Le liste dei giornalisti
Le liste di proscrizione dei giornalisti sono sbagliate e pericolose, e io già in passato – ad esempio nei miei famosi quindici punti – ho avuto modo di dire che non sempre quando un giornalista ti critica è un venduto, e che bisogna saper dialogare con tutti, anche con chi ti disprezza.
Tuttavia, ho trovato piuttosto insostenibile l’apparente indignazione con cui il “giornalismo” italiano ha puntato il dito contro Grillo per avere segnalato gli articoli faziosi di tal Maria Novella Oppo e invitato a segnalarne altri con nome e cognome dell’autore. Perché se l’Italia, stando alle statistiche internazionali, compete per libertà di informazione con l’Africa ci sarà un motivo; e difatti, i giornalisti possono prenderti di mira per mesi e mesi, distorcendo e manipolando la realtà , ma basta parlar male di un giornalista per suscitare una reazione collettiva e corporativa quasi da lesa maestà .
Anche a me è successo, mesi fa, di venire preso di mira dal “giornalismo” italiano, aizzato da alcuni politici dei partiti di governo, stravolgendo completamente la lettera e il senso di alcune parole che avevo scritto su Facebook. Anche a me all’epoca arrivarono insulti minacciosi in abbondanza (ecco un piccolo estratto):
Notoriamente la rete è piena anche di frustrati, che non aspettano altro che qualcuno da insultare per un motivo qualsiasi; dopo un po’ non ci si fa più caso. Eppure, nel mio caso non si è scatenata nessuna solidarietà , nessun allarme, nessun grido allo squadrismo e al fascismo incombente. E addirittura, qualche giorno fa, un nostro attivista senza alcun ruolo pubblico è stato preso di mira per una sua (orrenda) battuta calcistica, venendo attaccato con nome e cognome dai blog calcistici e non di mezza Italia, solo per mettere in cattiva luce il Movimento 5 Stelle.
La verità è che, se per i giornalisti innovativi si aprono nuove possibilità , i “giornalisti” all’italiana sono sempre più nervosi; la loro presa diminuisce e sempre più persone usano la televisione come soprammobile e i giornali solo per incartare il pesce, tanto che le entrate crollano, le perdite aumentano e persino la Busiarda si appresta a diventare nient’altro che il supplemento torinese del Corriere della Sera, che peraltro per sopravvivere sta vendendo la sua storica sede di via Solferino a Milano.
Per discutere di questi temi, abbiamo organizzato un dibattito pubblico stasera (martedì 10 dicembre) alle 21, presso il centro civico di via De Sanctis 12, invitando diversi giornalisti del web, dei giornali e delle televisioni torinesi. Avremmo voluto sentire anche il parere dell’ordine dei giornalisti, nella persona di Giorgio Levi (tesoriere dell’ordine piemontese), che però ha rifiutato pubblicamente l’invito. Non importa: noi vi aspettiamo lo stesso, per darvi l’opportunità di ascoltare un nutrito elenco di professionisti – Vittorio Pasteris, Cosimo Caridi, Maurizio Pagliassotti, Cristiano Tassinari, Alessandro Valabrega – e di discutere tranquillamente con loro sullo stato dell’informazione torinese. Ci vediamo!
10 Dicembre 2013, 08:23
mi scusi bertola, ma se cita uno “spauracchio da strapazzo” fra il peggio che le è stato detto direi che siamo su un altro pianeta rispetto agli insulti disgustosamente sessisti che tanti commentatori grillini hanno rivolto alla oppo, che, sia chiaro, ha fatto un articolo di merda, ma la gogna mediatica organizzata da grillo è indecente.
10 Dicembre 2013, 13:32
La mia impressione è invece che “se l’Italia, stando alle statistiche internazionali, compete per libertà di informazione con l’Africa” il motivo è che chiunque in Italia abbia un minimo di potere (e anche chi non ne ha) divide i giornalisti tra quelli che dicono quello che gli piace (per i quali la libertà di stampa è un diritto sacrosanto) e gli altri che, in quanto venduti, servi e in malafede, non hanno alcun diritto, se non quello di tacere. Questo modo di pensare ha prodotto la lunga tradizione degli editti, in cui direi che Grillo si innesta alla grande.
Fin che però certi leader avranno stuoli di apologeti pronti a difenderli invece che dir loro: “Stai diventando la parodia di un dittatorello sudamericano, fatti da parte e avanti un altro”, rimarremo a competere con l’Africa…
10 Dicembre 2013, 14:21
C’è una qualche differenza tra un giornalista che riporta un tuo commento anche distorcendolo, e un leader politico che fa le liste di proscrizione e invita al dileggio pubblico. Ma nel bel mondo dei Cinque Stelle, sono sempre gli altri a sbagliare.
Comunque, i giornalisti italiani sono a volte anche stati trucidati per quello che hanno scritto, forse questo contribuisce alla classifica.
(Uno della “melma putrida”, come ha ribattezzato un senatore M5S quelli che hanno votato alle primarie del PD. Di quello, però, non parlare, meglio sopire e troncare).
13 Dicembre 2013, 20:55
Sfondi una porta aperta: la maggior parte degli interventi in rete onsidera i giornalisti “Incompetenti e asserviti al potere”. Fonte: Il sole 24 ore (beh, parlando di incompetenti asserviti al potere…). Forse sarà anche vero che non tutti quelli che ti criticano sono venduti: ma il sospetto ti viene. Prendi Gramellini, frequentatore assiduo di Rai TRE: lo ritieni veramente un esempio di equidistanza politica? Personalmente lo ritengo un lecca—– “incompetente ed asservito al potere”. Speriamo solo che, quando il vento girerà , non ce lo si trovi in mezzo alle scatole, pentito e redento e pronto a mettersi al nostro servizio. A me, dagli ex fascisti che nel ’45 si iscrissero in massa al PCI in poi, i convertiti danno la nausea.