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lunedì 1 Ottobre 2012, 14:35

Quelli che vogliono abolire lo Stato

Vorrei cominciare raccontandovi un episodio accaduto alcuni giorni fa, qui in Comune, durante una conferenza dei capigruppo.

L’elenco degli atti all’ordine del giorno del consiglio comunale, difatti, ormai ha raggiunto le trentanove pagine di lunghezza: ci sono decine di atti (tipicamente mozioni) già discussi, concordati e sostenuti da tutti ma che sono lì fermi da mesi perché non si trova il tempo di discuterli e votarli in aula. Due settimane fa abbiamo fatto un consiglio comunale straordinario, mercoledì dalle 17 alle 20; ma siamo riusciti a trattarne solo una decina.

Uno dei motivi per questa situazione è che il tempo disponibile per i consigli comunali ordinari, che si svolgono il lunedì, è spesso ridotto. I consigli iniziano alle 15, ma spesso l’inizio slitta alle 16 o alle 16:30 perché vengono organizzate in Sala Rossa commemorazioni e feste di compleanno per gli ex consiglieri ed ex sindaci; la sera si chiude all’ora di cena e talvolta anche prima, per esempio lunedì scorso abbiamo chiuso alle 18:20 perché il PDL aveva un impegno di partito. Aggiungeteci la naturale verbosità dei politici e un incomprensibile ostruzionismo a tappeto della Lega (senza alcun risultato politico, solo per far perdere tempo e soldi alla macchina comunale sperando prima o poi di ottenere in cambio chissà cosa) e viene fuori che ogni volta trattiamo tre o quattro atti se va bene… e la lista d’attesa si allunga sempre più.

In realtà, formalmente il consiglio comunale inizia alle 10; però la mattinata è occupata dalle interpellanze, e vede dunque la presenza solo del Movimento 5 Stelle e di qualche altro consigliere di opposizione; verso le 13 si finisce, e fino alle 15 (se va bene) non si ricomincia. Tuttavia, vista la convocazione, tutti i consiglieri comunali che svolgono un lavoro dipendente sono in permesso retribuito da lavoro, a spese del Comune, a partire dalle 9 del mattino – anche se in realtà si presentano in aula poi solo alle 15.

A fronte dell’arretrato, noi abbiamo provato a proporre alternative; abbiamo chiesto di fare altri consigli straordinari e ci hanno detto di no; abbiamo chiesto di spostare le celebrazioni fuori dagli orari del consiglio comunale e ci hanno detto di no; abbiamo proposto di saltare qualche seduta di interpellanze per cominciare subito i lavori al mattino e ci hanno detto di no; abbiamo chiesto almeno di iniziare i lavori pomeridiani alle 13:30 anziché alle 15 e ci hanno detto di no. Perchè?

Perché i consiglieri sono abituati ad avere la mattinata libera, e perché alle 13:30 c’è la riunione di partito del PD, che deve appianare le divergenze interne e giungere a posizioni comuni prima del consiglio. In orario di consiglio comunale, con un permesso di lavoro pagato dalla collettività: andrebbe bene solo se il consiglio fosse in pausa forzata per altri motivi, ma a me sembra ovvio che, in caso di necessità, il consiglio dovrebbe avere la priorità.

E il bello è che il rappresentante della maggioranza me l’ha spiegato urlando, in modo piuttosto alterato, perché il mio sarebbe populismo e io non rispetto le esigenze personali dei consiglieri della maggioranza, che a differenza mia (che di fatto non riesco più a lavorare… ma di questo parleremo tra qualche giorno) non sono politici a tempo pieno e devono tenere insieme le due cose.

Ora, vorrei chiarire una cosa che a molti purtroppo non sembra chiara, e lo dico anche se è un concetto attualmente impopolare. Io non credo che, insieme alla pessima politica di questi anni, sia opportuno abolire lo Stato. Io sono molto preoccupato dalle mail e dai commenti che ricevo e che mi dicono che il Movimento dovrebbe abolire non solo le province, ma anche le regioni e il 90% dei comuni, ed eliminare il Senato “doppione inutile”, e dimezzare i deputati, e azzerare gli stipendi dei politici, e cancellare i fondi di funzionamento, e i politici dovrebbero anche pagarsi il computer e la scrivania da soli e però essere sempre in servizio e pronti a rispondere immediatamente a qualsiasi richiesta dei cittadini e non saltare mai nemmeno gli ultimi cinque minuti di una seduta e rinunciare a lavoro e pensione in allegria, e però farlo non per guadagnare e nemmeno per aspirare a posizioni più importanti e nemmeno per avere un riconoscimento di qualche genere, anche solo morale, o men che meno apparire sui media.

Perché una volta che abbiamo abolito tutte le istituzioni elettive e reso materialmente impossibile per una persona normale fare politica, resta una cosa sola: la dittatura.

Certamente la politica e la pubblica amministrazione hanno bisogno di una dimagritura e ripulitura, e il comportamento dell’attuale classe politica è intollerabile e vergognoso, ma attenzione: sono piuttosto sicuro che i nostri veri padroni, quelli che manovrano l’economia, l’hanno permesso e incoraggiato per decenni, favorendo il riempimento delle istituzioni con corrotti ed idioti, proprio per arrivare qui, per convincervi ad abolire la democrazia insieme ai suoi abusi e a tenerci Monti e i suoi cloni per l’eternità.

