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mercoledì 20 Giugno 2018, 12:12

Italia spaghetti pizza mandolino (2), ovvero se non ci fosse l’ACI bisognerebbe evitare di inventarlo

Volete sapere come finisce la storia che vi ho raccontato lunedì? Ecco qui.

Ieri mattina alle otto meno un quarto, con una giornata di lavoro da fare e un aereo da prendere alle sette di sera, mi sono presentato agli uffici di Equitalia in centro a Torino. C’erano già quattro persone, tutte in panico: un grosso cartello sulla porta avvertiva che il servizio quella mattina sarebbe stato ridotto o forse nemmeno aperto, causa “assemblea sindacale”. Tu hai cinque giorni per pagare, ma loro possono farne saltare uno perché sì, tanto tu non hai niente da fare, che ti costa tornare domani?

Per fortuna alle otto e un quarto hanno comunque aperto un discreto numero di sportelli, e dopo aver difeso coi gomiti la posizione acquisita nei confronti di un appena arrivato e ridente sessantenne lampadato con l’aria da manager, che in quanto tale voleva passare prima di tutti perché lui ha da fare non come noi sfaticati, spiego all’inserviente cosa devo fare e lui mi dà tre numerini per tre code diverse: una per ripagare per la seconda volta la mia cartella per 569 euro, una per chiedere il rimborso del pagamento precedente di 519 euro, e una per chiedere il documento per la rimozione del fermo amministrativo.

Ovviamente i primi due mi hanno chiamato insieme, ma devo dire che sono stati gentili, permettendomi di rimpallare da uno sportello all’altro e fare le due cose in parallelo, e quello del pagamento mi ha addirittura fatto lui anche il documento per il fermo.

Qui, però, si è ripresentato Kafka: la signora del rimborso mi ha chiesto se invece non volessi usare il pagamento non andato a buon fine in compensazione per il ripagamento della cartella. In pratica, dunque, tu non puoi pagare un debito INPS con un credito IRPEF, ma una volta che loro il credito IRPEF se lo sono comunque preso e tenuto mettendoti intanto il fermo a tua insaputa, esso diventa un credito Equitalia e quello è compensabile con il debito INPS: diabolico!

Peccato che scegliendo questa strada avrei dovuto aspettare un tempo imprecisato perché la compensazione fosse effettuata, rimanendo nel frattempo col fermo sulla macchina. Quindi l’unica soluzione per sbloccare subito l’auto era ripagare la cartella separatamente e chiedere il rimborso del primo pagamento. Ovviamente la cartella continua a maturare interessi (circa il 10% in due anni e mezzo) e va pagata subito, mentre il rimborso avverrà “mah, non si sa, se tra un paio d’anni non l’ha ancora ricevuto si faccia sentire”: mi sono messo un appunto su Google Calendar nel giugno 2020.

Ma il punto più assurdo deve ancora venire: pago, mi danno la quietanza e il nulla osta all’annullamento del fermo, con quello vado all’ACI in via Giolitti per far togliere il fermo al PRA e… non si può: manca un documento. Quale? Ma il certificato di proprietà dell’auto, quello che prova che io ne sono il proprietario e che mi è stato dato dodici anni fa quando l’ho comprata.

Ecco, dunque fateci caso: il PRA, che è il registro pubblico istituito per tenere traccia di chi è il proprietario di ogni auto, pretende da me la prova bollata cartacea che io sia il proprietario dell’auto, pena il rifiuto della pratica. Ma allora cosa esiste a fare?

Per fortuna io sono organizzato, per cui sono ritornato fino a casa, ho scartabellato in vari raccoglitori e alla fine ho trovato il certificato, l’ho portato in un’altra sede ACI accanto all’ufficio, e per 60 euro da oggi la mia auto è di nuovo autorizzata a circolare.

Ovviamente devo ancora pagare entro venerdì altri 540 euro di multa, perché il ricorso si può fare ma quando mai lo vincerai, e poi forse lo Stato mi lascerà in pace… almeno per un po’, a meno che nel frattempo io non sia definitivamente emigrato altrove.

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3 commenti a “Italia spaghetti pizza mandolino (2), ovvero se non ci fosse l’ACI bisognerebbe evitare di inventarlo”

  1. MailMaster C.:

    Io comincio già a fare il lavaggio del cervello ai miei figli: andatevene da questo paese…

  2. A.:

    Bruciare la macchina, vendere la casa e cominciare a vivere come un rom sbattendosene di tutto?

