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venerdì 26 Aprile 2013, 11:03

Falsi flop e veri problemi del Movimento 5 Stelle

Ha fatto un certo scalpore, qualche giorno fa, il risultato elettorale del Friuli Venezia Giulia, dove il Movimento – che alle politiche di febbraio aveva preso il 27% – non è andato oltre il 14% come lista e il 19% come presidente (la differenza è data da voti disgiunti degli elettori del centrodestra contro il loro candidato ufficiale). Subito i giornali hanno titolato “flop del M5S, voti dimezzati”. Ma è vero?

In realtà non è proprio così; il problema, se mai, è che alle elezioni amministrative il M5S prende sempre molti meno voti che a quelle politiche. Già il 24 e 25 febbraio, dove si votava contemporaneamente per le politiche e le regionali, il risultato era stato simile: in Lombardia avevamo preso il 19% alle politiche e il 13% alle regionali, in Molise il 27% e il 16%, nel Lazio il 27% e il 20%. Perché? Perché sul piano nazionale sono più forti sia la rabbia contro i partiti che il traino di Beppe Grillo, mentre a livello locale gli elettori sono più legati a esponenti di partito direttamente conosciuti e con una rete consolidata sul territorio, a cui noi opponiamo persone magari bravissime ma sostanzialmente sconosciute.

Bisogna se mai chiedersi come mai in Friuli, dopo tutta la vicenda del Quirinale, così tante persone deluse dai partiti sono rimaste a casa, invece di venire a votare per il M5S. Che cosa non le ha convinte della nostra azione in questi due mesi, e come possiamo migliorare per il futuro?

Non possiamo certo gettare la croce addosso ai nostri parlamentari, che stanno dando il massimo in condizioni difficili, lavorando giorno e notte; pur con l’ostruzionismo del sistema, a partire dal mancato avvio delle commissioni parlamentari, hanno presentato già moltissime proposte e si stanno facendo valere. Tuttavia, è indubbio che certe cose non hanno funzionato.

La prima è la comunicazione: sono state fatte tantissime iniziative, ma nessuno lo sa. Va bene avere i media contro, ma non lo sanno nemmeno gli attivisti e i consiglieri sul territorio… Anche nell’altro senso, il coinvolgimento degli attivisti nei lavori parlamentari ancora latita. Chi conosce direttamente i parlamentari può ogni tanto cercare di chiamarli e riceve ogni tanto aggiornamenti e richieste di aiuto, ma per tutti gli altri è il buio: urge realizzare strumenti di comunicazione fissi e uniformi (blog, newsletter…) e occasioni regolari di confronto coi cittadini.

Anche dal punto di vista della tattica politica, l’inesperienza si paga. L’unica scelta di successo, quella delle “quirinarie” e della candidatura di Rodotà, è passata sopra la testa dei parlamentari, venendo organizzata da Grillo e Casaleggio e finalizzata dalle scelte intelligenti della rete e dei singoli candidati coinvolti. Anche così, se Gabanelli e Strada non avessero rinunciato sarebbe finita come per la presidenza del Senato, con il M5S a votare all’infinito un candidato senza speranza salvo qualcuno che si smarca al momento del voto, magari per candidati ben peggiori di Rodotà. Ma questo non è il modo di fare politica, almeno se ogni tanto si vuole portare a casa qualcosa; restare sulla prima scelta rifiutandosi di convergere sulla seconda o sulla terza, ottenendo così solo la decima o la centesima, non è coerenza ma stupidità.

Un altro problema emerso con chiarezza è quello delle persone, ben esemplificato dal caso Mastrangeli. Chi sta nel Movimento conosce Marino Mastrangeli da anni; lo conosce come una persona spasmodicamente in cerca di visibilità, ad esempio attraverso lo “spamming” di messaggi e iniziative sui meetup di mezza Italia (alcuni l’avevano direttamente bannato). E’ chiaro che una persona così non ha le caratteristiche per reggere all’allettante prospettiva di finire permanentemente in televisione, a costo di farsi strumentalizzare contro il Movimento. Ma allora, come mai l’abbiamo candidato?

