In difesa delle Nazioni Unite
Ho a che fare con pezzi di Nazioni Unite ogni giorno da oltre vent’anni e ne conosco perfettamente tutti i limiti: l’inefficienza burosaurica, la logica spesso disconnessa dalla realtà , il peso sproporzionato di Paesi arretrati e dittatoriali, e anche la loro sostanziale impossibilità di intervenire su un certo numero di situazioni specifiche (oggi si parla di Russia, ma parliamo anche di Palestina) che deriva dall’essere figli dell’ordine stabilito con le armi alla fine della seconda guerra mondiale.
Con tutto questo, le Nazioni Unite sono l’unica parvenza di istituzione globale che abbiamo, e oltre a guardarne i limiti dobbiamo guardarne anche i meriti: magari non potranno fare niente in Ucraina, ma in tanti altri conflitti in questi decenni l’intervento dei caschi blu è stato decisivo per riportare e mantenere la pace. Parliamo poi del lavoro oscuro ma importante sui profughi, sull’alimentazione, sulla malattia, sulla cultura; criticare la FAO, l’UNESCO o l’UNHCR è uno sport facile, molto praticato e talvolta anche più che giustificato, ma davvero il mondo sarebbe migliore senza di esse?
Scrivo questo perché in questi giorni leggo cose assurde. C’è gente che scrive che bisognerebbe chiudere le Nazioni Unite, o che l’Occidente dovrebbe abbandonarle per farsi il proprio club chiuso, sancendo ufficialmente la divisione del pianeta in blocchi contrapposti. Sono davvero follie: il progresso non può che essere verso un pianeta unito e sempre più integrato fino al punto da rendere le guerre inconcepibili come oggi lo sarebbe una guerra tra Lombardo-Veneto e Regno di Napoli. La direzione opposta è quella del regresso, del ritorno alla preistoria e alla violenza permanente.
Questo è a maggior ragione vero perché le vere sfide di fronte all’umanità di oggi non sono affatto i gasdotti o i confini tra Russia e Ucraina. Le sfide importanti per l’umanità , quelle che determineranno il suo futuro e la sua sopravvivenza o distruzione, sono il riscaldamento globale, le migrazioni e l’autosufficienza alimentare ed energetica su scala planetaria. Sono sfide che possono essere vinte esclusivamente con la cooperazione tra tutti i popoli del mondo, nessuno escluso. Spaccare il mondo in due blocchi che non si parlano sarebbe il primo passo verso la distruzione dell’umanità , persino senza dover scatenare una guerra nucleare. Come concorderemo obiettivi collettivi di riduzione delle emissioni se saremo impegnati a farci la guerra tra di noi?
Demolire l’ordine uscito dalla seconda guerra mondiale può sembrare una buona idea soltanto a chi non l’ha vissuta, a chi non capisce che un nuovo ordine mondiale potrebbe emergere solo dopo una nuova guerra mondiale con milioni di vittime e con la devastazione delle vite di miliardi di persone. Attaccare l’ordine mondiale è un crimine ancora di un ordine di grandezza superiore che attaccare un Paese; equivale ad attaccarli tutti. Per questo, chi cerca di demolire le Nazioni Unite, chiunque sia, è un pazzo criminale e come tale deve essere trattato.