no adesso ti meno!” Torna indietro fino a un centimetro da me, comincia a urlare: “adesso ti ammazzo, vi ammazzo tutti porcod*, ne ho il cazzo pieno di voi”.
Io adotto l’unica strategia che si può adottare quando uno cerca solo una scusa qualunque per fare rissa con te, cioé non rispondere, non guardare, non dire niente, fare la statua di sale. Mi dà uno spintone sul braccio, ma visto che non rispondo nemmeno a quello, che ha attorno una dozzina di testimoni e che probabilmente essendo stato vent’anni in carcere non ci vuole ritornare, per fortuna decide di andarsene. Estrae una carta di credito dorata (wtf), paga, piglia la sambuca, e parte sul monopattino verso l’uscita insultando tutti.
Siamo tutti sollevati, la cassiera mi fa: “non ci faccia caso eh, qui c’è certa gente…” Ecco, mi spiace per la gente normale che abita il circondario delle Vallette, ma tutti gli stereotipi sul quartiere si sono materializzati. Meno, invece, gli stereotipi su chi si compra un monopattino, ma chissà che nel tempo anche su questo non ci sia un’evoluzione.