Abbiamo un bel dire che i nostri eletti sono portavoce scelti e controllati dal basso; in realtà, una volta entrato in Parlamento uno fa quello che vuole fino alla fine della legislatura, ed è impossibile farlo dimettere contro la sua volontà; al massimo lo si può cacciare, ma ne ha più danno il Movimento che lui (anzi, un nostro parlamentare una volta cacciato potrà cominciare a tenersi l’intero stipendio…). Per fortuna si tratta di pochi casi su 160 eletti, ma possiamo fare meglio?

Del resto, quello delle persone da candidare è veramente a mio parere il maggiore problema del Movimento. A questi livelli è molto difficile essere in grado di risultare convincenti, competenti e simpatici, perdipiù avendo i media contro; se poi in testa si hanno i microchip o non si è in grado di scrivere in italiano corretto, il disastro è probabile. La stessa Roberta Lombardi, un’attivista storica, preparata e riconosciuta da tutti, che umanamente ha tutta la mia solidarietà per essersi fatta carico di una missione impossibile, messa nel tritacarne dei media si è fatta triturare, venendo fuori come una persona spocchiosa e antipatica.

Nonostante l’idea del portavoce, la maggior parte degli elettori vuole fidarsi di una faccia e non di un simbolo; di una faccia che risulti convincente per migliaia di elettori e non solo per qualche decina di iscritti durante le parlamentarie, magari organizzati da uno dei tanti gruppetti di amici in carriera che inevitabilmente si sono formati. Quando le persone che esponiamo fanno una gaffe dietro l’altra o non sembrano all’altezza, non si può sempre dare la colpa ai giornalisti cattivi. Se non siamo in grado di presentare una nuova classe dirigente che non solo sia all’altezza, ma che anche lo sembri quando appare in pubblico e in televisione, non saremo mai credibili come forza di governo.

Veniamo così all’ultimo problema: la capacità di fare autocritica e di gestire una dialettica interna. Non si può pensare di costruire una forza politica del 30% in cui però tutti siano sempre d’accordo su tutto, e non si può reagire alle critiche e alle richieste di spiegazioni dal basso con accuse di “fare polemica” o di tradire la causa; non si può rimandare la discussione a un fantomatico “dopo” che poi non arriva mai. Troppa gente nel Movimento si è fatta prendere la mano dalle dichiarazioni bellicose di Grillo e pensa di stare in un esercito, spesso autonominandosi generale, e magari uscendosene con uno snobismo veramente fuori posto (l’altro giorno c’erano nostri esponenti che volevano “abolire il calcio perché solo gli idioti lo seguono”: una cosa che può dire un partitino dell’1%, non certo una forza politica che aspira ad essere di massa in Italia).

Serve una maturazione generale, e serve in fretta. Io spero che sia possibile discutere di tutti questi problemi con tranquillità, e cominciare presto a risolverli.

[tags]movimento 5 stelle[/tags]

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19 commenti a “Falsi flop e veri problemi del Movimento 5 Stelle”

  1. mke777:

    Condivido perfettamente. Aggiungo che se avessimo una piattaforma decente molti di questi problemi sarebbero risolti. Ne parliamo dal 2008.
    Sarebbe bello un giorno vederti capogruppo al senato! ;)=

  2. .mau.:

    (a) io per esempio non ho contato le percentuali, ma il numero di voti ottenuti, che è una cosa molto diversa (e ho contato il numero di voti al candidato presidente della regione, non alla lista…)
    (b) quello che hai scritto è che quindi la gente non ha votato M5S alle politiche per il suo programma, ma semplicemente perché voleva mostrare la sua protesta in un qualche modo: non mi sembra un grande viatico per il vostro futuro, soprattutto considerando che dovreste essere un MoVimento che parte dal basso.
    (c‍) [e che palle la correzione automatica di (c‍) in (c)] l’articolo 67 della Costituzione ovviamente c’era anche prima di questo voto. D’altra parte se “uno vale uno” questi sono i risultati pratici.
    (c’) Continuo a chiedermi perché M5S non ha preparato un crash course con l’abc della comunicazione politica, da far fare a gennaio e febbraio ai suoi candidati.