E’ proprio per questo che ho detto ai miei colleghi dei partiti che devono smetterla di fare le riunioni di partito in orario di consiglio, e che dalle dieci del mattino dobbiamo essere tutti presenti in aula fino a sera per trattare gli arretrati, almeno fino a quando non li avremo smaltiti. Perché non si rendono conto che ciò che a loro sembra normale o al massimo un peccato veniale, certo ben lontano dai festini della Regione Lazio, in questo momento è il coltello che altri usano per abolire lo Stato; e dunque la responsabilità di questo esito non è di noi “populisti”, ma di chi fa politica da anni e continua ad offrire ai cittadini motivi grandi e piccoli per disprezzarla.

Quelli che lavorano per abolire lo Stato dunque non siamo noi, sono loro: ed è un peccato che non riescano più a capirlo.

[tags]politica, costi della politica, casta, comune, torino[/tags]

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6 commenti a “Quelli che vogliono abolire lo Stato”

  1. Marco[n]:

    Vedo con soddisfazione che, al di la’ delle obiettive ragioni che esprimi molto bene sullo scollamento tra politica e cittadini, cominci anche a renderti conto dove porta l’eccesso di populismo. Eccesso che non manca nel M5S e che mi ha sempre convinto a stare alla larga, anche quando ero d’accordo con voi.

  2. Alessandro D.:

    /no flame: stima perchè dici una cosa impopolare per il Movimento (fonte: il poll dell’altro giorno sulle regioni sul sito di BG). Ritengo però che se si fa, ad esempio, un poll strutturato in tale maniera (a memoria nelle risposte la possibilità di farle funzionare bene non era neanche presa in considerazione), si vogliono “orientare” i lettori verso una conclusione. Che, a naso, è la stessa da te temuta.

  3. Piero:

    Sono dell’idea che lo Stato siamo noi. Tuttavia lo Stato con le sue istituzioni dovrebbe essere la “casa” di ogni cittadino, un punto di riferimento dove ogni cittadino possa sentirsi a casa e trovare lavoro, accolto e rispettato nei suoi bisogni.

    Ma nel momento in cui lo Stato diventa una istituzione che ti aliena e ti discrimina considerandoti un estraneo o uno schiavetto, dove esiste un muro tra chi sta dentro e chi sta fuori, dove quando vai a riprendere in video un qualunque dibattito pubblico istituzionale o consiglio comunale che ti riguarda come cittadino, ti si chiede di fare prima domanda di autorizzazione, altrimenti non puoi riprendere (tanto per fare un esempio documentato da un tuo video), a quel punto per me quella istituzione (che sia la Chiesa, la famiglia, il Comune, lo Stato, l’ASL, ecc.) può anche essere abolita, perché mi fa sentire un estraneo.

  4. cadma:

    MA porca Eva (scusa Eva me la prendo con te anche se non c’entri niente) ma possibile che tra il guadagnare da nababbi + montagna di privilegi + politica intrallazzata continua (amici degl amici – favori) + etc etc … e il saio laico del politico che fa tutto per passione per un pò non si possa trovare una via RAGIONEVOLE? Il problema è: LE REGOLE DEL GIOCO CHI LE CAMBIA? Quelli che stanno giocando?

    Altro cattivo pensiero:
    ma se non fossimo in una crisi economica pesante SAREBBERO USCITI allo scoperto questi modi ALLEGRI di GESTIRE LA COSA PUBBLICA? O piuttosto sarebbero considerati naturali ed accettabili? Non mi si venga a dire che le cose che vengono fuori adesso non fossero note a migliaia di persone. E ce ne sono in tutti i campi. In un paese dove abbiamo assistito ad episodi di malcostume e ruberie legalizzate pazzeschi c’è sempre qualcuno disposto a tollerarli e giustificarli….perchè è dalla parte di chi i benefici li ha. Chi non li ha protesta ma una volta ottenuti agisce allo stesso modo. Così non si va da nessuna parte: questo paese non cambierà mai (in meglio)……

  5. Polemico74:

    Inizi a preoccuparti per le conseguenze delle vostre campagne demagogiche? Buon segno…

  6. Paolo:

    Sono un neofita del M5Stelle, ho rivisto la registrazione della vostra riunione sulla valutazione dei consiglieri. Spiegare, saper ascoltare e rispondere e’ un raro esempio di savoir faire politico che dalle nostre parti non vedevo sin dai banchi di scuola quando studiavo l’agora’ nel mondo greco\romano. Voi siete sulla buona strada. Bravi. Sul dispendio futile di tempo presso il comune vi esorto a insistere anche con azioni eclatanti per evitare che con il tempo pagato dalle tesche dei cittadini si facciano festini comunali invece che consigli comunali. Ho vissuto all’estero e le riunioni di lavoro si facevano anche nel break del pranzo seduti a tavolino dinnanzi a un piatto con gli occhi e le orecchie rivolti allo speaker di turno. Il cervello funziona meglio la mattina perche’ fresco dalle fatiche e non nel pomeriggio o la sera che sono orari piu’ indicati per i festini se proprio qualcuno li vuole fare: prima il dovere e dopo il piacere. Bertola e Appendino please opponetevi con vigore a questa deriva partitocratica da basso impero. Grazie.

 
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