  3. mfp:

    Prego prego, andate all’estero. Cosi’ finalmente smetterete di credere alla pletora di articoli sugli emigranti felici. La realta’ e’ molto piu’ brutale.

    @A.

    Non basta dare fuoco alla macchina, vendere casa senza svenderla in questi tempi di balcanizzazione, e diventare uno di quei ROM che rischiano ogni giorno di ritrovarsi dentro un konzentrationlagher con le divise riciclate di 80 anni fa con una stella di Davide sul braccio, e in caso accadesse troveremmo in televisione solo giornalisti che discutono del cattivo gusto di togliere le divise degli ebrei e metterle ai ROM, perche’ e’ il vestito sbagliato per l’occasione. Ospite d’eccezione, ovviamente, Dagospia. Rigorosamente in sandali di cuoio e camicetta koreana.

    Io c’ho provato a dare fuoco, vendere, andarmene: prima ho venduto l’auto e smesso di lavorare, dopo 1 anno mi sono riscritto la costituzione (nel caso in cui avessi incontrato qualcuno con cui fare societa’), un altro anno e mi sono garantito 30 anni di ipotesi di reato per vedere se i magistrati esistevano. Dopodiche’ ho lasciato qui l’avvocato e me ne sono andato per 6 anni dal paese. Non ero ancora ridotto a vagabondo, ma per 6 mesi abbondanti ho dormito per terra: ho dovuto “scegliere” tra il pagarmi l’affitto o comprarmi il materasso …

    Ma non ti mollano, non puoi uscire dalla Grande Famigghia Kristiana: esiste tutta una serie di categorie di persone che hanno gia’ calcolato quanto gli devi dare nel corso della tua vita e se anche ti rifugi in mezzo alla giungla indocinese come ho fatto io… ti perseguitano perche’ se smetti di erogare gli saltano i bilanci. Parlo di preti, costruttori, banche, e via via chiunque abbia fatto dei piani finanziari (es: UnaMultinazionaleACaso) o economici (es: i tuoi genitori) che ti riguardano ma non puoi leggere.

    La vicenda che racconta Vittorio e’ … con rispetto parlando … banale. Nel senso che la sua e’ da ridere in confronto a tante altre che stiamo vivendo qui fuori.

    Io – Roma, 2018 – il mese scorso ho dovuto pagare (ovviamente non con soldi miei, che non ho) una cartella Equitalia per restituire al Tribunale di Monza (dove cioe’ non sono mai stato e non posso andare materialmente a chiedere informazioni sulla questione) i soldi che il tribunale ha liquidato nel 2014 ad un avvocato d’ufficio (che io non ho ovviamente chiesto), per un non precisato procedimento giudiziario penale del 2012 che e’ stato avviato da un nullatenente (come me) nel 2012, a carico mio e di altri 2, per diffamazione on-line, dopo che questo si e’ iscritto ad una lista di discussione via email a tema e ci ha provocato (che per la diffamazione e’ un esimiente, quindi il magistrato l’ha mandato a cagare ed ha chiuso la questione) ricevendo quindi una valanga di vaffanculo in tutte le lingue e i dialetti di cui eravamo in possesso.
    E, quando, dopo 7-8 telefonate sono finalmente riuscito a ricostruire la questione procedendo come un salmone (dal numero di cartella Equitalia, al numero di registro del tribunale, e… dovrei perfino ringraziare chi mi ha dato queste informazioni in teoria riservate, per telefono, senza che fosse avvenuta nessuna forma di identificazione e quindi probabilmente trasgredendo qualche decina di regolamenti), telefonando alla capa dell’ufficio recupero crediti del tribunale, mi son perfino preso un vaffanculo perche’ ho osato far presente che il diritto alla difesa e’ appunto il diritto al contraddittorio, non l’obbligo di pagare un avvocato non richiesto per garantire la conformita’ formale di un procedimento farlocco nel merito, iniziato da uno psicopatico, e trovato infondato dal magistrato. Io sono la vittima; e mi sono ritrovato a dover pagare io. La tizia del tribunale si e’ messa ad urlare: “gli avvocati devono essere pagati!”. Un’altra repressa da eccesso di giuristi sul mercato.
    Per lo meno cosi’ mi ha detto – nel merito della questione giudiziaria – l’avvocato degli altri due coimputati.
    Ma diversamente da quanto detto da lui, tutt’oggi potrei essere stato condannato in contumacia in un qualunque altro procedimento di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza, e accorgermene solo la prossima volta che vado a rinnovare il passaporto. Perche’ fino al 2016 era possibile condannare in contumacia. In barba cioe’ alla Magna Carta, la Costituzione, i trattati Europei, l’ONU e chissa’ cos’altro suggerisca il c.d. Giusto Processo … ma le corti europee, globali, interstellari et al, rifiutano amministrativamente ex-ante qualunque pratica italiana perche’ ne sono arrivate troppe, o perche’ non c’e’ stato il procedimento di primo grado nel paese d’origine (quindi teoricamente non ci sono diritti lesi e praticamente non ci sono carte su cui cercare riscontri), ecc. Ho chiamato perfino il numero verde per gli europei all’estero e di tutta risposta mi hanno dato il numero dell’ombdusman italiano (ie: giudice di pace o difensore civico qual dir si voglia), come se fosse una questione di customer care. Poi provi a documnentare la questione e dato che non sono mai andato a cercarmi la parola ombdusman sul vocabolario … paff … ti ciccia fuori il cazzetto di turno che ti corregge lo spelling. Come se l’importante della questione fosse l’ortografia.