  3. Aldo:

    Concordo al 100%.
    Il difficile è trovare delle soluzioni ai problemi che esponi. Io provo a dare qualche idea anche se, non essendo addendro alle problematiche del movimento (ho votato 5 stelle ma non sono iscritto), è possibile che dica qualche stupidaggine.

    1) Allargare il numero dei votanti nel voto via web. Una forza politica che ha preso 8,7 milioni di voti non può far prendere le sue decisioni da 28.000 persone (come è avvenuto per le Quirinarie) e poi affermare che “così ha deciso la base”.

    2) Valutare attentamente quando è il caso di sottoporre una scelta politica al voto via web e quando no. Così se le parlamentarie vanno bene non altrettato si può dire a mio parere per le Quirinarie (perchè non si tratta di esprimere il candidato che “ci piace di più” ma un candidato valido che in più abbia qualche chance di essere eletto, e perchè vincola scioccamente i nostri rappresentanti a votare indefinitamente il vincitore perchè “così si è espressa la nostra base” senza ottenere alcun risultato).

    3)Per le future Parlamentarie richiedere dei requisiti ai candidati che vadano al di là di un certo tempo di appartenenza al movimento. Una soluzione potrebbe essere quella di far esprimere i candidati alle Parlamentarie localmente dagli attivisti del movimento.

    4)Inserire “d’ufficio” tra i nostri candidati 5stelle alle prossime elezioni politiche, come indipendenti, delle personalità di valore che non appartegano al movimento ma che incarnino l’aspirazione al cambiamento (penso ad esempio a coloro che nelle Quirinarie si sono classificati ai primi 4 posti).

    5)Quando si decide di sottoporre una decisione via web, sarebbe bene fare molta attenzione che il meccanismo di voto sia tale che il risultato esprima la reale volontà dei votanti. Ad esempio, il sistema di voto delle Quirinarie (10 candidati, una preferenza, vince chi ha più voti) non dava affatto la garanzia che il vincitore fosse il candidato preferito dai votanti (perchè, ad esempio, non è affatto escluso che i votanti, potendo scegliere tra il vincitore e uno degli altri candidati darebbero la preferenza, anche nettamente, a quest’ultimo).

  4. rccs:

    Apprezzabile e condivisibile “mea culpa”. Mi permetto di fare ancora un paio di appunti:

    1) Arriva un po’ tardi: è come piangere sul latte versato adesso che l’ M5S ha perso grandi chances di cambiare concretamente qualcosa nel paese. Comunque, meglio tardi che mai.

    2) E’ già la seconda autocritica che fai al M5S. Ricordo quando deluso dicevi le stesse cose e volevi uscire dal movimento. Poi la candidatura a sindaco ti fece cambiare idea. Rischi un po’ l’effetto “al lupo al lupo”: non è che è tattica elettorale per recuperare o conquistare i voti di chi vi accusa (a ragione, quindi?) di essere troppo dogmatici e poco trasparenti?

    3)

    urge realizzare strumenti di comunicazione fissi e uniformi (blog, newsletter…)

    Penso che su questo punto dovresti darci maggiori spiegazioni e fare maggiore autocritica: non fosti tu nel 2011 (durante la famosa riunione carbonara nazionale) incaricato di progettare la piattaforma di condivisione dei contenuti. Non ci fu una promessa (non so se da te o da Casaleggio) di prepararla entro il 2012? A che punto stiamo?

    Comunque ringrazio per avermi implicitamente dato ragione sul fatto che non si può fare politica su facebook!

