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venerdì 13 Aprile 2012, 11:58

Benvenuti a Torino

Sono passati quasi due mesi da quando ho avuto l’opportunità, grazie a un sopralluogo ufficiale, di visitare dall’interno la baraccopoli di Lungo Stura Lazio; una questione su cui continuamente vengono detti fiumi di parole, ma che quasi nessuno conosce veramente.

Sulle sponde della Stura, col passare del tempo, si sono accampati i più disperati della città; in parte sono rom, prevalentemente fuggiti dalla Romania ma anche nostrani, in parte sono immigrati, generalmente romeni anch’essi ma non solo. Centinaia di persone, compresi i bambini, vivono (non per scelta) in condizioni igieniche da terzo mondo che tutti fanno finta di non vedere, o di vedere soltanto per dire “non dovrebbe essere così”.

Il problema è appunto quale possa essere l’alternativa. Torino infatti è una città che da molti anni si occupa anche dei nomadi, spendendo centinaia di migliaia di euro ogni anno, dai tirocini agli abbonamenti GTT passando appunto per la pulizia dei campi. Certo, in una commissione consiliare l’unico rom partecipante, la combattiva signora Vuletic dell’associazione Idea Rom, si è lamentata molto chiaramente proprio di questo: vengono spesi moltissimi soldi per i rom, ma ben pochi arrivano ai rom. La maggior parte si ferma nelle mani di intermediari vari, soprattutto associazioni senz’altro benemerite, ma anche ben agganciate politicamente. I lavori sovvenzionati con questi fondi non vengono dunque fatti svolgere ai rom, che potrebbero così cominciare ad integrarsi e a vivere del proprio lavoro; e questo già cambierebbe un po’ le cose.

Anche in Lungo Stura Lazio è andata così: inizialmente ci si è limitati ai divieti, poi, di fronte al degrado, sono stati dati circa 100.000 euro a un’associazione per fare un po’ di pulizia, dato che Amiat si rifiuta di farla poiché nessuno la paga; non vuole nemmeno mettere un numero adeguato di cassonetti sul Lungo Stura, per cui anche quegli utenti del campo che vogliono smaltire correttamente l’immondizia non possono farlo. Il problema è che l’associazione in questione è Terra del Fuoco, creatura del capogruppo e segretario provinciale di SEL Michele Curto, per cui la spesa ha subito scatenato la polemica politica.

D’altra parte, se si lascia tutto così la città si lamenta, se si spendono soldi per fare qualcosa la città si lamenta; molti parlano di sgomberi senza rendersi conto che anche lo sgombero costa e che si limita a spostare il problema pochi metri più in là, anche perché, non trattandosi di extracomunitari, non si potrebbe comunque espellerli. Ma non si può nemmeno scaricare il problema su chi abita lì vicino e che si trova davanti a ogni genere di problema di convivenza, a partire dal fumo nero e tossico che spesso sale dai roghi accesi nel campo.

fumo_stura_lazio_544.jpg

Dunque, che fare? La verità è che non lo sa nessuno. Nel frattempo, molti ci marciano sopra, economicamente e politicamente, pro o contro cambia poco; mentre i più poveri dei poveri, come sempre è stato, si arrabattano da soli come possono dentro le loro baracche, cercando un modo – legale o illegale che sia – di potersi permettere condizioni migliori di vita.

[tags]nomadi, rom, torino, lungo stura lazio, baracche, povertà[/tags]

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9 commenti a “Benvenuti a Torino”

  1. Cloud:

    Ciao Vittorio ho sentito dire che il comune di Torino gli paga ai rom la corrente elettrica, l’acqua e il gas e vero o forse non sono informato bene so che sei stato vicino allo stadio delle alpi dove ci sono anche li i rom dove non solo
    ci sono i rom anche le prostitute giovani ragazze schiave il comune ne e al corrente o non lo sono so Vittorio che gli hai già detto che uno schifo li vicino allo stadio delle alpi ma il signor Fassino ne al corrente che li ci sono le povere prostitute ragazze giovani che avranno 18 o meno di 18 anni fammi sapere Vittorio.

  2. Anonimo codardo:

    O.T. Immagino che la citazione dei Fucktotum sia involontaria ;)

  3. Anonimo codardo:

    O.T. Mantellini punta il dito contro l’uso un po’, diciamo, comodo del robots.txt nella P.A. e si scoprono cose interessanti come questo [1], che non viene minimamente indicizzato dai motori.

    [2] http://www.comune.torino.it/robots.txt
    [1] http://www.comune.torino.it/operazionetrasparenza/
    [0] http://www.mantellini.it/?p=19330

  4. vb:

    Ne parlò tempo fa già Vittorio Pasteris, io ho fatto mesi fa una interpellanza e puoi divertirti ad ascoltare la risposta della giunta Fassino:

    http://www.youtube.com/watch?v=4sT99lBPyF0

    Naturalmente, nonostante le promesse, nulla è stato fatto e il robots.txt è ancora lì.

  5. Polemico74:

    caro Cloud, la cosa piu’ schifosa in quella zona e’ lo stadio delle merde

  6. cloud:

    In che senso polemico 74

  7. Anonimo codardo:

    In riferimento a questo [0]. Ma perché si continua a costruire nei parchi pubblici ? La domanda è retorica (risposta: per gli ovvi oneri di urbanizzazione, creazione plusvalore, etc etc). Se si decide che un’area è un parco non si dovrebbe costruire punto e basta. Perché di eccezione in eccezione prima o poi sparirà tutto. È successa la stessa cosa con il tratto di Italia ’61 che da su Via Ventimiglia: tra bocciofile e chioschi di parco è rimasto solo qualche albero.

    [0] http://multimedia.lastampa.it/multimedia/torino/lstp/136385/

  8. Cloud:

    Hai ragione anonimo codardo hai proprio ragione hanno costruito dappertutto non si è rimasto nulla di verde dove hanno costruito si poteva coltivare qualcosa come il grano qualsiasi cosa si poteva coltivare.

  9. Redsox:

    Vittorio ti ho visto da Formigli, sei stato grandissimo!

 
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