    Ovviamente, come da copione, ho dovuto pagare “perché il ricorso si può fare ma quando mai lo vincerai”. Non conosco lo il caso specifico di Vittorio; ma nel mio e’ semplice: io devo comunque liquidare lo stato (il tribunale), e poi dovrei rifarmi sull’altro nullatenente. Cioe’, ammesso e non concesso che riesca a determinare il foro competente per richiedere il patrocinio gratuito, lo richieda, ottenga il permesso preliminare a cercarmi un avvocato pagato dallo stato, e trovi poi un avvocato disposto a lavorare avendo in mano solo quello (che potrebbe essere revocato successivamente alla causa… che di fatto renderebbe me insolvente nei confronti dell’avvocato, e la sua fattura resterebbe inevasa), tra qualche anno (da 3 a 15), potrei ottenere un pezzo di carta che mi rende formalmente creditore nei confronti di un nullatenente milanese.

    E questa e’ solo una frazione della storia. A me Kafka mi fa una pippa.

    Comunque: continuo a non lavorare, non consumare, non pagare niente a nessuno. Mi sveglio quando voglio, vado a dormire quando voglio, passo tutto il giorno a farmi i cazzetti miei tra elettronica, informatica, arti e mestieri assortiti, e credo che vivo molto meglio di Vittorio che ha avuto la colpa grave di aver provato a cambiare qualche virgola qui e li’. Per lo meno finche’ dura.
    Di buono, rispetto al 2010, c’e’ anche il fatto che oggi perfino parte della magistratura parla apertamente di colpo di stato (es: ingroia, di matteo, e il procuratore capo di palermo alla festa del fatto quotidiano alla versigliana nel 2016). Non e’ piu’ soltanto Beppe Grillo a gridare al Colpo di Stato. C’e’ perfino il Gen. Antonio Pappalardo che vuole arrestare Mattarella.
    Per lo meno noi Nessuno non rischiamo piu’ processi per eversione.

    A proposito: ma Equitalia non era stata eliminata dal governo Renzi? No perche’, sulla mia cartella esattoriale c’era scritto chiaro e tondo Equitalia, e i loro recapiti qui a Roma sono sempre gli stessi, e gli abusi che compiono sono sempre gli stessi.

    P.s.: ovviamente i magistrati non esistono. Non sono mai riuscito ad incontrarne uno, neanche da imputato! Si sono rubati i miei oggetti sequestrati, hanno insabbiato il processo, e probabilmente continuano a spiarmi attivamente. Perche’ ovviamente dopo l’ipotesi di PedoTerroSatanismo con l’aggravante Internet, devono cambiarti il profilo penale … ora come minimo devo diventare UnaBomber altrimenti prima o poi rischiano di dovermi rimborsare 20 anni di torti.

 
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