  5. vb:

    Mamma quante domande… rispondo a quel che posso…

    @mau b): mi sembra evidente… è una di altre questioni che non ho esposto: come teniamo insieme chi arriva da anni di ragionamenti socio-economici con l’ondata di protesta dell’ultimo periodo?

    @mau c): perché “l’M5S” non esiste, ognuno si è un po’ organizzato localmente, e se l’avesse fatto Casaleggio sai le polemiche?

    @Aldo 1): certamente, però non possiamo far iscrivere i simpatizzanti col fucile… però potremmo insistere pubblicizzando l’iscrizione, io lo faccio spesso…

    @Aldo 3): favorevole a maggiori aperture nella selezione, non sono sicuro però che la strada sia la selezione tra “attivisti”, perché non sai nemmeno definire chi sia “attivista” e perché questo propagherebbe le logiche di gruppetto che secondo me ci fanno malissimo… (figurati che non pochi gruppi locali addirittura vorrebbero “quote di candidature per gruppo locale in funzione degli abitanti” e robe così)

    @rccs 2): io sono noto (e guardato male nel Movimento) per pensare che non possiamo criticare gli altri se non critichiamo prima e altrettanto anche noi, questo non vuol dire che non sostenga il Movimento… invece ormai attorno a me si sguazza nella doppia morale e nell’auto da fé…

    @rccs 3): quella volta lì fu tutto fermato da opposizioni interne di cui trovi ampia traccia in rete, il processo è ripartito solo ora con le elezioni nazionali, ma io non sono più coinvolto… è direttamente in mano a Casaleggio, che ha promesso una piattaforma stile liquid feedback entro poche settimane.

  6. .mau.:

    @vb: sul mio c): tanto lo dicono lo stesso, no? perlomeno ci sarebbe stata un minimo di infarinatura politico-istituzionale.
    Nota che quello che ho in mente io è assolutamente separato dalla parte relativa al programma; insomma le “lezioni” del crash course sarebbero potute tranquillamente essere pubbliche e utilizzabili da chiunque, perché non avrebbero avuto nulla di direttamente collegato a M5S. Le vostre riunioni ve le sareste poi fatte per conto vostro, come logico.

  7. Diego Piscitello:

    Personalmente l’accenno ad una classe dirigente inizialmente mi ha fatto storcere il naso,penso che il limite del doppio mandato sia sacrosanto,però riflettendoci credo che in futuro in casi eccezionali ad esponenti che si siano distinti sul campo possano essere concesse delle deroghe,decise naturalmente a maggioranza dagli iscritti.La riduzione a 2500 € netti dello stipendio dei nostri eletti non li fa certo arricchire o somigliare alla casta,meglio andare sul sicuro che trovarsi altri Mastrangeli,probabilmente
    sarebbe controproducente che una volta che delle persone che si siano dimostrate veramente capaci nel portare avanti il progetto del M5S siano messe da parte, e tutta l’esperienza da loro acquisita buttata alle ortiche.

  8. lucano:

    Scusate sono una voce fuori del coro , poi sono pure meridionale capitato qui per caso . Ho letto un poco di numeri e mi pare evidente che in Friuli la gente ci ha ripensato e quindi giù la percentuale . Non fate come quei generali che una ritirata la dicono “riposizionamento del fronte ” .Se la percentuale è scesa il motivo deve essere cercato nel comportamento avuto dagli eletti . Tra poco bisognerà votare pure da noi ed allora chiedo la vostra solidarietà : chi votare un PD ladro , un PDL ladro o un grillino no no no ? Un bel dilemma .

  9. mfp:

    Aldo, (1) “così ha deciso la base” e’ la stessa cosa che ha fatto il PD, da sempre, con la famosa Assemblea, oltretutto presieduta da Bindi (Azione Cattolica); in particolare al Capranica quando, uscendo da li’, avrebbero dovuto stupire con dei nomi che avessero statura per lo meno confrontabile con quella di Rodotà. E non so quante persone entrano nel Capranica, ma credo molte meno di 28000; per lo meno le sale che vidi io alla famosa Festa Dei Pirati 2.0 erano molto meno capienti.
    La sola differenza tra M5S e PD e’ che quelli del PD la Assemblea la MANTENGONO, ostia al pane, sangue al vino, salsiccia alla salsiccia; in modo del tutto analogo ai 50-euro-un-voto del Berlusca. E ancora: la sola differenza tra Marcel…ehm… Bersanino Pane e Vino, e il Berlusca Fredifrago, e’ che Bersanino ce li vuole far sposare per sempre, il Berlusca invece preferisce pagare a prestazione. In ambo i casi pero’ nessuno di loro intende mettere in discussione il proprio passato ma soprattutto i propri progetti futuri (ie: fare l’unica cosa necessaria): danno tutti per scontato che abbiamo bisogno di loro. Il che sarebbe anche vero se decidessimo di caricarli tutti su una giostra calcinculo e mettere come capofila un ungherese culturista sui 50 anni (e 120kg minimo) che era in piazza quando fu bucata la bandiera ungherese (tip: quella esposta davanti al parlamento ungherese; sul lato del tribunale e vicino al bellissimo museo dedicato alla loro cultura e tradizione) per dimostrare la gratitudine ai russi che, parafrasando esternazioni stampa di Napolitano quando era giovane, qualche anno prima avevano portato libertà e benessere nel loro paese (con i carri armati; all’epoca infatti le bombe intelligenti e la democrazia ancora non esistevano), e per qualche strana ragione stavano in quell’occasione lasciando il paese così gentilmente accudito per decenni. Ma non si possono fare ‘ste cose… perchè berlusconi senza trampoli non arriva al seggiolino di quello davanti… romperebbe la catena sadogormitica dell’amore… non sarebbe piu’ una giostra divertente. Un disastro per la nazione. Preti e Mafia non avrebbero piu’ nulla da dirsi; broker, pedofili e ghostwriter dei politici piu’ nulla da ascoltare; ogni pensiero rischierebbe di fluire indisturbato direttamente in azioni e non azioni, piuttosto che soffermarsi sulla favella imperitura… un’evoluzione non da poco… non da poco… non reggeremmo. Dopo anni di Forum non reggeremmo la botta. Siamo ancora troppo Wiki.

  10. Stefano Cattaneo:

    Credo che l’errore stia nel targhet della squadra. Mandando nel parlamento un 87% di laureatini, era inevitabile che poi non si accontentassero di 2.500 euro al mese. Perché i soldi indignano solo se sono altri a prenderli.
    Un antico slogans diceva: Vogliamo un governo di operai e di contadini.
    Credo che serva andare vicini a questo obbiettivo, fare la prossima squadra con gente abituata a sudare, non con laureatini che si sono risolti il problema della disoccupazione.
    Quanto agli attuali frondisti, l’unica paga è mandarli fuori, sono solo zavorra.

  11. Marco[n]:

    @Stefano “L’ignoranza e’ forza” (cit.)

  12. Stefano Cattaneo:

    Se l’ignoranza è mia, sono lieto di essere forte:-))**
    Ritornando sulla questione, il rimpianto per il mancato supporto al governo Pd lascia il tempo che trova.
    La matematica parla chiaro, se i militanti sono in maggioranza di sinistra, gli elettori sono arrivati in maggioranza dalla destra. Pertanto, dato che le simpatie svaniscono, ma le antipatie no, il loro voto è da intendersi per un governo Grillo, e non per un supporto al Pd. Pertanto, aver obbigato Pd e Pdl a consociarsi, è stato un risultato eccellentissimo.
    Quanto a chi vuole più soldi, se ne vada pure, e fondi un partito con la banconota come simbolo. I movimenti di popolo, non hanno la loro forza nei parlamentari.
    Caso mai, dato che nessuno fa niente per niente, il limite di due legislature trovo sarebbe opportuno sia lasciato solo per la prima volta. Dopo il salto di una legislatura, diverrebbe diritto fare carriera.

  13. Marco[n]:

    Non intendevo dire che tu sei ignorante, ma ce l’avevo col tuo paragone tra “laureatini” e contadini. Mai letto “1984” di Orwell?

  14. Stefano Cattaneo:

    Ne conosco la trama; Non mi pare parlasse di un governo di contadini:-)
    Ciò comunque che voglio sostenere, non è che un contadino automaticamente sappia legiferare meglio di un laureato. Intendevo dire che mentre per un contadino od un muratore, percepire 2.500 euro al mese stando comodamente seduti, sarebbe un sogno. Per un laureato sono una miseria. Pertanto se gli si dice: Perciperai 2.500 euro. Non avrai alcun potere, non farai mai carriera perché dopo un massimo di due legislature andrai a casa, logico si ribelli.
    Pertanto, spassionatamente, avrei visto più volentieri un altro targhet di eletti anche per avere in parlamento gente che avendo piegato la schiena, capisca cosa significhi. Nel contempo suggerirei di dare una maggiore prospettiva agli eletti, pochi soldi e niente potere vanno bene solo nella prospettiva di una carriera.
    Detto questo, ripeto che non sarebbe un dramma se chi non comprende il momento storico, andasse dal partito. Avevo suggerito una banconota come loro simbolo; ma forse sarebbero più adatte cinque palanche.

  15. Alessandro D.:

    @Stefano Cattaneo
    Laureati nel call center a 2500 euro ?
    Laureati alla TNT a 2500 euro ?
    Laureati allo sportello a 2500 euro ?
    Laureati precari a 2500 euro ?
    Ma vivi in Italia o stai trollando ?

  16. Stefano Cattaneo:

    Gent.mo Alessandro, forse sei vittima di eccessiva verve polemica.
    Ti faccio presente che per legge un laureato, anche se raccogliesse le mele, deve per legge percepire di più degli altri raccoglitori non facenti parte della sua casta. Pertanto, gli esempi che tu porti riguardano probabilmente non ancora laureati, o sono fenomeno marginale riguardante persone che pur di portare a casa qualcosa, si accordano col datore di lavoro per rinunciare a far valere la qualifica. Ma il discorso è generale; può darsi benissimo che ci sia qualche laureato che percepisca 500 euro al mese, ma non puoi dirmi che ne sia soddisfatto. Giustamente mi farai presente che non lo sarebbe neppure uno con la quinta elementare. Però per costui, se riuscisse ad arrivare a 1.500, sarebbe soddisfattissimo. Mentre per ovvi motivi, il laureato non potrebbe esserlo, e non può esserlo neppure con 2.500. Sarebbe il poveraccio della sua compagnia di ex compagni di scuola. Per questo motivo, se si vuole offrire una mansione precaria (fra dieci anni sarebbero comunque disoccupati) a 2.500 euro al mese, affidarla a laureati è poco adatto, non essendo per loro stipendio soddisfacente, saranno istintivamente portati a cercare di migliorarlo.

  17. Alessandro D.:

    @Gent.mo Stefano Cattaneo,

    >Ti faccio presente che per legge un laureato, anche se raccogliesse le mele, deve per legge percepire di più degli altri raccoglitori non facenti parte della sua casta

    1) quale legge ? (per lo stipendio contano le mansioni non il titolo di studio).
    2) sei un troll ?

  18. Stefano Cattaneo:

    Gent.mo Alessandro D puntino
    La mia modesta opinione è che se fra noi due ci fosse un troll, le maggiori probabilità sarebbero che si tratti di colui che invece di argomentare, ripete in modo maniacale la domanda: “sei un troll?”
    Quanto al resto, pensi pure il cavolfiore che le pare.

  19. Alessandro D.:

    @Gent.mo Stefano Cattaneo,

    1) quale legge ?
    (tutto il resto è noia)

 
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